Francesco Vitali – Spazi Urbani e Labirinti Visivi

Informazioni Evento

Luogo
CAFFE' DELLA GALLERIA PANANTI
Piazza Pitti 29 , Firenze, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

tutti i giorni dalle 8,30 alle 20,00

Vernissage
10/07/2014

ore 18

Artisti
Francesco Vitali
Generi
fotografia, personale

In mostra le opere fotografiche di Francesco Vitali, regista, scenografo e light designer apprezzato in tutto il mondo.

Comunicato stampa

Il 10 luglio 2014 alle 18 inaugura al Caffè della Galleria Pananti di Firenze la mostra Spazi Urbani e Labirinti Visivi con opere fotografiche di Francesco Vitali, regista, scenografo e light designer apprezzato in tutto il mondo.

L’autore propone al visitatore scorci di elementi architettonici e identificativi di varie città, ispirati alle forme della natura rappresentate dai frattali, campo di ricerca dell’autore da molti anni e già presenti nella collezione di opere denominata “Fiori di Cemento”.
Le città ritratte sono proposte in questa mostra con forme geometriche nuove ma riconoscibili dall’osservatore, che nel percorso espositivo viene convinto a spingersi oltre e a calarsi nelle acrobazie visive suggerite dagli audaci labirinti ottici costituiti da ogni spazio urbano esaminato da Francesco Vitali. Il risultato saliente in ogni immagine esplorata è un equilibrio perfetto tra estetica e scienza, dove la creatività dell’autore da vita a uno stretto rapporto architettura-natura in continua trasformazione.

“Il bello delle sue immagini è che, dopo averti catturato, ti inducono a guardare la realtà in un altro modo ed è così che l’accostamento fra antico e moderno ci appare ora più armonico, che l’alternarsi di pieni e vuoti, l’inseguirsi di prospettive sorprendenti, la comparsa di ponti che poggiano sul nulla ci sembrano del tutto plausibili” (Roberto Mutti).
Le opere appaiono all’osservatore come una successione di déjà-vu di luoghi urbani, sollecitati dalla scansione dei lavori fotografici esposti: ognuno potrà vedere spazi cittadini forse noti alla memoria ma visivamente e mentalmente sconosciuti.

“Religiosamente eleganti, pure e piene di speranze, dunque, le costruzioni urbane disabitate create dall’artista si mostrano incredibilmente senza polvere e rumore, in modo che si possa effettivamente sentire nel silenzio una meravigliosa sinfonia di nuovi suoni...” (Katrin Wegener).

E’ disponibile il catalogo della mostra.

Francesco Vitali
Si diploma presso l'Accademia di Belle Arti di Brera in scenografia nel 1996 con il massimo dei voti. Negli anni 1994 e 1995 studia in California presso la San Francisco State University nella facoltà di arti teatrali, lavorando come scenografo per alcune produzioni di prosa. Nel 1997 lavora come light designer e fotografo di scena a New York City e a San Francisco per lo spettacolo teatrale “Sept” da “Les Sept Princesses” di M. Maeterlinck, promosso dal Comune di
Milano con l’adattamento e la regia di Claudia Botta, e inizia una carriera di successo che lo porta a lavorare per numerose produzioni con diversi registi. Nel 2000 vince un concorso pubblico indetto dall’Unione Europea e dalla Fondazione Teatro Massimo di Palermo e lavora come scenografo realizzatore per alcune produzioni di teatro
musicale; nel 2002 vince il premio come miglior direttore della fotografia al MEI (Meeting Etichette discografiche italiane Indipendenti), per il videoclip musicale “Umanoide” dei PuntoG blu. Nello stesso periodo inizia una lunga collaborazione con la regista Deda Cristina Colonna che comprende la versione teatrale di “Voluptas dolendi i gesti del Caravaggio” nonché la sua trasposizione cinematografica prodotta dalla Fondazione Marco Fodella (2008/2010) dove firma la regia e la fotografia, film proiettato in tutto il mondo in festival prestigiosi, Istituti Italiani di Cultura e su TV satellitari. Dal 2007 concentra la sua creatività sulla passione per la fotografia, in particolare sulle architetture che identificano le città. La prima ad essere presa in considerazione per questa analisi è stata New York, punto di partenza di un percorso che lo ha portato a fotografare poi città quali Milano, Piacenza, Tel Aviv, Gerusalemme, Acri, Barcellona, San Francisco e Chicago, dando vita a quei “Fiori di Cemento” che delineano un nuovo modo di accostarsi alla rappresentazione degli agglomerati urbani. E’ risultata così una nuova visione che parta dall’innaturale e giunga al naturale attraverso l’interpretazione di forme meno percepibili, ma intimamente legate a chi osserva. E’ la ricerca di una sintonia tra un’abitudine mentale a osservare ciò che conosciamo e ciò che rimane celato nel nostro inconscio. L’artista ha ricevuto importanti riconoscimenti da parte di critici di fama internazionale, quali Roberto Mutti, Pino Bertelli e Katrin Wegener.