Gabriela Esplá – Salvaje
Le selve di Gabriela Esplá parlano di resistenza, insegnano che nel silenzio, la forza dell’esuberanza, come quella dei tropici, è capace di riprendersi i territori persi in poco tempo.
Comunicato stampa
Le selve di Gabriela Esplá parlano di resistenza, insegnano che nel silenzio, la forza dell'esuberanza, come quella dei tropici, è capace di riprendersi i territori persi in poco tempo. Queste piante metaforiche continuano imperterrite senza curarsi dell'abbandono o di ciò che accade intorno, coprono e svelano allo stesso tempo. Coprono i segni di identità individuali per fondere tutti nell'esistenza di una collettività forse possibile solo in natura e svelano ogni tanto la fragilità dell'essere oggi senza strati di immagini costruite come filtri, senza alter ego inventati, senza tentativi di apparenze.
Dal Panama Gabriela porta questa esuberanza selvaggia, quella di una giungla psicologica che ha riconosciuto nel comportamento delle piante tropicali che fagocitavano in poco tempo le case degli ultimi colonizzatori andati, l'atto di riprendersi il territorio e costruire la memoria diventa il suo modo per decostruire, frammentare, studiare, ri-comporre e creare: un ciclo da fenice. I boschi toscani la ricevono con un gesto che lei definisce come un dare e lei a sua volta li ripropone formando una nuova selva fatta di frammenti di viaggio che compongono poi quella identità indefinita, fragile e onesta che resiste nonostante tutto.