Fuori! Arte e spazio urbano 1968-1976

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO DEL NOVECENTO
Piazza Duomo, 8, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Lunedì 14.30 – 19.30
Martedì, Mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 19.30
Giovedì e sabato: 9.30 – 22.30

Vernissage
14/04/2011
Biglietti

Da marzo 2011: Ingresso intero 5 euro Ingresso ridotto 3 euro (studenti universitari, over 65, dipendenti comunali)

Patrocini

Promosso da
Comune di Milano
in collaborazione con Mondadori Electa Main Sponsor
Bank of America Merril Lynch

Editori
ELECTA
Artisti
Ugo La Pietra, Maurizio Nannucci, Ugo Mulas, Franco Mazzucchelli, Giuliano Mauri, Luciano Fabro
Curatori
Alessandra Pioselli, Silvia Bignami
Uffici stampa
ELECTA
Generi
fotografia, arte contemporanea, collettiva

La mostra presenta i momenti emblematici del rapporto tra arte e spazio urbano in Italia tra 1968 e 1976.

Comunicato stampa

La mostra prosegue idealmente il percorso espositivo del Museo del Novecento, che si conclude negli anni Sessanta con lavori che superano il limite tradizionale del quadro o della scultura: dagli ambienti programmati e cinetici all’arte povera e all’Habitat di Luciano Fabro.
Negli anni intorno al 1970 l’artista scende in strada: “fuori” dal museo e dalle gallerie, per confrontarsi con il mondo reale e coinvolgere un pubblico più ampio - attraverso performance, azioni, animazioni, installazioni, sculture… - su questioni politiche, sociali, ideologiche. Si tratta di ridefinire il proprio linguaggio per una “riappropriazione creativa del tessuto urbano”, attraverso un’arte non pensata per il museo o il mercato, ma finalizzata alla sollecitazione estetica e ludica del fruitore.
L’esposizione presenta momenti emblematici del rapporto tra arte e spazio urbano in Italia tra 1968 e 1976. Apre i giochi Arte povera + azioni povere (Amalfi, 1968): la prima mostra importante, in Italia, costituita da azioni d’artista nelle strade, sulla scorta delle esperienze di appropriazione degli spazi pubblici del Sessantotto. E li chiude Ambiente come sociale, la sezione curata da Enrico Crispolti alla Biennale di Venezia del 1976: prima e fondamentale ricognizione delle esperienze sul territorio realizzate fino a quel momento, di cui si propone in mostra una documentazione in parte ancora inedita.
Più in particolare sono state scelte, come esemplificazioni di anni così vivaci e contraddittori, quattro mostre storiche, diverse per modalità di interventi e specificità tematiche, che rappresentano imprescindibili modelli di riferimento per la vicenda dell’arte pubblica in Italia:
Arte povera + azioni povere (Amalfi, 1968; a cura di Germano Celant)
Campo Urbano (Como, 1969; a cura di Luciano Caramel)
Festival del Nouveau Réalisme (Milano, 1970; a cura di Pierre Restany)
Volterra ’73 (Volterra, 1973; a cura di Enrico Crispolti)

Tra gli ulteriori interventi tipici di quel clima e di una realtà estremamente articolata - ancora in attesa di una fondata storicizzazione, cui questa mostra intende contribuire - si presenteranno lavori specialmente emblematici come i gonfiabili di Franco Mazzucchelli fuori dai cancelli dell’Alfa Romeo di Milano (1971); l’azione sonora di Maurizio Nannucci (Firenze, 1976); i "lenzuoli" di Giuliano Mauri alla Palazzina Liberty di Milano (1976); i lavori di Ugo La Pietra e Riccardo Dalisi...
La novità della mostra consisterà soprattutto nel racconto di quegli anni sia attraverso video appositamente restaurati in grado di rendere conto adeguatamente della vitalità diffusa e dell’originale sperimentalità degli interventi artistici, sia attraverso una varietà di sequenze fotografiche: dalla proiezione delle superbe immagini di Ugo Mulas per Campo Urbano e per il Festival del Nouveau Réalisme all’esposizione dello spettacolare lavoro di "mappatura" fotografica dovuto a Enrico Cattaneo per Volterra ‘73.
Le ampie vetrate della manica lunga dell’Arengario permetteranno di cogliere frammenti della mostra anche da “fuori”, dalla via che costeggia il Museo. L’idea è di attualizzare le azioni "storiche" degli artisti negli esterni urbani investendo visivamente di nuovo gli spazi della città con le immagini di quelle stesse azioni, coinvolgendo i passanti nel percorso espositivo in una sorta di corto circuito tra passato e presente.