g. olmo stuppia – Tenebra
Mostra personale di g. olmo stuppia.
Comunicato stampa
Tenebra è la prima mostra personale a Venezia di g. olmo stuppia, ospitata a SPARC*-Spazio Arte Contemporanea dal 22 febbraio al 21 marzo, 2021. L’evento di apertura è previsto per il 19 febbraio alle 18.00.
Sono raccontate due voci della Venezia quotidiana che hanno incontrato la storia: un tassista della Giudecca, che ha conosciuto Togliatti, Kruscev, Richard Nixon, Roman Polanski perché con la sua barca li portava in giro per la città; e un pittore di Santa Marta che per decenni ha dipinto la sua idea di bellezza e ora vive in una piccola casa-studio con i suoi quadri come unici compagni di vita. In tasca sempre due lettere firmate da Paul Newman e Frank Sinatra che comprarono delle sue opere in tempi ormai lontani.
All’ingresso una figura femminile, sfregiata, una statua della libertà decapitata il cui corpo è finalmente nella mani dell’artista.
Abitano lo spazio semi-oscuro tre video in alta risoluzione, dodici sculture minute, alcuni profumi e tre candelabri d’argento fusi come sculture.
Per l'occasione l'artista è impegnato a lavorare sui dispositivi di luce e di ombra a partire da una visione arcaica ma comunque appartenente ai frammenti dell’odierno: un attrito dinanzi all'ignoranza dilagante; un attrito che scaturisce da un ritrovamento essenziale ed estetico: una sorta di nuova vergine in cemento armato che apre lo spazio di una temporaneità tenacemente resistente ad una contemporaneità primitiva che si fregia di "modernità".
Usando video, sculture, giochi per bambini e effetti di luce calcolati, l'artista siculo-milanese perfonde lo spazio espositivo con “un'atmosferologia” (come intesa da Martin Heidegger prima e da Tonino Griffero poi) unica e la unisce a due voci di una Venezia antica quanto attuale, quella del tassista Giustiniano Brunato e quella del pittore Armando Bozzola.
Ricollegandosi a studi che destrutturano la mitopoiesis del cristianesimo, la poetica femminista lonziana, la visione architettonica di Heinrich Wolfflin, stuppia tratta la sua città adottiva, Venezia, con la profonda ammirazione e stupore che si provano per una catastrofe in corso.
Tenebra si propaga come un canto intriso di una contemporaneità reale, che slitta fuori dalle terroristiche mode di un "terrorista Occidente" (Noam Chomsky). Per navigare la peste, per sublimare il buio.