Fuori! Arte e spazio urbano 1968-1976
La mostra presenta i momenti emblematici del rapporto tra arte e spazio urbano in Italia tra 1968 e 1976.
Comunicato stampa
La mostra prosegue idealmente il percorso espositivo del Museo del Novecento, che si conclude negli anni Sessanta con lavori che superano il limite tradizionale del quadro o della scultura: dagli ambienti programmati e cinetici all’arte povera e all’Habitat di Luciano Fabro.
Negli anni intorno al 1970 l’artista scende in strada: “fuori” dal museo e dalle gallerie, per confrontarsi con il mondo reale e coinvolgere un pubblico più ampio - attraverso performance, azioni, animazioni, installazioni, sculture… - su questioni politiche, sociali, ideologiche. Si tratta di ridefinire il proprio linguaggio per una “riappropriazione creativa del tessuto urbano”, attraverso un’arte non pensata per il museo o il mercato, ma finalizzata alla sollecitazione estetica e ludica del fruitore.
L’esposizione presenta momenti emblematici del rapporto tra arte e spazio urbano in Italia tra 1968 e 1976. Apre i giochi Arte povera + azioni povere (Amalfi, 1968): la prima mostra importante, in Italia, costituita da azioni d’artista nelle strade, sulla scorta delle esperienze di appropriazione degli spazi pubblici del Sessantotto. E li chiude Ambiente come sociale, la sezione curata da Enrico Crispolti alla Biennale di Venezia del 1976: prima e fondamentale ricognizione delle esperienze sul territorio realizzate fino a quel momento, di cui si propone in mostra una documentazione in parte ancora inedita.
Più in particolare sono state scelte, come esemplificazioni di anni così vivaci e contraddittori, quattro mostre storiche, diverse per modalità di interventi e specificità tematiche, che rappresentano imprescindibili modelli di riferimento per la vicenda dell’arte pubblica in Italia:
Arte povera + azioni povere (Amalfi, 1968; a cura di Germano Celant)
Campo Urbano (Como, 1969; a cura di Luciano Caramel)
Festival del Nouveau Réalisme (Milano, 1970; a cura di Pierre Restany)
Volterra ’73 (Volterra, 1973; a cura di Enrico Crispolti)
Tra gli ulteriori interventi tipici di quel clima e di una realtà estremamente articolata - ancora in attesa di una fondata storicizzazione, cui questa mostra intende contribuire - si presenteranno lavori specialmente emblematici come i gonfiabili di Franco Mazzucchelli fuori dai cancelli dell’Alfa Romeo di Milano (1971); l’azione sonora di Maurizio Nannucci (Firenze, 1976); i "lenzuoli" di Giuliano Mauri alla Palazzina Liberty di Milano (1976); i lavori di Ugo La Pietra e Riccardo Dalisi...
La novità della mostra consisterà soprattutto nel racconto di quegli anni sia attraverso video appositamente restaurati in grado di rendere conto adeguatamente della vitalità diffusa e dell’originale sperimentalità degli interventi artistici, sia attraverso una varietà di sequenze fotografiche: dalla proiezione delle superbe immagini di Ugo Mulas per Campo Urbano e per il Festival del Nouveau Réalisme all’esposizione dello spettacolare lavoro di "mappatura" fotografica dovuto a Enrico Cattaneo per Volterra ‘73.
Le ampie vetrate della manica lunga dell’Arengario permetteranno di cogliere frammenti della mostra anche da “fuori”, dalla via che costeggia il Museo. L’idea è di attualizzare le azioni "storiche" degli artisti negli esterni urbani investendo visivamente di nuovo gli spazi della città con le immagini di quelle stesse azioni, coinvolgendo i passanti nel percorso espositivo in una sorta di corto circuito tra passato e presente.