Franco Meneguzzo – L’unico e la serie 1951-1962
Una selezionata mostra delle ceramiche di Franco Meneguzzo (Valdagno 1924 – 2008) consente di ritrovare e di rinnovare una delle questioni centrali del dibattito instauratosi tra gli anni Cinquanta e Sessanta tra design e arte: la questione dell’unicità dell’opera e la contemporanea possibilità della serie.
Comunicato stampa
Giovedi 12 aprile alle ore 18:00, nella sede di via Maria Vittoria 20/A in Torino, una selezionata mostra delle ceramiche di Franco Meneguzzo (Valdagno 1924 – 2008) consente di ritrovare e di rinnovare una delle questioni centrali del dibattito instauratosi tra gli anni Cinquanta e Sessanta tra design e arte: la questione dell’unicità dell’opera e la contemporanea possibilità della serie.
Franco Meneguzzo, nella sua attività di ceramista – è stato contemporaneamente pittore e scultore affermato – ha affrontato da subito il problema, postosi inizialmente come intuizione, poi come fulcro della sua azione plastica. Dopo un apprendistato nei laboratori di Nove di Bassano e di Vicenza, si trasferisce a Milano nel 1953, e nel 1955 fonda – con Bruno Danese – la DEM (Danese e Meneguzzo), rilevata due anni più tardi da Danese, e con questo nome affermatasi negli anni Sessanta e Settanta come una delle più raffinate case produttrici di design d’Europa. Al suo interno – vi resterà prima come socio, poi come collaboratore sino al 1963 – e con i suoi lavori, Meneguzzo si trova a dibattere sul tema dell’unicità dell’opera, della piccola serie e del cosiddetto “grande numero”, inteso come produzione seriale frutto di un progetto affidato per l’esecuzione a persone o macchinari estranei all’ideatore. La sua posizione si ritrova nella sua produzione, di cui in mostra sono esposti una ventina di esemplari sceltissimi dal 1951 al 1962, che varia dal pezzo unico – autentiche sculture, anche quando si tratti di forme “utili” come i vasi – alla piccola serie, di cui voleva costantemente controllare gli esiti, e poter magari intervenire durante il processo realizzativo. Una concezione consapevolmente “artigiana”, “applicata” che assume il valore di una posizione ideologica forte, per quanto minoritaria, se comparata all’effimero trionfo del concetto di produzione, di progetto, di prodotto tipica degli anni Sessanta. E’ solo con gli anni Settanta che la sapienza fabrile dell’artigiano si riproporrà come antidoto e antagonista al senso di perdita e di alienazione del lavoro che un eccesso di egualitarismo e di moltiplicazione produttiva aveva ingenerato nel decennio precedente.
Tra il numeroso elenco di mostre di Meneguzzo ricordiamo qui solo alcune tra quelle specificatamente dedicate al design:
1951-1958 Salone Internazionale della Ceramica, Vicenza.
1957Moderne italienische Keramik, Iserlohn.
Danish Arts and Crafts, Copenhagen.
XI Triennale, Milano.
1958 Mostra Internazionale della Ceramica, Faenza.
1962 Exposition Internationale de la Céramique Contemporaine,Praga.
XII Triennale, Milano.
1970 Contenir Regarder Jouer, Productions et Editions de Danese, Musée des Arts Décoratifs, Palais du Louvre, Parigi.
1973 Un exemple de design italien, production et éditions de Danese, Musée des Arts Décoratifs, Losanna.
1992 Museo delle ceramiche, Kyushu.
Museo delle Ceramiche d'Arte Contemporanea, Shigaraki.
1995 Paradigmaticità delle arti decorative, Association J. Vodoz et B. Danese, Milano.
1999 Association Jacqueline Vodoz et Bruno Danese, Milano. Presentazione di E. Biffi Gentili.
Contributo critico: Marco Meneguzzo
Coordinamento: Arianna Baldoni