Franco De Bernardi – Corpi ed elementi
In mostra al Soave andranno una serie di opere scelte che illustreranno il percorso pittorico di De Bernardi tra il 1986 ed il 2013.
Comunicato stampa
In mostra al Soave andranno una serie di opere scelte che illustreranno il percorso pittorico di De Bernardi tra il 1986 ed il 2013. Così il curatore Amedeo Anelli, nell’introduzione al catalogo, spiega il mondo dell’artista: “Fra gli artisti che non hanno mai abbandonato la pittura “pittura” Franco De Bernardi, da subito, si volge ad una poetica d’immaginazione materiale, degli elementi, in una rinnovata visione dell’uomo e della natura, fuori di romantiche contrapposizioni con il mondo della cultura e della storia. I supporti privilegiati di questo viaggio sono le tavole, la carta e il vetro, l’uso principale di tempera e colori all’acqua, con la parentesi dei gessetti, istituisce l’instaurarsi di tecniche difficili su supporti che ancorano poco ed un’incursione nel grande tema del chiaro/scuro e della luce. Visione e paesaggio sono in mutua tensione, in un’interiorità della pittura, che investendo il tema della figura, porta oltre i limiti della figurazione, verso una morfologia ed una grammatica del sentire ed un plasticismo di corpi luminosi.”
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L’ARTISTA FRANCO DE BERNARDI
La passione per la pittura di De Bernardi è nata dalla frequentazione dello zio Carlo De Bernardi ritrattista e forte disegnatore. Fra le esposizioni degli anni Settanta, con un’attività nazionale, si ricordano le iniziative promosse a Codogno da Bellini che nella sua piccola galleria in Via Roma andava esponendo autori di livello, e sempre in città alla Pro Loco. Si possono poi citare mostre a S. Margherita Ligure, Piacenza, Cremona, ecc... Negli anni Ottanta partecipa alle esperienze del “Gelso” di Lodi di Giovanni Bellinzoni che per gli autori locali apriva prospettive di livello internazionale. Segue fino alla fine degli anni Ottanta un’attività espositiva sempre più selezionata che lo porta ad esporre ad Urbino, Milano, Lodi, Como, ed in altre sedi. Nel proseguo degli anni l’autore preferisce un’ulteriore selezione, dato il progressivo deteriorarsi dei rapporti col sistema dell’arte e della gestione degli spazi espositivi, puntando più sul lavoro rigoroso e sulla produzione di cataloghi che ne documentino l’attività, che disperdere energie in relazioni finalizzate a fare mostre.