Franco Vimercati
La Galleria Raffaella Cortese è lieta di presentare un progetto espositivo che rende omaggio al fotografo milanese Franco Vimercati, artista con il quale ha inaugurato la propria attività nel 1995.
Comunicato stampa
Dopo quindici anni dalla scomparsa dell’artista, a cui sono state dedicate importanti antologiche presso istituzioni pubbliche quali Staatliche Kunstsammlungen Dresden di Dresda (2014) e Palazzo Fortuny di Venezia (2012), la mostra si articola nei tre spazi della galleria riunendo tre momenti significativi dell’opera del fotografo, la cui personalissima ricerca è sostanziale per la storia della fotografia italiana del secondo novecento. Nato nel 1940, Vimercati è stato un fotografo attento ed essenziale, interprete del silenzio e della serialità del reale. Il suo interesse si è sempre diretto verso immagini apparentemente semplici che stanno all’origine di una ricerca sulla fotografia svolta a partire da elementi presi dalla realtà. Il suo modo di lavorare è caratterizzato da una delicatezza di linguaggio che parla della complessità dell’esistere e i soggetti privilegiati sono quelli che appartengono alla vita quotidiana, oggetti comuni che avviano a un’ampia riflessione sul senso della visione e del gesto fotografico. Sensibile alla contemporaneità, nel corso degli anni è stato accostato ad artisti legati al minimalismo quali Ad Reinhardt, Robert Ryman, Agnes Martin e all’arte concettuale, come Giulio Paolini. Anche Ugo Mulas e Luigi Ghirri sono stati riferimenti importanti.
Nello spazio di via Stradella 4 sono esposte opere tratte dalla sua prima serie fotografica, realizzata nel 1973 e intitolata Sulle Langhe. Si tratta di fotografie in bianco e nero che ritraggono gli abitanti di un paese della campagna piemontese in cui Vimercati era solito trascorrere le vacanze estive. I ritratti svelano l’intenzione di classificare i mestieri, sull’onda del grande progetto di catalogazione delle tipologie umane di August Sander. Da questi primi lavori emergono già la serialità, l’interesse per l’esplorazione del linguaggio fotografico più che per il soggetto e l’approccio concettuale che diverranno la matrice della produzione successiva. La preziosità di questi scatti è estremamente rara, non solo per il fatto di essere stati esposti in pochissime occasioni, ma anche perché, dopo questa prima esperienza, Vimercati isolerà la macchina fotografica all’interno delle mura domestiche.
Al nucleo centrale della sua opera, il ciclo della zuppiera, è dedicato lo spazio di via Stradella 7. La zuppiera è un piccolo oggetto trovato casualmente, che ha interessato l'artista per un periodo di quasi dieci anni, tra il 1983 e il 1992. Le fotografie realizzate in questo decennio rappresentano sempre la stessa zuppiera, resa mutevole da messa a fuoco, inquadratura e luce, aprendo un’affascinante ricerca sulla fotografia condotta a partire da un piccolo oggetto che diventa soggetto di 99 scatti, alcuni organizzati in gruppi di sei, altri intesi come immagini singole. Non è più la serie a essere potenzialmente infinita, ma le possibilità di rappresentazione sempre diverse. L’oggetto diventa per Vimercati segno di sperimentazione e acquista una valenza quasi rituale. “Si tratta di una riduzione necessaria per evidenziare al meglio le differenze - tema di tutto il mio lavoro - che ogni fotografia esibisce se comparata alle altre”.
Nello spazio in via Stradella 1 è esposta una serie significativa della produzione degli anni ’90, le capovolte, fotografie che ritraggono oggetti di uso quotidiano così come il processo fotografico li restituisce nella camera, ossia capovolti. Dopo i primi scatti, l’approccio di Vimercati si estremizza ulteriormente lasciando l’immagine sfocata o impressionandola mediante l’utilizzo del foro stenopeico, espressione di un’ulteriore radicalizzazione dell’oggettività del fotografo, che non interviene raddrizzando o mettendo a fuoco l’immagine per rendere leggibile il soggetto, ma lascia che la fotografia “avvenga”, che “scocchi” autonomamente.
La mostra è accompagnata da una presentazione di Andrea Viliani e da un testo critico di Simone Menegoi.
Si ringrazia l’Archivio Franco Vimercati per la preziosa collaborazione.
Franco Vimercati (Milano, 1940-2001). All’artista sono state recentemente dedicate alcune importanti mostre personali: 2014 Die Dinge des Lebens / Das Leben der Dinge. Franco Vimercati & George Kubler, Staatliche Kunstsammlungen Dresden, Dresda; 2012 Franco Vimercati. Tutte le cose emergono dal nulla, Palazzo Fortuny, Fondazione Musei Civici Venezia, Venezia; 2009 Fotografia Europa – Eternità. Il tempo dell’immagine, Reggio Emilia. Tra le mostre collettive recenti: 2016 L’Inarchiviabile, FM Centro per l’Arte Contemporanea, Milano; 2015 Cantiere del ‘900. Opere dalle collezioni Intesa Sanpaolo, Gallerie d’Italia, Milano; 2012 Addio anni settanta. Arte a Milano 1969/1980, Palazzo Reale, Milano; 2010 Conceptual Art – The Panza Collection, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, Rovereto; 2008 Italics – Arte italiana fra tradizione e rivoluzione 1968-2008, Palazzo Grassi, Venezia e Museum of Contemporary Art, Chicago.