Funky Tomato
L’incontro – una delle tappe che portano il Funky Tomato Tour in tutta Italia – è finalizzato a descrivere e discutere il progetto con attivisti e realtà di movimento, oltre a raccogliere fondi da coloro che vogliono partecipare alla sua realizzazione.
Comunicato stampa
L’incontro – una delle tappe che portano il Funky Tomato Tour in tutta Italia – è finalizzato a descrivere e discutere il progetto con attivisti e realtà di movimento, oltre a raccogliere fondi da coloro che vogliono partecipare alla sua realizzazione.
Cos’è Funky Tomato?
è un progetto di produzione di conserve di pomodoro di alta qualità attraverso un’organizzazione del lavoro fondata sulla solidarietà e sulla la dignità, utilizzando gli strumenti giuridici disponibili.
Funky Tomato nasce nel 2015 in Basilicata, dalla volontà di contrastare il caporalato, la ghettizzazione e lo sfruttamento dei braccianti stranieri in agricoltura, con l’obiettivo di mostrare che le piccole aziende contadine possono produrre pomodoro di qualità e allo stesso tempo coinvolgere lavoratori stranieri, contribuendo alla loro emancipazione dallo sfruttamento.
Nel 2016 Funky Tomato coinvolge nella produzione e trasformazione del pomodoro una decina di aziende agricole, cooperative agricole e cooperative sociali tra la Basilicata e la Campania.
Funky Tomato è un pomodoro a filiera partecipata e trasparente: coloro che acquistano le conserve di pomodoro – ristoranti, gruppi di acquisto solidale, botteghe, mense, singoli consumatori – sono co-produttori e parte di una comunità.
È possibile diventare co-produttori di Funky Tomato sia attraverso donazioni sia attraverso il pre-acquisto del prodotto.
Nella filiera produttiva di Funky Tomato la stessa produzione agroalimentare – ma potrebbero esserlo anche altri cicli produttivi – diventa un bene comune di molti: dagli imprenditori ai lavoratori, dai distributori ai fruitori finali, tutto il ciclo genera un sistema autonomo che cerca di modificare la cultura economica speculativa che ci ha condotto nella drammatica crisi economica e sociale che viviamo oggi.
Nel momento in cui il lavoro, da fondamento della nostra organizzazione politica, economica e sociale (una repubblica fondata sul lavoro, dice la nostra costituzione), diventa una merce qualsiasi da conquistarsi, a discapito di altri, nella giungla del mercato globale, allora la stessa dignità della vita, che l’uomo ritrova nell’orgoglio di ciò che fa, viene messa in discussione, e si fa spazio nella nostra cultura diffusa l’idea che il lavoro possa essere anche, e sempre più, indegno, servile, senza più tutele né regole, ad eccezione di quelle del mercato.
Ma è proprio quando le istituzioni pubbliche disattendono, per lungo tempo e con sempre più presunzione, le esigenze e i desideri di vaste parti del loro popolo, ecco che i cittadini si riorganizzano e creano nuove forme di produzione e redistribuzione, gettando al contempo i semi per nuovi spazi istituzionali all’interno dei quali gli individui possano governare beni e risorse autonomamente e direttamente.
E Funky Tomato apre in questo senso alla prospettiva di una cittadinanza meticcia, fondata sul lavoro all’interno di una comunità solidale, inclusiva e dunque capace di coinvolgere attraverso il lavoro comune anche coloro che oggi vengono esclusi sulla base del sangue, della pelle o della razza.
L’iniziativa all’Ex-Asilo è rivolta a chiunque sia interessato alla costruzione di filiere agroalimentari partecipate, e a conoscere cosa c’è dietro i prodotti che arrivano sulle nostre tavole.
Funky Tomato è un progetto culturale, che vede protagonisti artisti, cuochi, artigiani, nella costruzione e nel racconto delle attività.
Alla tappa napoletana del Funky Tomato Tour 2016 contribuirà Daniele De Michele – alias Don Pasta – scrittore, cuoco e dj: al termine del dibattito Don Pasta leggerà la Favola del Caporalato e proporrà il suo cooking Dj Set
L'Asilo è un'officina di cultura autogovernata e interdipendente gestita da una comunità aperta, plurale e mutevole di lavoratrici e lavoratori dello spettacolo e della cultura. Una nuova istituzione basata su una pratica di gestione condivisa e partecipata, in analogia con gli usi civici: una diversa fruizione di un bene pubblico non più basata sull’assegnazione ad un determinato soggetto privato, ma aperto a tutti quei soggetti che lavorano nel campo della cultura e che, in maniera orizzontale e trasparente, condividono i progetti e coabitano gli spazi.
In ambito musicale l'Asilo favorisce il confronto tra artisti e mira a costruire un pubblico più consapevole ed esigente.
Ogni evento è a ingresso libero. È gradito un contributo a piacere che serve ad abbattere le spese minime e a dotare gli spazi dei mezzi di produzione necessari ai lavoratori dello spettacolo, dell’arte e della cultura per portare avanti la sperimentazione politica, giuridica e culturale avviata all’Asilo.