Francis Alÿs – Reel-Unreel
Al Madre la più ampia mostra personale mai dedicata da un’istituzione pubblica italiana al lavoro dell’artista belga Francis Alÿs.
Comunicato stampa
La mostra REEL-UNREEL (Afghan Projects, 2010-14) [ARROTOLARE-SROTOLARE (Progetti afghani, 2010-14)] è la più ampia mostra personale di Francis Alÿs (1959, Anversa, Belgio) in un’istituzione pubblica italiana.
La mostra, co-prodotta con il Centre for Contemporary Art Ujazdowski Castle di Varsavia, presenta in anteprima internazionale l’insieme dei lavori prodotti da Alÿs in vari luoghi dell’Afghanistan, dal 2010 al 2014, posti in relazione ad alcune delle più celebri opere dell’artista. La mostra è suddivisa in due parti, la prima negli spazi al pianterreno del museo, nella sala Re_PUBBLICA Madre, dove sarà esposto il video REEL-UNREEL (ARROTOLARE-SROTOLARE), del 2011, la seconda al secondo piano del museo, dove saranno esposti gli altri “Progetti afghani”.
Uno dei più importanti artisti contemporanei, Alÿs è autore di opere che spaziano dal video all’installazione, dalla pittura al disegno, dall’animazione alla fotografia. Costantemente basate su una pulsione performativa, queste opere prendono spesso la forma di esplorazioni, di “passeggiate” in luoghi che divengono oggetto di un’articolata ricerca da parte dell’artista, matrice di un processo creativo aperto, al contempo narrativo e documentario. Sospesi tra reale e immaginario, gli attraversamenti di Alÿs da fisici diventano metaforici, tesi ad intercettare e reinventare, sul proprio cammino, i codici linguistici e culturali delle realtà con cui l’artista si è via via confrontato, sin dalle prime azioni di strada (realizzate a Città del Messico, città in cui l’artista ha scelto di vivere dal 1986). È da allora che Alÿs conduce una ricerca caratterizzata da un’estrema sintesi formale che volutamente stride con quei contesti di urgenza, oppressione, emarginazione che spesso indaga. Animate da una sensibilità quindi al contempo politica e poetica, le opere dell’artista sono come i singoli, spesso minimi, episodi di un unico discorso in cui la realtà è messa in scacco, sovvertita e riscritta dalla surrealtà di gesti al limite dell’assurdo e del paradosso, come tentare di spostare una montagna o penetrare nell’occhio di un tornado. Nella loro transitorietà, precarietà, incompletezza, queste opere sono metafore, allegorie, parabole, sul ruolo dell’arte quale catalizzatore di realtà alternative, mere possibilità, al contempo immaginarie e rivoluzionarie, che scaturiscano dall’immaginazione e che riscattano e reincantano la realtà come la conosciamo.
In occasione della mostra il Madre di Napoli e il Contemporary Art Ujazdowski Castle di Varsavia co-produrranno un catalogo monografico, edito da Electa (edizione bilingue italiano/inglese), con immagini delle opere in mostra e materiali di ricerca, saggi inediti di Francis Alÿs, Carolyn Christov-Bakargiev, Ewa Gorzadek, Ajmal Maiwandi, Michael Taussig, Robert Slifkin e testimonianze di Mario Garcia Torres, Mariam Ghani, Amanullah Mojadidi.