Franco Rognoni – La città sognata
Retrospettiva del pittore fra tradizione e modernità.
Comunicato stampa
Un grande maestro del ‘900 milanese sarà protagonista della nuova mostra in Villa Burba a Rho: Franco Rognoni, pittore, illustratore e scenografo, con la retrospettiva La città sognata. Organizzata dal Comune di Rho e dall’Associazione culturale GPC Arte, con la collaborazione della Galleria B&B arte e il patrocinio di Confcommercio, la mostra è curata dalla critica d’arte Cristina Palmieri all’interno del progetto biennale Art in the City. L’inaugurazione è prevista sabato 4 marzo alle ore 17.30.
Nato a Milano nel 1913 e mancato nel 1999, Franco Rognoni ha attraversato circa sessant’anni di storia della pittura lombarda e italiana in una costante ricerca. L’artista ha vissuto le prime esperienze artistiche in un clima particolare, quello dilacerato del secondo dopoguerra. Mentre i colleghi milanesi cercavano una loro dimensione in quell’insieme di esperienze, pur varie e personali, che è stato definito dal critico Valsecchi “Realismo esistenziale”, Rognoni – per quanto non estraneo alla percezione della drammaticità del vivere, che ha intensamente colpito e dilaniato una generazione tutta – ha cercato caparbiamente un proprio linguaggio. “Rappresenta – spiega Cristina Palmieri - un unicum nel panorama della pittura italiana di quegli anni proprio per il suo essere personalità che si muove autonomamente nell’indagine di un linguaggio personale, lontano dalle eccedenze del riversare nella pittura un’esuberanza di coinvolgimento emotivo, che ravvisa anche in certe ricerche informali”.
“Un’importante occasione per conoscere da vicino uno dei protagonisti del ‘900 milanese: a vent’anni dalla grande mostra antologica organizzata dal Comune di Milano alla Rotonda della Besana, ripercorriamo in Villa Burba il percorso di un artista che ha saputo interpretare la modernità in modo onirico e concreto allo stesso tempo”, dichiara l’assessora alla Cultura Valentina Giro.
In mostra una trentina di opere, che ripercorrono i soggetti cari all’artista come Milano e il Lago Maggiore. Partendo da temi appartenenti alla tradizione - la città, i passanti, le periferie, una declinazione infinita di figure, nature morte – Rognoni ci immerge in un contesto assolutamente intimo, grazie alla sua capacità di utilizzare il colore. Il riferimento alla realtà, pur trasfigurata da un animo incline all’alterazione fantastica e onirica, è costante.
“Innegabile la fascinazione che su di lui esercitano autori come Kandinskij, Chagall, Klee, come i maestri tedeschi della “Nuova Oggettività”, come Grosz e Otto Dix, con i quali condividerà lo sguardo ironico e disincantato verso il contemporaneo, nonché con alcuni protagonisti dell’ “Ecole de Paris”, quali Daumier e Rouault, di cui osserva soprattutto il segno e quella capacità di stare in equilibrio tra linguaggio espressionista e sogno surrealista – continua Palmieri -. Più difficile, invece, il rapporto con la tradizione espressiva italiana degli anni Trenta, che avverte come riferimento angusto. Non mancano però l’amore per artisti conosciuti frequentando, fra le altre, la nota Galleria “Il Milione”, quali Mario Sironi ed Osvaldo Licini. Ciò nonostante Franco Rognoni ha presto conquistato una propria esplicita peculiarità e riconoscibilità semantica, capace di fondere tradizione e modernità”.
Insieme alla curatrice Cristina Palmieri, hanno aderito al progetto il gallerista Evaristo Bonelli della B&B Arte di Canneto sull’Oglio e Luisa Magnani, curatrice dell’Archivio Rognoni.