Françoise Calcagno / Alain Rivière – Volti
La Galleria Calcagno è lieta di presentare la sua prossima esposizione. Due gli artisti a confronto: Alain Rivière e Françoise Calcagno, che si interrogano vicendevolmente sul significato del volto.
Comunicato stampa
In occasione della Ottava Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI, la Galleria Calcagno è lieta di presentare la sua prossima esposizione. Due gli artisti a confronto: Alain Rivière e Françoise Calcagno, che si interrogano vicendevolmente sul significato del volto.
Le pitture proposta da Alain Rivière fanno parte della serie 24 Volti per Luigi Nono: un omaggio al grande compositore veneziano, la cui opera ha molto colpito ed influenzato l'artista.Questa serie è una nuova tappa della ricerca pittorica sulla testa, e in particolare sul viso, che Alain Rivière ha intrapreso da diversi anni. Fin dalle sue prime opere infatti l'artista si è interrogato sul ritratto, inteso come un campo di ricerca tutt'altro che esaurito, con tante altre cose da rivelarci. A partire da questa riflessione, Alain Rivière ha improntato il suo lavoro sul dipingere i legami, le rotture, i rapporti di confronto tra il mondo esterno – i visi visibili – e il mondo interiore – tutto ciò che è nella testa. Seguendo questo approccio, si è astenuto dal ritrarre persone particolari: i suoi visi sono anonimi e fanno parte di presenze primitive, denudate delle caratteristiche proprie, che tuttavia non impediscono l'emergere di espressioni forti. In questo quadro di ricerca, corpo e mente sono in costante relazione: l'esterno (i contorni, le forme, le aperture del viso come gli occhi, la bocca, le orecchie) e l'interno (i pensieri, le ossa, il cervello e tutti gli altri elementi corporali) divengono lo scopo della pittura, per rinnovare il nostro sguardo sul mondo, a volte conosciuto, a volte sconosciuto.
Ricerca differente e complementare è quella di Françoise Calcagno, che espone un ulteriore approfondimento nel campo della memoria e del recupero del passato, qui fissato anche nei volti del presente; tra la moltitudine di materia e le campiture di colore che imprimono il supporto, si fanno largo personalissimi volti non del tutto rivelati, che creano un legame intimo e personale con lo spettatore, portato per mano ad interrogarsi sul tempo esulle emozioni suscitate dai volti. “Mi sono chiesta quali sono il territorio e il confine delle relazioni con gli altri e dove si trovano fisicamente. Una delle risposte è stata: il territorio è la mente, ma il territorio è anche il corpo, nostro e dell'altro. Qual è il confine della mia relazione con l'altro e dov'è il luogo di questo confine, è la mente o è il corpo o lo sono entrambi? La tela, la materia, il colore sono anch'essi “luogo”, spazio fisico, territorio con dei limiti, dei confini, degli spazi (il nero che chiude a destra, i segni, i merletti, le fotografie), ma alla fine anche la pittura sulla tela abbraccia, include, non esclude.”