Franco Marrocco – L’eco del bosco
Le sale di Palazzo Leone da Perego-MA*GA di Legnano (MI) ospitano la personale di Franco Marrocco (Rocca d’Evandro, CE, 1956), dal titolo L’eco del bosco.
Comunicato stampa
Dal 24 settembre al 19 novembre 2017, le sale di Palazzo Leone da Perego-MA*GA di Legnano (MI) ospitano la personale di Franco Marrocco (Rocca d’Evandro, CE, 1956), dal titolo L’eco del bosco.
La mostra - che giunge a Legnano dopo la tappa tenutasi lo scorso inverno a Palazzo Collicola di Spoleto -, curata da Emma Zanella, direttore del MA*GA di Gallarate, presenta 30 grandi opere, appartenenti alle serie più importanti dell’artista casertano, capaci di ripercorrere gli ultimi dieci anni di attività in cui Marrocco, pur privilegiando la pittura, attinge liberamente al disegno, alla fotografia, alla figurazione e all’astrazione.
Il percorso espositivo, che darà spazio a tutti gli ambiti d’indagine di Franco Marrocco, proponendo una serie di importanti dipinti accanto a un corpus di disegni di grande intensità, ruota attorno al suo ciclo più recente, L’eco del bosco, che dà il nome all’intera iniziativa.
“L’irrequietezza - afferma Emma Zanella - intesa come sete di conoscenza, di sperimentazione e di superamento dei confini, mi pare costituisca uno dei tratti distintivi dell’artista capace di abbandonare, negli anni novanta e poi nel nuovo millennio la figurazione iniziale a favore di una drammaticità affidata al colore denso, onirico, avvolgente, quasi psichico e alla spazialità della tela come campo di energia di volta in volta sospesa o dichiaratamente in tensione”.
Anche ne L’eco del bosco Marrocco mantiene alta la tensione cromatica, seppur attenuata da un controllo serrato, da una sintesi formale e da una leggerezza di segno del tutto inedita per il suo lavoro.
Queste opere, che lo stesso Marrocco ascrive all’interno di un ‘naturalismo artificiale, sono contraddistinte da un fitto intreccio che pare ricostruire un paesaggio naturale com’è il bosco, cui si associano pali e fili elettrici, spazi e architetture immaginari che appaiono e scompaiono.
Accompagna la mostra un catalogo Nomos edizioni, con testi di Emma Zanella, Martina Corgnati, Giovanni Iovane e Gianluca Marziani.
Note biografiche
Franco Marrocco è nato a Rocca d’Evandro (CE), il 7 dicembre 1956. E' Docente di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano di cui è Direttore.
Negli anni della formazione, rivolge la propria ricerca espressiva allo studio della pittura ponendo attenzione alla tradizione realistica, riprendendo temi che poi documenterà nella prima mostra personale, nel 1978.
Nel 1986 è invitato alla XI Quadriennale di Roma, ove espone il trittico Sul mio cielo volano anche gli angeli (1986), che testimonia un uso espressivo unito ad una gestualità che dialoga con la strutturazione schematica dell’immagine. Della seconda metà del decennio è la personale allestita alla Chambre de Commerce Italienne pour la France di Parigi nel 1989 e la partecipazione a rassegne, tra queste, nel 1986, al XXXV Premio San Fedele organizzato presso il Centro Culturale San Fedele, Milano.
La tendenza verso l’astrazione introduce una pittura dai toni lirici in cui il colore diluisce la rappresentazione e la costrizione del racconto, per accogliere gli inquieti registri dell’emozione. Gli anni Novanta vengono inaugurati dalla personale allo OCDE, Parigi alla quale segue quella tenuta a Palazzo dei Priori, Perugia, nel 1991 e la presenza alla mostra “The Modernity of Lyrism”, promossa dall’Istituto Italiano di Cultura presso la Gummensons Kontgallery di Stoccolma nel 1991 e poi al Joensouu’s Art Museum in Finlandia. Nelle opere esposte in quest’ultima occasione la pittura di Franco Marrocco, dalla narrazione figurativa muove verso evocazioni emotive, ove il colore si dispone in un dialogo frontale con la memoria e i sensi.
La seconda metà degli anni Novanta vede l’artista rapportarsi in modo nuovo al supporto che viene ora velato attraverso la sovrapposizione di trasparenze cromatiche: a questa traccia operativa si rapportano le opere esposte nelle personale tenuta presso il Palais d’Europe, Strasburgo (1994); Sala Polivalente del Parlamento Europeo, Bruxelles (1998); Museo Butti, Viggiù (1998); Palazzetto dell’arte, Foggia, (1998); Chiostro di Voltorre, Varese (1999), nonché in occasione della XIII Quadriennale di Roma. Del 1997 sono gli inviti alla mostra “Artinceramica”, Palazzo Reale di Napoli trasferita poi, nel 1998, al Medelhavsmuseet di Stoccolma e al “49° Premio Michetti”, Francavilla al Mare, Pescara.
Negli ultimi dieci anni la pittura di Marrocco individua nel colore un vero e proprio tema, affrontato in grandi cicli di tele monocrome: si tratta del blu de Gli occhi conficcati (2002-03) che sembrano percepire in modo tattile la materia liquida; del nero di Brace, parole mute (2004) da cui emergono forme che descrivono la dilatazione, l’espansione, la contrazione, suggerendo una riflessione decantata delle deflagrazioni del rosso di Traiettorie e di Tracce (2007-08) che “generano la permanenza di una traccia nella memoria della retina”.
Tra le principali esposizioni personali di questi anni si segnalano quella ospitata a Villa Rufolo a Ravello e poi alla Reggia di Caserta, (2000); Palazzo Sterberg, Vienna, (2009); Museo Diocesano, Milano (2011); Castello di Sartirana (2011); Chiesa Bianca, Maloja (con Alessandro Savelli) Svizzera (2012; Galleria Valmore, Vicenza (2014); Frac Baronissi (2012); Piccola Sacrestia del Bramante, santa Maria delle Grazie, Milano (2013); Museo Michetti, Francavilla a Mare (2014): ADC Building Bridges, Santa Monica, Los Angeles (2014, 2015); CEART Centro Estatal De Las Artes, Ensenada, Messico (2015); Galleria Cattai, Milano (2016); Palazzo Collicola Arti Visive, Spoleto (2016); MAGA Accademia di Belle Arti, Frosinone (2017); Palazzo Leone da Perego, Legnano (2017).
In questi stessi anni è invitato a diverse mostre collettive e rassegne, tra queste La pittura come metafora dell’essere ospitata dall’Istituto Italiano di Cultura, Stoccarda 2005; al 56° e 60° Premio Michetti, Francavilla a Mare; Il Gioco del Tessile, Royal Museum, Pechino e Ve Pat Nedim Tor Muzesi, Istambul (2007); In contrattempo - la pittura malgrado tutto, Galleria d’Arte Moderna, Cento; Un mare d’arte – mediterraneo specchio del cielo, Palazzo Sant’Elia, Palermo 2007; Segni del Novecento. Disegni italiani dal secondo futurismo agli anni novanta, Museo dell’Alto Tavoliere, San Severo di Foggia (2010); 54ª Biennale di Venezia (2011); Territori del Sud, Spazio Martadero Cochabamba, Bolivia (2012); Call For Papers, Istituto Italiano Cultura Los Angeles (2014); Collicola Onthewall, Museo di Palazzo Collicola, Spoleto (2015); Tracce di Contemporaneo. Collezione di Arte italiana da Lucio Fontana alla contemporaneità, Palazzo Arese Borromeo, Cesano Maderno (2015); The Last Last Supper. Leonardo e l'Ultima Cena nell'arte Contemporanea, Grattacielo Pirelli, Milano (2015); Italia Giappone, Museo d'Arte dell'Università Joshibi, Tokio (2016); Segnali di Guerra, Le Gallerie Piedicastello, Trento (2016) Komorebi. Italienische Abstraktion, Verein Berliner Kunstler (2017).