Franco Cardinali – Inquietudine necessaria
Per tutta l’estate a Lecco si ammira l’importante antologica “Franco Cardinali. Inquietudine necessaria”, a cura di Raffaella Resch, presso il Palazzo delle Paure.
Comunicato stampa
Prosegue, in seguito al grande successo della mostra milanese riscosso nel gennaio scorso, l'approfondimento sulla figura di Franco Cardinali, artista ligure di notevole spessore, con una mostra a lui dedicata che ripercorre la sua fervida attività attraverso una selezione di oltre quaranta opere, che vanno dai lavori della metà degli anni '50 fino alle grandi enigmatiche tele degli ultimi anni, precedenti la sua morte nel 1985.
Il percorso espositivo segue uno sviluppo cronologico e tematico, che illustra fasi diverse tra loro, cambiamenti decisi, intuizioni ardite e un segno sempre preciso e netto, dalla fortissima personalità. Come puntualizza la curatrice, le opere a cavallo degli anni '50 e '60, come l'olio su tela Saint Hilaire del 1955, che rivelano inizialmente influenze picassiane e modiglianesche, «sono condizionate dalla ricerca di una figurazione originale, con risultati che fanno emergere sembianze da bassorilievo, da statuaria paleocristiana, subito abbandonata in favore di uno studio più attento alla materia. La sperimentazione sembra ancora ibridare la tela con la tridimensionalità della scultura, ma sposta in maniera irreversibile il fulcro della rappresentazione: l'opera non è più un oggetto posto a simularne un altro, bensì diviene protagonista».
È lì che le superfici si fanno spesse, composite e vissute, trattate con interventi profondi, lacerature o crateri, immaginando che sul "corpo" della pittura si possano scatenare gli elementi: il fuoco possa incenerire come per Fleur incinérée del 1968, l'acqua possa dilavare come in Linge sale pour laver en familie dell'82, l'aria possa sollevare nuvole di polvere iridescente come in Site cosmique aux reflets d'aurore dell'83. «Le sue tele - prosegue Resch - scavano oltre la dimensione del visibile, con profonde ferite che sembrano trapassare la superficie, come i tagli di Fontana; la materia densa con cui inizia a lavorare a partire dalla fine degli anni '60, che poi subito diventerà sabbia trattata con caseina e pigmenti, passa da uno stato inerte a uno attivo, sperimentale, con combustioni (che, differenza di Burri, sono "riprodotte" con la pittura), essiccazioni, mute di epidermide, impronte. L'opera si fa organismo vivente e diventa partecipe del mistero di un cosmo sempre più complesso».
In corrispondenza a questo processo materico si assiste ad una semplificazione delle immagini che tende fortemente all'astrattismo e richiama un simbolismo privato dell'artista come cerchi, onde sinusoidali, croci; sono significativi in proposito Fossile lunaire del 1967, Trames liguriennes del 1968 e Segnale propiziatorio del 1977, oltre ai lavori ispirati al mondo naturale, composto da ambienti e animali che vanno a creare bestiari curiosi e inquietanti, come fossero fossili impressi sulla tela, e rivelano un'insoddisfazione personale e artistica che si evince dal tratteggio profondo, dai paesaggi inquieti e dall'increspamento delle superfici. Anche la dimensione delle tele aumenta, così come il loro peso: sono come "nuovi dolmen" di un tempio che Cardinali sta dedicando alla sua arte inquieta, che sembra pretendere una redenzione o un sacrificio.
Organizzata dal Comune di Lecco - Sistema Museale Urbano Lecchese, dalla Camera di Commercio di Como-Lecco e dall'Associazione Culturale Franco Cardinali, l'esposizione mette in luce la poetica di un artista le cui opere appartengono ad importanti istituzioni pubbliche e collezioni private in Italia, Europa e Stati Uniti.
La rassegna gode del patrocinio del Comune di Chiusi della Verna e del Club per l'UNESCO di Aquileia.
Arricchisce l'esposizione un esaustivo catalogo in edizione italiana e inglese pubblicato da Scalpendi Editore, con tutte le opere in mostra oltre a una ricca selezione della produzione dell'artista, con introduzione e testo critico di Raffaella Resch e una testimonianza dell'amico Benito Boschetto.
Cenni biografici Franco Cardinali (1926-1985) nasce in Liguria, a Rapallo, nel 1926 e si trasferisce a Parigi nel 1950, formandosi nell'ambiente parigino di Montparnasse nell'ambito dell'École de Paris, l'ampio gruppo di artisti e intellettuali che operarono a Parigi tra le due guerre. Nel '53 esordisce a Milano con una personale alla Galleria San Babila e due anni più tardi espone con gli artisti della Cité Vercingétorix, sotto il patrocinio di Jean Cocteau, con il quale instaura una solida amicizia e intrattiene frequenti scambi epistolari; incontra quindi Jacques Prévert, che dedica una poesia ad una sua opera pittorica. Entrambi, Cocteau e Prévert, lo promuoveranno presso gli ambienti artistici parigini e della Costa Azzurra. Cardinali partecipa quindi nelle estati del 1955 e del 1956 all'esuberante attività artistica di Vallauris ed espone alla Galleria Charpentier nel gruppo École de Paris, con opere selezionate da Raymond Nacenta. Conosce poi il grande Pablo Picasso, da cui è stimolato a lavorare con la ceramica.
Si divide tra Vallauris e Parigi fino al 1968, quando un profondo bisogno di solitudine lo conduce a ritirarsi in Toscana in un villaggio di montagna, La Rocca della Verna, dove costruisce la sua casa e il suo atelier, e prosegue per dodici anni le sue ricerche.
Nel novembre del 1980, ancora lacerato dall'insoddisfazione, parte alla volta di un viaggio in Costa Azzurra per ritrovare l'amico Jean Haechler, il quale diventerà suo mentore e mecenate. Si stabilisce quindi a Saint Paul de Vence nel 1982 e a dicembre tiene una personale a Nizza, poi nel febbraio del 1983 a Ginevra, in marzo a Parigi e in aprile a Sion, in Svizzera. La sua ultima esposizione lo vede a giugno con una personale a Saint Paul de Vence. Si suicida il 12 aprile 1985, a soli 59 anni. Nel 1989 l'Accademia di Belle Arti di Brera gli dedica una mostra postuma a cura di Osvaldo Patani.
L'Associazione Culturale Franco Cardinali, nata nel 2018, ha dato il via alla creazione di un archivio delle opere dell'artista, costituendosi punto di riferimento per le collezioni pubbliche e private europee e americane.
Un ringraziamento particolare va al Main Sponsor Aboca da sempre attento alla cultura.