Francesco Petrone – Delicatessen
La mostra presenta l’ultima produzione di opere in pane dell’artista, partendo dal termine utilizzato come titolo della mostra: Delicatessen richiama, infatti, sia una macelleria, quale luogo in cui si espone e vende la carne, sia la delicatezza necessaria nel trattare la carne viva.
Comunicato stampa
Curva Pura è lieta di annunciare la mostra personale di Francesco Petrone, Delicatessen, a cura di Chiara Guidoni e Nicoletta Provenzano, che inaugurerà giovedì 19 settembre alle ore 19:00 presso la sede della galleria, in via Giuseppe Acerbi 1/a, Roma.
La mostra presenta l’ultima produzione di opere in pane dell’artista, partendo dal termine utilizzato come titolo della mostra: Delicatessen richiama, infatti, sia una macelleria, quale luogo in cui si espone e vende la carne, sia la delicatezza necessaria nel trattare la carne viva, scoperta e senza difese. L’utilizzo del pane da parte dell’artista riguarda una poetica che si discosta dalla precedente produzione in materiali pesanti, quali cemento e ferro, ma ne mantiene i connotati duri e simbolici, attraverso una materia che racconta la semplicità, la familiarità e il nutrimento.
«Per Francesco Petrone le opere della mostra Delicatessen sono una sintesi di passato e di futuro. Esse parlano delle sue radici, quelle scoperte, come probabilmente nessuna opera ha fatto finora. Lo dichiara, abbastanza apertamente, quando ci mette di fronte a quella carne che è nient’altro che carne. Quella carne viva che resta in bella vista quando si decide di mettersi così tanto a nudo da far a meno quasi anche della pelle. Lo fa, appunto, per parlare di un passato che non può perire perché scorre in ogni vena, ma che, comunque, si situa nel presente solo come figura viscerale o sviscerata.»
BIOGRAFIA
Francesco Petrone (Foggia, 1978) vive e lavora a Roma. Si laurea con lode presso l'Accademia di Belle Arti di Foggia; ha lavorato come scenografo per il teatro e il cinema ed è docente presso il Liceo Artistico Argan di Roma. La sua pratica è incentrata su un’analisi del contesto contemporaneo attraverso l’uso della scultura non come fine ma come mezzo di indagine. L’interesse si situa sul simbolo, che riporta attraverso l’uso di materiali industriali e freddi, quali cemento armato e ferro, ma anche quotidiani e caldi, quali legno, pane, ghiaccio, muffe e muschi. Artista votato alla circolarità, riconosce la coincidenza dei concetti di inizio e di fine, se ne fa messaggero, attraverso forme, idee e materiali. Il suo campo di indagine comprende anche una pratica più effimera, legata alla trasparenza e all’inafferrabilità, avvicinandosi al concetto di tempo, che egli riflette nel vetro, in un gesto che è lo specchio del suo processo di indagine artistica verso l’essenza. L’artista è stato selezionato per il PAC (Piano Arte Contemporanea) 2024, con un progetto in collaborazione con il Piccolo Museo del Diario di Pieve Santo Stefano (AR). Fra le mostre si segnalano: Rossi Cardinali, installazione site specific (Borgo Incoronata(FG)), Respiro (Indigo Art Gallery, Perugia), Inchino (Indigo Art Gallery, Perugia), Station to Station (Reggio Calabria), Biennale d’Arte di Viterbo (Celleno), Lazzaro Art doesn’t sleep (New York, Milano, Roma, Palermo, Istanbul), Ingombri/Altro altrove, MAAM – Macro Asilo(Roma), Atelier d’Artista – MACRO Asilo (Roma), Art Room 72 (Shangai), Apulia Land Art (Alberobello (BA)), Collezionisti&Collezioni, MARCA (Catanzaro), ARTSIDERS, Galleria Nazionale dell’Umbria (Perugia), Mosche nello stomaco, MAAM (Roma).