Francesco Siani – Senzapietà
Attraverso i lavori prodotti negli ultimi due anni, Siani ci accompagna in una mostra che ruota attorno al tema della Pietà.
Comunicato stampa
Attraverso i lavori prodotti negli ultimi due anni, Siani ci accompagna in una mostra che ruota attorno al tema della Pietà.
Il sentimento di rispetto e amore verso il prossimo, diventa una riflessione sull’individuo di oggi, sulle contraddizioni di una società in continuo movimento ma che tende a chiudersi nel silenzio della solitudine o tra le voci della sofferenza.
Una riflessione che parte dall’iconografia della Pietà di Michelangelo ma che viene “cavata” nella sua forma ed essenza, lasciando un vuoto.
La Pietà che abbandona la materia per uscire di scena, come se ci invitasse a riempire l’ombra che la sua assenza lascia o ci chiedesse di rispettare la scelta del proprio andare; non è solo la sofferenza millenaria che l’ha costretta nel tempo a lacrime di immobilità bensì il sentirsi sola.
Non è una fuga quella della Pietà, è un mettersi di lato per invitarci a riempire il vuoto che lascia o ad interrogarci veramente sull’essenza di ciò che vediamo e siamo abituati a vedere.
Il vuoto ci costringe a guardare oltre, ad immaginare un nuovo pieno; ci spinge a riflettere sui punti di vista ingessati da stereotipi e consuetudine e a cercare nuovi significati.
Il vuoto diventa presenza, consapevolezza, coscienza.
Noi siamo il pieno; la forza dell’individuo che si riconosce in comunità e che ne rispetta le differenze.
La forza di sentirsi parte di un qualcosa, terreno o spirituale che sia, all’interno del quale la paura del vuoto si affronta; assieme.
Siani, quindi, ci invita a ripartire dall’uomo; da noi.
La culla del neonato protetta dai giochi dell’infanzia, è il simbolo immediato e naturale di una rinascita; se vogliamo è il mezzo attraverso il quale siamo costretti a riannodare la memoria al nostro tempo.
E’ il mezzo con il quale l’artista identifica il soggetto della sua proposta, l’individuo, e lascia a noi la libertà di riconoscerlo.
Il linguaggio pop che contraddistingue la mostra, accompagna verso un sorriso amaro; come se la visione di oggetti del passato si rigenerasse attraverso la nostra memoria in una nuova vita.
La Pietà ci accoglie con un vuoto ma lo specchio che sta dietro quel vuoto ci costringe a guardarci, dentro.
Ci impedisce di distogliere lo sguardo o di farlo cadere altrove: lo specchio, la culla e i giochi dell’infanzia sono la traduzione estetica di un percorso interiore.
Siani ci invita a farlo questo percorso con la straordinaria forza che soltanto la leggerezza dell’arte riesce a creare.
Ci invita a guardare il vuoto; a noi la capacità di riempirlo.
Andrea Zanetti