Francesco Tabusso – La trasgressione come regola con l’amico Giacomo Soffiantino
Una doppia esposizione Francesco Tabusso e Giacomo Soffiantino nella rinnovata Pinacoteca comunale e nella casa dell’artista.
Comunicato stampa
Dall’8 al 29 settembre 2024 si svolgerà a Rubiana in Valle di Susa, l’XI edizione di “Fiabe e boschi. Biennale Francesco Tabusso” la rassegna d’arte promossa dal Comune di Rubiana e dall’Archivio Francesco Tabusso che vede protagonisti in una doppia esposizione Francesco Tabusso e Giacomo Soffiantino nella rinnovata Pinacoteca comunale e nella casa dell’artista. La mostra si intitola «Francesco Tabusso. La trasgressione come regola, con l’amico Giacomo Soffiantino» è curata da Gianfranco Schialvino e accompagnata dal catalogo Prinp Editoria d'arte.
Grazie alla preziosa collaborazione dell’Archivio Soffiantino, si riparte idealmente dalla prima edizione di “Fiabe e boschi” del 2007 quando la collezione comunale prendeva vita dal desiderio di Francesco Tabusso di portare a Rubiana un messaggio di riconoscenza per la cittadinanza onoraria ricevuta e un segno della sua esperienza di artista. Soffiantino fu infatti tra i primi artisti ad aderire donando nel 2007 un suo dipinto - Fantasie nel bosco - per la nascente collezione.
Le mostre guidano il visitatore nella lettura dell’opera dei due artisti: la Pinacoteca ospita una selezione di paesaggi di Tabusso a confronto con il grande trittico Le radici dell’oggi di Soffiantino; nella casa di famiglia, invece, sono esposti disegni, acquerelli, litografie, acqueforti, chine in una selezione di opere rappresentative di quattro decenni.
Racconta Gianfranco Schialvino nel suo testo «La trasgressione per un artista è regola per necessità, l’invenzione si sostituisce alla copia, l’idea scavalca il déjà-vu, la scintilla crea l’esplosione. La trasgressione è in Soffiantino e in Tabusso, allo stesso modo e con la stessa intensità, e cercarla, trovarla e studiarla in una differenza così sostanziale di tecnica compositiva e di stile ce li fa conoscere e poi guardare con diversa sorpresa e ammirazione, rendendoceli infine vicini ancorché paralleli, ambedue alla ricerca di un linguaggio che da personale diventa unico, e poi universale.
Tabusso trasgredisce in maniera istintiva. Ce ne accorgiamo subito: la pennellata densa e appiccicosa che va a sbattere sulla tela denota l’impeto del proclama, il colore che cerca il contrasto definisce il tono squillante del concetto da sviluppare, le sovrapposizioni di materia servono a ribadire l’idea, l’effetto finale è sempre a macchia, ben chiaro e delimitato, in una visione che è sintesi di elementi aggregati in capitoli come i vetri parlanti di una cattedrale Gotica. Soffiantino distrugge i canoni della pittura lavorandola dal di dentro: la sua pennellata non macchia, ma scrive. Scrive con segni che via via nel tempo diventano sempre più minuti, che trovano la loro forza in uno sforzo comune, in una tempesta di granelli di sabbia che stravolgono un paesaggio di dune, di formicole invisibili che divorano un prato, di spighe che sotto il vento riescono a mutare i colori di un campo di grano mille volte in un attimo.»
La Pinacoteca Comunale «Francesco Tabusso», è nata nel 2007, con la donazione del quadro di Tabusso Il cane di Bombarda; negli anni artisti, pittori, grafici e scultori hanno contribuito, con personali donazioni, alla formazione della collezione pubblica del paese; nel 2016 vengono allestite nuove sale espositive, ridefinite grazie all’intervento di Massimo Venegoni e Angelo Mistrangelo. La raccolta è stata ordinata dando evidenza ai maestri del Novecento piemontese agli esponenti del mondo fantastico e fiabesco, ad opere astratte e informali e a quelle iperrealiste, in una sorta di percorso che unisce i paesaggi tradizionali alle composizioni del nuovo Millennio, senza trascurare la grafica e la scultura.
Negli anni successivi, grazie al costante impegno dell’amministrazione comunale, di Marco Marzi in veste di curatore e all’Associazione Ars Rubiana nata nel 2022, oltre alla valorizzazione della collezione permanente, sono state organizzate diverse e interessanti mostre dedicate ad importanti artisti tra cui Fernando Eandi, Tino Aime, Antonio Carena, Sandro Cherchi, Mario Calandri, Marcello Boglione e molti altri.
Infine nel maggio di quest’anno la Pinacoteca ha riaperto in una rinnovata veste, resa possibile dai lavori di ristrutturazione finanziati dal PNRR. Questi interventi non solo hanno migliorato l'accessibilità della struttura sotto ogni aspetto, permettendo a un pubblico ancora più ampio di fruire delle sue collezioni, ma hanno anche consolidato il suo ruolo come polo culturale della comunità.
Le mostre sono a ingresso libero e aperte al pubblico nei seguenti orari:
Dall’8 al 29 settembre 2024 - Sabato e domenica 10.00-12.00 15.30 - 18.30
Pinacoteca Comunale - Piazza Roma 11, Rubiana
Casa Tabusso - Borgata Gai 21, Rubiana
Per info:
[email protected] - 347 9111015
[email protected] - 348 4455959
Parallelamente alla rassegna Fiabe e Boschi di Rubiana, a Corio, l’associazione culturale AR.CO Arte Corio promuove la mostra «Giacomo Soffiantino. La regola della trasgressione, con l'amico Francesco Tabusso» che sarà inaugurata domenica 8 settembre alle ore 16.00 presso la Chiesa di Santa Croce, piazza della Chiesa, visitabile dal giovedì alla domenica con orario 10.30-12.30 e 16.00 -19.00.
AR.CO nasce nel 2012 dal desiderio di Giacomo Soffiantino di creare a Corio un Museo d'arte contemporanea all’aperto. Nelle sue parole l'intento dell’associazione: "Tre sono le verità del museo pubblico: conservazione, documentazione, educazione."
NOTA BIOGRAFICA
Francesco Tabusso nasce nel 1930 alle porte di Milano, nell’industriale Sesto San Giovanni, dove la famiglia di origini piemontesi si trasferisce per un breve periodo al seguito del padre ingegnere. Manifestata precocemente l’inclinazione pittorica, già a partire dagli anni della guerra e dello sfollamento a Rubiana, quando con la famiglia si trasferisce nella casa di campagna in Val di Susa, comincia a mettere a fuoco, a contatto con il mondo contadino, il suo immaginario poetico. Una tematica d’ispirazione rurale animata da una fervida fantasia, cui saprà unire una rigorosa disciplina sotto la guida di Felice Casorati, di cui è allievo, dopo la maturità classica, dal 1949 al 1954.
Il 1954 è l’anno dell’esordio espositivo e della prima partecipazione alla Biennale di Venezia. In breve l’artista è invitato alle principali rassegne nazionali e internazionali, riscuotendo numerosi premi. Dal 1963 al 1984 affianca alla pittura l’attività didattica: insegna Ornato disegnato al Liceo Artistico di Bergamo, quindi Figura disegnata al Liceo dell’Accademia Albertina di Torino.
Eleggendo a soggetto un mondo agreste d’ispirazione anche popolare, egli manifesta fin dall’inizio un’autentica “vocazione al racconto”, che lo porterà a felici collaborazioni con alcune delle firme più note della letteratura italiana del ‘900, quali Piero Chiara, Dino Buzzati, Mario Soldati, Mario Rigoni Stern.
Il 1963 rappresenta un punto si svolta nella carriera del pittore all’epoca trentatreenne: la personale dedicatagli nel mese di marzo da Ettore Gian Ferrari costituisce l’inizio di un fortunato sodalizio. Tabusso firma un contratto di esclusiva con la prestigiosa galleria milanese che ne curerà l’attività per circa un trentennio, organizzando in quegli anni più di sessanta personali dell’autore in Italia e all’estero.
In virtù di un’arte che ha da sempre celebrato l’uomo e la natura con immediatezza e forza espressiva – con il dono della “semplicità” –, egli è chiamato a realizzare nel 1975, per la Chiesa di San Francesco al Fopponino di Milano progettata da Gio Ponti, la monumentale pala d’altare Il Cantico delle Creature (96 mq di pittura) e successivamente gli otto trittici con le storie del Santo.
Rimarrà costante il successo di critica e di pubblico riscosso in occasione delle numerose personali, dedicate, oltreché al felice dialogo con l’arte del passato, allo sviluppo di suggestioni dalla letteratura popolare e colta.
Nella prima metà degli anni Novanta, Tabusso si cimenta in diverse opere di carattere religioso: oltre ai piloni votivi dislocati lungo antiche vie di transito e pellegrinaggio in Val di Susa, affresca il presbiterio del santuario della Madonna della Bassa a Mompellato (frazione di Rubiana), un intervento realizzato con Germana Albertone e raffigurante la storia del valligiano Nicol Lorenzo.
Tabusso muore a Torino nel 2012 dopo circa sessant’anni di infaticabile attività artistica.
Nel 2013 la famiglia dell’artista costituisce l’associazione Archivio Francesco Tabusso con l’obiettivo di tutelare e valorizzare l’opera e la memoria del pittore. L’Archivio conserva il materiale documentario - iconografico e promuove iniziative editoriali ed espositive sulla figura dell’artista.