Franco Vimercati – The World in a Grain of Sand Il mondo in un granello di sabbia
Prima grande mostra a Roma dedicata a Franco
Vimercati, uno degli artisti fotografi più significativi della sua generazione.
Comunicato stampa
Mercoledì 7 giugno, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea in collaborazione con l’Archivio
Franco Vimercati e la Galleria Raffaella Cortese inaugura la prima grande mostra a Roma dedicata a Franco
Vimercati, uno degli artisti fotografi più significativi della sua generazione, creatore di un linguaggio visivo
unico, di grande ricerca estetica e concettuale. La curatela affidata a Susan Bright e il testo critico scritto dalla
storica dell’arte Doris Von Drathen hanno consentito un’interpretazione inedita del lavoro di Vimercati,
studiato approfonditamente da due voci femminili contemporanee. Il progetto espositivo sarà
accompagnato da un catalogo edito da Tlon, con testi di Doris Von Drathen e Saretto Cincinelli, introdotto
da una prefazione di Susan Bright.
Franco Vimercati (Milano 1940-2001), partendo da una formazione iniziale come pittore presso l’Accademia
di Brera, nel 1973 comincia a indirizzare la sua pratica artistica verso la fotografia. Dopo la prima serie Le
Langhe, consistente in 38 ritratti di alcuni abitanti di un paesino delle Langhe piemontesi, le sue successive
fotografie verranno scattate nel proprio ambiente domestico riproducendo una ristretta gamma di oggetti:
piastrelle, assi del pavimento o oggetti d’uso quotidiano, sempre a portata di mano dell’artista. La bellezza e
il fascino esercitato dagli oggetti scaturiscono dall'equilibrio apparentemente contraddittorio tra intimità e
rigorosa oggettività, o tra banalità e poesia, insito nelle immagini.
Spesso realizzate in serie, le fotografie richiamano i lavori dell'arte concettuale americana di alcuni suoi
contemporanei, come Jan Dibbets, Ed Ruscha o Douglas Huebler, e vi si riscontra l’influenza esercitata su di
lui dalle nuove scoperte artistiche del minimalismo e da figure come Ad Reinhardt, Robert Ryman, Agnes
Martin e Giulio Paolini. Come è evidente per gran parte della produzione dell'epoca, anche Vimercati si è
confrontato con gli aspetti tecnici della fotografia del XX secolo, con le sue caratteristiche essenziali e,
soprattutto, con i suoi limiti, come quelli inerenti le fasi del lavoro con la pellicola, la stampa in camera oscura,
il formato e la serialità. In Vimercati, tuttavia, l’intenzione di superare le indagini scrupolose della propria
ricerca e i processi sperimentali basati esclusivamente sul mezzo, permettono di collocare il suo lavoro su un
registro più poetico.
Osservando le fotografie di Vimercati, emerge la centralità dell’elemento del tempo: scorrono le lievi
mutazioni del giorno, i luoghi della casa e le ombre riflesse dell'artista stesso insieme alla luce che si riflette
a sua volta negli oggetti. Le fotografie richiamano metaforicamente il lavoro operoso che sta dietro all’unicità
e alla perizia artigianale di un tappeto annodato a mano, o ancora la concisa densità delle note musicali di
Bach, due immaginari distanti ed entrambi particolarmente cari all'artista.
Il lavoro di Vimercati richiede quindi una attenta contemplazione e lo spettatore è invitato a prendersi il
tempo per guardare l'opera al fine di cogliere l'attimo nelle immagini rimuovendo le connotazioni narrative,
ricercando quel “granello di sabbia” che potrebbe trattenere un mondo al suo interno.
Il percorso di mostra
La mostra comprende la maggior parte della produzione dell'artista, dal 1974 al 2000, con più di 100 opere
e una selezione di oggetti protagonisti dei suoi scatti, di libri e materiali documentari provenienti dal suo
archivio personale, dispiegando un ricco corpus di opere che restituisce una visione complessiva
particolarmente potente e suggestiva.
Seguendo un criterio volutamente non cronologico, ogni sala espositiva ricrea un'atmosfera specifica che
svela l’approccio metodico e preciso alla fotografia di oggetti, nonché il suo trattamento magistrale della luce
e dell’elemento del tempo. Vimercati sottrae l’oggetto raffigurato dal concetto di natura morta, dal
momento che gli oggetti vengono fotografati puramente in funzione di se stessi, per osservare come si
trasformano quando colti in un certo momento e in una certa modalità.
All’interno della mostra, vengono esposte per la prima volta in Italia sessanta delle sue fotografie
appartenenti al “ciclo della Zuppiera” scattate tra il 1983 e il 1992, un periodo durante il quale Vimercati non
ha prodotto altre fotografie. Mostrarle insieme mette in evidenza le differenze, più che le similitudini,
significative nel loro rappresentare un compendio di caratteristiche e tratti ininterrotti del lavoro dell’artista,
mentre ci permettono nel loro complesso di cogliere la sua esperienza fotografica a un livello più personale
e intimo. Ne emergono sia l'intensità sia la varietà delle note emotive espresse.
Completa il percorso espositivo la presenza di un documentario sull'artista ideato da Elio Grazioli e diretto
da Dario Bellini.
“Semplici all’apparenza, le opere di Vimercati racchiudono una bellezza più profonda e momenti di grande
significato. La fotografia, così come la conosciamo oggi, esiste per privilegiare l'immediatezza e lo scambio.
Le opere di Vimercati possono essere intese come l’espressione del desiderio di catturare la natura effimera
del mezzo, ma sono anche permeate del valore materiale ed emotivo dell'artista. La mostra offre l'opportunità
di riesaminare la sua opera in una prospettiva inedita nel contesto del costante mutamento dell’identità del
mezzo fotografico” Susan Bright.
Gli elementi più poetici del lavoro di Vimercati sono messi in luce dalla mostra, che cerca di comprendere il
suo lavoro soprattutto all’insegna dell'intensità della poesia o della musica, cui si reagisce in maniera più forte
e immediata. Come risuona nelle parole dell’artista stesso: "vedo il mio lavoro come una galassia, con stelle
che pulsano".
Franco Vimercati (Milano 1940 - 2001). All'artista sono state dedicate sia importanti mostre personali che
bipersonali, tra cui: Vimercati - Morandi. Ripetizioni differenti, Casa Morandi, Bologna (2021); Franco
Vimercati. Un Minuto, Galleria Raffaella Cortese, Milano (2020); Franco Vimercati. La fotografia, la vita. Un
dialogo con Giorgio Morandi, Istituto Italiano di Cultura di Madrid, Madrid (2019); Franco Vimercati, Galleria
Raffaella Cortese, Milano (2016); Die Dinge des Lebens / Das Leben der Dinge. Franco Vimercati & George
Kubler, Staatliche Kunstsammlungen Dresden, Dresda (2014); Franco Vimercati. Tutte le cose emergono dal
nulla, Palazzo Fortuny, Fondazione Musei Civici Venezia, Venezia (2012); Fotografia Europa - Eternità. Il
tempo dellʼimmagine, Reggio Emilia (2009); Fotografie dal 1973 al 2001. Un viaggio verso la purezza
dellʼimmagine, Villa e Collezione Panza, Varese, e Associazione Culturale Borgovico 33, Como (2008);
Deposizione, San Fedele Arte, Milano (2002); Galleria Milano, Milano (1991); Galleria Martano, Torino (1991);
Studio Marconi, Milano (1984); Galleria Civica Arte Moderna, Modena (1975).
Tra le mostre collettive: At the Studio, Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, Lugano (2023); Ideias. O legado
de Giorgio Morandi; Centro Cultural Banco do Brasil, San Paolo e Rio de Janeiro (2021); Surface Matters, A
photographic collection on ceramic, MUT - Mutina for Art, Fiorano Modenese (2018); IT, Fondazione Rolla,
Bruzella, Svizzera (2017); Quand fondra la neige où ira le blanc. Opere dalla Collezione Enea Righi, Palazzo
Fortuny, Venezia (2016); L'Inarchiviabile/The Unarchivable, FM Centro per l'arte contemporanea, Milano
(2016); The Lasting, Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, Roma (2016); Cantiere del '900.
Opere dalle collezioni Intesa Sanpaolo, Gallerie d'Italia, Milano (2015); Addio anni Settanta. Arte a Milano
1969/1980, Palazzo Reale, Milano (2012); Conceptual Art - The Panza Collection, Museo di Arte Moderna e
Contemporanea di Trento e Rovereto, Rovereto (2010); Italics - Arte italiana fra tradizione e rivoluzione 1968-
2008, Palazzo Grassi, Venezia, e Museum of Contemporary Art, Chicago (2008); Utopie quotidiane, PAC
Padiglione Arte Contemporanea, Milano (2002); Every Day - 11th Biennale of Sydney, Sydney (1998);
Fotomedia, Rotonda della Besana, Milano (1975).
L'opera di Franco Vimercati è gestita dall'Archivio Franco Vimercati fondato a Milano da Martino Vimercati,
Liliana Dematteis e Bruna Dell'Agnello nel 2015.
Susan Bright è una curatrice internazionale specializzata in media che si basano sulla fotografia. Ha curato
mostre in Europa, America e Australia. A lei è stata affidata la curatela di grandi progetti espositivi per la
Tate Britain, la National Portrait Gallery (Londra), il Princeton University Art Museum, il Lismore Castle Arts
(Irlanda) e la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea (Roma); è stata anche la curatrice
principale di vari festival in Spagna e Germania. Ha pubblicato sette libri con case editrici come Tate, Thames
& Hudson e Aperture.
La Galleria Raffaella Cortese ha aperto il suo primo spazio espositivo con una mostra personale dedicata a
Franco Vimercati nel 1995. Situata sin dall’inizio nel quartiere milanese di Città Studi, attualmente la galleria
ha la sua sede principale in Via A. Stradella, 7 e dispone di altri due spazi espositivi nella stessa via.
Sviluppandosi nei tre spazi e consentendo agli artisti di presentare le proprie opere in contesti diversi, oltre
ad avere più mostre contemporaneamente, il programma espositivo della galleria aspira a promuovere il
dialogo tra artisti di diverse generazioni e origini.
La galleria rappresenta un gruppo transgenerazionale di 30 artisti internazionali con una particolare
dedizione alla rappresentazione di artiste donne e avvalendosi di collaborazioni di lunga data con importanti
istituzioni pubbliche. Le pratiche degli artisti sono incentrate su temi cruciali come le identità individuali,
politiche e nazionali, il corpo, il linguaggio e la letteratura, nonché su questioni di femminismo e femminilità.
Grazie al suo impegno costante nella promozione della fotografia, delle installazioni, del video e della
performance, la Galleria Raffaella Cortese si è affermata come un esponente fondamentale della scena
artistica contemporanea sia milanese che italiana. La galleria è stata una delle prime a introdurre l’opera
pioneristica di alcune artiste americane nel mercato italiano dell'arte contemporanea negli anni '90 e la
propensione verso le opere di artiste donne è diventata un aspetto distintivo dell'identità della galleria nel
corso degli anni. Un altro punto focale del programma espositivo della Galleria Raffaella Cortese è stato
quello di favorire lo sviluppo e la valorizzazione delle carriere di vari artisti italiani, sia fungendo come luogo
di sperimentazione per le generazioni più giovani sia portando in auge artisti mid-career non ancora
storicizzati.
Nel 2022 Raffaella Cortese ha aperto Aedicula, un secondo spazio espositivo ad Albisola Superiore (Liguria),
una finestra sull'arte contemporanea che presenta due progetti speciali di artisti diversi all’anno.
Doris Von Drathen è una storica e critica d'arte indipendente nata ad Amburgo. Residente a Parigi dal 1990,
ha insegnato all'École des hautes Études di Parigi, alla Rijksakademie di Amsterdam, all'Architectural
Association di Londra e, per diversi semestri, alla Cornell University nello Stato di New York. Ha tenuto
regolarmente lezioni alla Columbia University di New York e all'Università di Alvaro Alto di Helsinki e dal 2007
è docente all'École Spéciale d'Architecture di Parigi.
Nota per il suo approccio trasversale, Doris von Drathen ha pubblicato il suo studio: Vortex of Silence -
Proposition for an Art Criticism Beyond Aesthetic Categories, 2004, cui sono seguite monografie come:
Rebecca Horn - Sculptures, 2005 e Drawings, 2006; Pat Steir - Installations, 2006 e Paintings, 2007; Rui Chafes,
2008; Nalini Malani, 2010; e Painting Space - Fabienne Verdier, 2012; Felice Varini, 2013; Kimsooja, 2015; Rui
Chafes, 2017; Susumu Shingu, 2018; Ali Kaaf, 2022; Freiraum, la sua ricerca sulle forze spaziali nell'arte
contemporanea è in corso di pubblicazione.
Saretto Cincinelli, critico e curatore nato a Montevarchi (AR) nel 1956, ha collaborato a Flash Art (Milano) e
Ars Mediterranea (Barcellona), suoi scritti sono apparsi in varie monografie, tra cui: Tony Cragg, BSI Art
Collection, Zürich 2007; Daniela De Lorenzo, La Gallera, Valencia, 2008; Soulages XXI° Siècle, Musée de Beaux
Art Art de Lyon 2012/13; /Uncinematic. George Drivas, Galleria Nazionale, Roma, 2017. Nel periodo 2007-
2012 ha co-diretto la rassegna annuale L’evento immobile promossa da Casa Masaccio (San Giovanni
Valdarno) e Man (Nuoro). Ha curato le prime personali italiane di Mark Lewis, Man Nuoro e Museo Marini
Firenze, 2009 e di David Claerbout, Mart Rovereto, 2012-13. Nel 2016 ha collaborato con Cristiana Collu a
Time is Out of Joint, nuovo progetto espositivo della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea,
Roma.
Fra le mostre recenti: Robert Morris, Galleria Nazionale, Roma, 2019/20; Andrea Santarlasci, Casa Masaccio,
2019/20; Emanuele Becheri, Museo 900, Firenze, 2020; Giorgio De Chirico, Palazzo Blu, Pisa 2020/21;
Andature. Chiara Bettazzi, Daniela De Lorenzo, Museo Marini, Firenze, 2021; Surplace Chiara Bettazzi,
Galleria Nazionale, Rome, 2022