Francis Bacon e la condizione esistenziale nell’arte contemporanea
La mostra propone il lavoro di artisti contemporanei che investigano il tema dell’esistenza nel rapporto tra individuo e collettività.
Comunicato stampa
Francis Bacon e la condizione esistenziale nell’arte contemporanea (5 ottobre 2012-27 gennaio 2013), a cura
di Franziska Nori (direttore CCC Strozzina, Palazzo Strozzi, Firenze) e Barbara Dawson (direttore Dublin City
Gallery The Hugh Lane, Dublino), propone il lavoro di artisti contemporanei che investigano il tema dell’esistenza
nel rapporto tra individuo e collettività. Le loro opere danno forma a stati d’animo e interrogativi che l’essere umano
si pone nel rapporto con la sfera personale, il corpo e il mondo. La mostra trova il suo punto di partenza in un
nucleo di dipinti del grande maestro Francis Bacon, la cui opera entra in dialogo con il lavoro di cinque artisti
internazionali contemporanei (Nathalie Djurberg, Adrian Ghenie, Arcangelo Sassolino, Chiharu Shiota,
Annegret Soltau) che condividono l’interesse di Bacon nella riflessione sulla condizione esistenziale dell’uomo e la
rappresentazione della figura umana.
Insieme a grandi opere provenienti da collezioni internazionali, la mostra ospita, per la prima volta in Italia, anche
tre opere non finite di Bacon, da lui stesso conservate nel suo studio per lunghi anni e dal 2005 esposte alla Dublin
City Gallery The Hugh Lane. Tra queste spicca quella che viene considerata l’ultima opera dell’artista, un
autoritratto ritrovato su un cavalletto nel suo studio di Reece Mews a Londra, mentre egli moriva a Madrid nel 1992.
All’interno delle opere di Bacon spesso protagonista è la figura umana, spesso deformata e incapace di trovare una
definizione completa nello spazio del quadro. Essa diviene un’efficace sintesi visiva che riflette le tracce di memoria
della tormentata vita dell’artista. I dipinti di Bacon in mostra - selezionati da Barbara Dawson - sono messi in
relazione con una selezione di materiali fotografici e d’archivio dello studio dell’artista: ritratti fotografici, riproduzioni
di grandi capolavori del passato, still da film, immagini tratte da libri e riviste. Questo materiale, utilizzato da Bacon
come strumento di lavoro per la creazione delle sue opere, è presentato in mostra grazie alla collaborazione del
CCC Strozzina con la Dublin City Gallery The Hugh Lane, che dal 1998 ha rilevato e preserva lo studio londinese
dell’artista conservandolo nella sua integrità. Nel suo studio Bacon collezionava questi materiali in modo quasi
ossessivo, usandoli ripetutamente e permettendo che si danneggiassero. Le tracce dell’usura e del tempo su questi
supporti divengono “cicatrici” che acquistano un’importanza fondamentale per comprendere il processo del suo
lavoro.
La commistione tra figurazione e astrazione, i corpi trasfigurati, il riferimento a elementi autobiografici, l’utilizzo di
diverse fonti iconografiche, la tensione e l’isolamento come metafore della vita dell’uomo si ritrovano come parti
fondamentali nel lavoro dei cinque artisti contemporanei posti in dialogo con Bacon da Franziska Nori per una
riflessione di carattere esistenziale sul vivere contemporaneo.
Presentato in mostra con una selezione delle sue opere più recenti e nuove produzioni, Adrian Ghenie (Romania,
1977) crea dipinti in cui unisce insieme immagini personali o emblematiche della storia recente, attingendo da fonti
diverse come cataloghi o libri di storia, still da film o immagini trovate su internet. Ghenie investiga il tema della
rappresentazione della figura umana, che viene quasi aggredita in particolare sul volto, simbolo dell’individualità
della persona, tramite un tratto pittorico che corrompe, distrugge e rende quasi irriconoscibile il soggetto. Un forte
senso di realismo convive con sgocciolature, colate di pittura e suggestive campiture cromatiche in una fusione tra
figurazione e astrazione. Ghenie ha esposto le sue opere in sedi prestigiose come la Tate di Liverpool, Palazzo
Grassi a Venezia e lo Stedejilk Museum SMAK di Ghent, il Denver Museum of Contemporary Art.
Nelle sue installazioni Chiharu Shiota (Giappone, 1972) sembra tradurre stati emotivi e riflessioni esistenziali in
una dimensione tridimensionale, affrontando temi come memoria e sogno, elementi autobiografici e tracce di un
passato che assumono una forma fisica evocativa collettiva. L’installazione site specific pensata per gli spazi del
CCC Strozzina sarà costruita tramite il tipico utilizzo di una rete inestricabile di fili neri che, interagendo con oggetti
di uso comune, conferirà una nuova densità allo spazio in cui il tempo sembrerà come fermarsi e coagularsi, dando
vita a un luogo in cui far emergere connessioni nascoste, dimenticate o immaginate. Shiota si è formata con Marina
Abramovic e ha esposto le sue opere in istituzioni come il Museo Nazionale d’Arte di Osaka, il Centro d’Arte
Contemporanea di Varsavia e la Sucrière di Lione.
Nathalie Djurberg (Svezia, 1978) lavora con l’argilla e la plastilina creando ambienti e personaggi simbolici e
conturbanti che popolano le sue installazioni e le sue videoanimazioni. Grazie alla collaborazione con la
Fondazione Prada, il CCC Strozzina presenta tre installazioni particolarmente rappresentative del suo approccio, in
cui contenuti spesso crudi e violenti si esprimono attraverso immagini grottesche e a tratti fiabesche, secondo uno
stile solo apparentemente giocoso e naif. I corpi delle sue figure si pongono come materia in transizione, sottoposta
a processi di decomposizione e deformazione enfatizzati dall’utilizzo di un materiale malleabile e duttile come la
plastilina. La Djurberg solleva dubbi e interrogativi esistenziali che oscillano tra vita e morte, paura e desiderio,
muovendosi tra tabu disturbanti o aspetti complessi della condizione umana come la vulnerabilità, la solitudine, la
sessualità, la morte. Tra le istituzioni internazionali che hanno ospitato mostre della Djurberg ricordiamo la Biennale
di Venezia, la Tate Britain di Londra e il PS1/MoMA di New York.
Arcangelo Sassolino (Italia, 1967) crea installazioni in cui sistemi meccanici esplorano gli effetti dell'energia sulla
materia o rendono visibili gli effetti prodotti da forze estreme. Le sue opere ci mostrano il divenire e la caducità delle
cose nella propria essenzialità, rifiutando volutamente ogni esplicito ricorso alla metafora. Sassolino non nasconde
ma rende visibili le singole componenti delle sue opere, in cui i processi hanno luogo costantemente, sebbene
siano percepibili solo quando la materia reca tracce concrete dei loro effetti. Esse costituiscono un moderno
memento mori, la visualizzazione dell'impossibilità umana di andare oltre l'attesa di un accadimento, o viceversa, la
sua fine. Le opere di Sassolino sono state esposte in musei e gallerie internazionali come il Palais de Tokyo di
Parigi, il Macro di Roma e il CCC Strozzina di Firenze.
Annegret Soltau (Germania, 1946) lavora sui temi del corpo e dell’identità tramite perfomance, video e
fotografia. All’interno della mostra, il suo lavoro sarà testimoniato da una selezione di opere di alcune sue
storiche serie degli anni Settanta e di lavori più recenti, permettendo così di cogliere la sua sperimentazione con
il mezzo fotografico tramite i cosiddetti photo sewings, “ritratti fotografici cuciti”, in cui il volto dell’artista o diversi
frammenti di facce sono percorsi da sottili fili neri. Le ferite, le costrizioni e la frammentazione dei suoi volti e dei
suoi corpi diventano strumento di riflessione sulla rappresentazione e l’espressione della condizione esistenziale
umana. Le opere della Soltau sono state presentate in musei e gallerie internazionali, tra cui il Museum
Mathildenhöhe di Darmstadt e il MOCA di Los Angeles.
Francis Bacon e la condizione esistenziale nell’arte contemporanea è organizzata dal Centro di Cultura
Contemporanea Strozzina in collaborazione con la Dublin City Gallery The Hugh Lane (Dublino). Il catalogo
della mostra (italiano/inglese) è pubblicato da Hatje Cantz.
La mostra si tiene in contemporanea all’altra esposizione in corso a Palazzo Strozzi: Anni Trenta. Arti in Italia
oltre il fascismo (22 settembre 2012-23 gennaio 2013), che offrirà uno sguardo sulla grande sperimentazione
creativa che caratterizzò l’Italia degli Anni Trenta e che vide schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal
Classicismo al Futurismo, dall’Espressionismo all’Astrattismo, dall’arte monumentale alla pittura da salotto.