Franco Sarnari – I Sarnari di Sarnari
Una grande mostra dedicata a Franco Sarnari dal titolo “I Sarnari di Sarnari”. Viene infatti esposta una nutrita selezione di opere facenti parte della sua collezione privata.
Comunicato stampa
Si inaugura venerdì, 26 maggio alle ore 19, presso l’ex Convento del Carmine, in Piazza Matteotti, una grande mostra dedicata a Franco Sarnari dal titolo “I Sarnari di Sarnari”. Viene infatti esposta una nutrita selezione di opere facenti parte della sua collezione privata.
Una mostra, promossa dalla Fondazione Teatro Garibaldi con il patrocinio del Comune di Modica, che ripercorre tutta la sua variegata vena artistica. L’esposizione è a cura di Paolo Nifosì e Tonino Cannata, (catalogo Salarchi Immagini, con testi di Paolo Nifosì e Giuseppe Nifosì). Molte sono le opere inedite per un excursus che ripercorre decenni dell’arte di Sarnari a partire dalla fine degli anni Cinquanta del Novecento.
Una mostra che esalta la simbiosi tra l’uomo e il pittore. Quando l’arte fa da nutrimento all’anima sin dalla più tenera età, accade che i due aspetti, quello umano e quello artistico, si fondano insieme. Una lunga esperienza di storia individuale sì, ma anche collettiva, sociale, vissuti tra Roma e la Sicilia, isola dove si è trasferito nei primi degli anni ’70, raccontati attraverso la pittura; una mostra-evento che celebra l’ingegno creativo e la personalità di uno degli artisti contemporanei più apprezzati.
Da una prima fase dentro “la cosiddetta nuova figurazione”, in cui la produzione era costituita da studi di figure, dallo spazio interno di una casa, dallo studio, ci si orienta sempre di più verso i “Frammenti”, “venendo a mancare la certezza della completezza di un corpo nella sua idealità, nella sua classicità”, come scrive lo stesso Paolo Nifosì nella nota critica all’interno del catalogo della mostra. La fase temporale che comprende il ciclo “Sull’Amore”, i “Frammenti” va dalla seconda metà degli anni Sessanta a tutti gli anni Settanta, per poi lasciare spazio, negli anni Ottanta, al periodo delle “Cancellazioni”, il cui processo ideativo è completamente opposto a quello precedente. Se infatti la pittura dei “Frammenti” è additiva, costruttiva, con le “Cancellazioni” si sottrae, operando su un elemento iconico dato, con l’immissione di un dato estraneo che lo altera. Ma all’interno di questo complesso e continuo percorso artistico, prima delle “Cancellazioni”, si inseriscono il ciclo che ha per titolo “Addio Lyndon Baynes Johnson”, gli studi su Marilyn, su Pascali e la grande tela “Il mare si muove”.
Una ricerca che ci regala anche il ciclo “A Monet e Pollock”. Negli ultimi quindici anni Sarnari manifesta una vitalità creativa sorprendente che oscilla tra la comparsa di nuove icone, come i cieli stellati e i “Neri” assoluti, in cui “il nero da luogo inquieto e ansiogeno diventa una sorta di contrizione e di liberazione, alla ricerca di una profondità misteriosa insondabile, e la riproposizione di altri temi già presenti che ritornano con nuove variazioni, come i Frammenti, i Controluce, le Cancellazioni”, ribadisce Nifosì.
Un grande evento artistico in cui si rende omaggio all’arte di Sarnari e alla sua evoluzione, alla sua ricerca. “Il verbo sottrarre è un modo di iniziare a comprendere l’opera di Franco Sarnari, sottrarre per affermare una sua verità sulla contemporaneità, sottrarre per negare, sottrarre per entrare nella vita con una nuova percezione, quella che definisce il “tempo ripetuto”, in cui ridiscute lo spazio-tempo, tema centrale della fisica del Novecento, tema che diventa fatto espressivo che nel suo procedere va dall’intuizione alla consapevolezza, dal fare avvertito come urgenza, come necessità, alla chiarezza delle sue riflessioni”, spiega Nifosì in apertura di catalogo.