François Bonjour – All’essenza della materia
Spesso nel percorso di un artista il linguaggio giunge a piena maturazione quando riesce a esprimersi attraverso pochi elementi. François Bonjour sembra essere arrivato proprio a questo punto.
Comunicato stampa
MUST GALLERY inaugura giovedì 19 Aprile 2018 dalle ore 18.00 la mostra personale di FRANÇOIS BONJOUR - All’essenza della materia.
Spesso nel percorso di un artista il linguaggio giunge a piena maturazione quando riesce a esprimersi attraverso pochi elementi. François Bonjour sembra essere arrivato proprio a questo punto. Il suo è stato un lento e paziente cammino verso l'essenzialità. È come se l'artista avesse attuato una graduale depurazione da ogni orpello, un inesorabile abbandono di tutto ciò che non risultava essere necessario all'estrinsecazione del suo pensiero.
Nei lavori più recenti il bagaglio di strumenti a lui tanto caro c'è ancora tutto: c'è la materia, c'è la parola, c'è l'immagine. La sua arte, adesso, pare però distillata, decantata.
Non è facile conquistare questa meta, ci si arriva per tappe. È un lungo viaggio in cui l'ispirazione deve fare i conti con la riflessione, in cui la frenesia creativa deve confrontarsi con la ragione, in cui mente e mano devono saper distaccarsi dalle insidie dell'euforia stilistica. Così è stato per Bonjour, la cui ricerca non ha mai ceduto ad accomodamenti e lusinghe diventando lo specchio di quel desiderio di avvincere senza inganni che da sempre muove il suo animo.
Nelle intenzioni e nelle azioni Bonjour è stato nitido fin dal principio. Eppure negli esiti artistici degli ultimi anni si coglie una maggiore lucidità, una sorta di lirica sobrietà capace di condurre le sue opere fino alle soglie della pura evocazione.
Ecco allora che la poetica di Bonjour ci arriva ancor più come un sussurro: misurata ma incisiva, raffinata ma perentoria, si affida a una leggerezza compositiva che nulla toglie alla potenza del messaggio.
I lavori dell'artista sono universi in bilico tra visione e realtà, sono riverberi del mondo. Un mondo che Bonjour ama sbirciare con ironica benevolenza e che sa poi restituire purificato dalla sua mediocrità, come se volesse nobilitarlo. Come se volesse disciplinare il caos della materia.
Bonjour raccoglie frammenti dell'esistenza per farne strumenti di un racconto intimo: avvicinati l'un l'altro in spazi soppesati fin nei minimi dettagli, essi assumono uno spessore concettuale che li carica di significati profondi.
Fogli di carta, brandelli di stoffa, fili di spago, pagine di libro e pezzi di cera rossa sono per l'artista elementi della dimensione reale da trasfigurare in elementi della dimensione interiore, entità del ricordo e dell'inconscio. Bonjour armonizza i rapporti formali tra le parti, struttura fitte associazioni, erige teatri della rievocazione dove si stratificano tempo e spazio.
La sua è una prassi aggregativa che si muove tra calcolo e casualità, tra gioco e regola, tra equilibrio e dinamismo.
Accostamenti e sovrapposizioni congiungono tra loro materia, parola e colore in una trama costruita con meticolosa attenzione che accentua il senso del nascosto, sollecitando un colloquio serrato con le memorie che ognuno di noi custodisce. È così che le opere di Bonjour diventano veri e propri luoghi pulsanti popolati da raccordi e divergenze. Luoghi in cui prendono vita storie, in cui l'accurata giustapposizione dei materiali diviene il delicato racconto di esperienze e di meditazioni da condividere.
Bonjour crea itinerari da seguire, soglie da varcare, connessioni da interpretare. I suoi lavori sono territori da esplorare, conoscere e sperimentare. Vanno osservati con attenzione per scoprirne le sfumature e i dettagli, perché è proprio lì che si dispiega con più forza la narrazione.
Una narrazione che nelle opere raccolte per l'appuntamento espositivo luganese alla Must Gallery appare ancor più sciolta e lieve, scrupolosa nel suo presentarsi ai nostri occhi ma al contempo pregna di quell'urgenza espressiva che ne testimonia l'impeto mai sopito.
Sfilano, a testimonianza di quel processo ordinatore avviato da Bonjour e di quella sua brama impellente di estrapolare la sostanza delle cose, i pezzi realizzati negli ultimi anni, dove ancora le protagoniste assolute sono le sue adorate carte, ormai diventate per lui un marchio di fabbrica. Fogli rari, unici talvolta, scovati dall'artista nei suoi spostamenti alla ricerca di nuovi materiali da interrogare. Come la carta giapponese trovata a Losanna, esemplare esclusivo e per questo ancor più prezioso, che Bonjour tratta con acqua e colla fino a sviscerarne l'essenza. O come la carta carbone dalle tinte notturne che l'artista aggredisce, sfregia, fa a brandelli, lega con dello spago e infine adagia su sfondi bianchi di un candore quasi romantico, a creare composizioni dall'impeccabile pulizia formale.
E poi sfila la cera rossa, anch'essa materia particolarmente amata da Bonjour: manipolata, incisa, tormentata, schiacciata, diviene simbolo solenne dell'enfasi e del tormento, come quando viene plasmata dall'artista fino ad assumere l'aspetto di una croce e poi inchiodata a una pagina di libro dai bordi inceneriti.
Pochi elementi servono ormai a Bonjour come poche parole servono a un buon oratore. I suoi allestimenti si fanno sempre più concisi, essenziali, nondimeno acquistano in intimità e vigore. Sono espressione della sua maturazione interiore, del suo bisogno di arrivare a noi in modo diretto, senza fronzoli, per rivelarci appieno l'intensità del suo sguardo visionario.
Alessia Brughera
François Bonjour, Zugo (CH) 1948
Dopo il liceo artistico frequentato a Torino si diploma al Centro Scolastico per le Industrie Artistiche (CSIA) di Lugano nella sezione Arti decorative e poi in Architettura di interni. L’interesse per la pittura matura negli anni del liceo torinese, quando si sente in contraddizione con il metodo d’insegnamento che prevede poco disegno e una scarsa informazione sull’arte moderna. A compensare tali lacune inizia a frequentare, soprattutto di sera, lo studio del maestro-pittore Arduino, affreschista e pittore romantico ben conosciuto nell’ambito culturale torinese. Nel suo studio si esercita soprattutto nella figura e nel nudo, sviluppa la tecnica del carboncino (fusain), l’uso delle luci e delle ombre.
Nel 1969 si trasferisce a Lugano dove conosce e frequenta artisti e intellettuali della cultura svizzero-italiana, in particolare Nag Arnoldi, Alberto Salvioni, Sergio Emery, Carlo Cotti nonché il critico Walter Schönenberger. Ottiene il primo riconoscimento pubblico in una collettiva a Vergiate, villaggio in provincia di Varese dove abita Enrico Baj. La giuria, presieduta da Renato Guttuso e dallo stesso Baj, premia la sua opera. Da quel momento si dedica intensamente alla pittura, tiene le prime mostre personali e fino al 1978 espone anche fuori dai confini cantonali. Segue una lunga pausa che verrà interrotta solo nel 2002, durante la quale continua una comunque un’intensa e assidua ricerca sulle tecniche, le sostanze pittoriche e sui materiali; indaga i linguaggi e le tendenze più avanzate dell’arte moderna e contemporanea: dalle ascendenze surrealiste degli ultimi anni Sessanta all’Arte povera compresi gli sperimentalismi polimaterici degli anni Settanta con ibridazioni tra pittura e scultura, che si concludono con un ritorno alla figurazione del corpo.
In seguito, lentamente, la figurazione tende a sgretolarsi. Le opere diventano più gestuali e sempre più caratterizzate da una fitta partitura di segni che tramano la pagina pittorica creando ritmi e movenze con cui immette un flusso temporale dentro la staticità della superficie. Accanto alla componente materica e ad un segno sempre più diffuso, nelle sue opere si aggiunge una presenza progressivamente più marcata della scrittura, con veri e propri messaggi scritti che avvolgono le immagini in un intreccio vorticoso. La componente scritta, a volte pacata ed a volte frenetica, diventa sempre più importante sino a talvolta invadere l’intera superficie. Nel contempo cerca di evadere in spazi più ampi e invade anche la superficie del vetro e del plexiglas creando segni e ombre che possono essere interpretati liberamente. La materia polverosa delle cataste di lettere cadute prende corpo anche nel volume plastico costituito da materiali (carta, cartone, legno ecc.) e da immagini strappate ai giornali e incollate come manifesti abbandonati.
“Parole fatte di materiali di riuso, materiali poveri, diventano pelle della città finita fra i rifiuti e riportate a dignità d’arte”. (Chiara Gatti). «Ho sempre voluto - indica François Bonjour - che il mio lavoro riuscisse a scatenare e cogliere l’attimo fuggente con immediatezza, precisione e semplicità pittorica. Per costruire un certo tipo di “presenza” fatta di luci, di linee forti e decise ed a volte devastanti senza rinunciare al lato poetico-umano e mediatico». I segni, le scritte, i simboli, le immagini, i materiali e la polvere sono considerati dall’artista come un diario del nostro essere tra passato e presente mentre ci si sporge con visionarietà sul futuro.
François Bonjour è stato tra i 9 artisti italiani e svizzeri invitati alla Mostra internazionale “Utopie e Visioni della Modernità. 9 interpretazioni” tenuta nei mesi di marzo e aprile 2011 allo SpazioOfficina di Chiasso per iniziativa del Comune e del Dicastero Cultura, curata da Dalmazio Ambrosioni, critico d’arte. In quell’occasione è stato premiato alla prima edizione del Premio Arte Contemporanea Chiasso dalla giuria composta da Luigi Ficacci, storico dell’arte, soprintendente per i Beni culturali di Bologna, Ferrara e province della Romagna; Luigi Sansone, critico d’arte a Milano e New York; Alberto Nessi, scrittore e poeta; Dalmazio Ambrosioni, curatore della mostra; Nicoletta Ossanna-Cavadini, direttrice del m.a.x. Museo e responsabile del settore arti figurative del Comune di Chiasso. Nell’estate-autunno 2011 tiene un’importante personale allo Spazio Ambiente di Locarno; in questo periodo perfeziona la collaborazione con John Doing, artista tra Italia Svizzera e Giappone, sensibili l’uno e l’altro nella ricerca di nuovi materiali per l’arte e di nuove forme espressive.
Presente nel Catalogo degli artisti contemporanei svizzeri (1981), Bonjour è membro attivo di Visarte. Vive e lavora a Dino, Lugano.