Gabriele Morleo – La Macchina Mondiale
In mostra le ultime opere di Gabriele Morleo, poliedrico artista pugliese che per l’occasione affida la sua arte all’interpretazione del filosofo Diego Fusaro.
Comunicato stampa
Apre i battenti il prossimo 14 febbraio nella splendida atmosfera di Palazzo Caetani a Cisterna di Latina «La Macchina Mondiale», evento promosso dall'Associacione Eupolis, che mette in mostra le ultime opere di Gabriele Morleo, poliedrico artista pugliese che per l’occasione affida la sua arte all’interpretazione del filosofo Diego Fusaro. Incorniciate dagli affreschi dei fratelli Zuccari, cui sembrano quasi fare da cinico controaltare, le due maxinstallazioni proposte da Morleo - 'Il posto delle fragole' e 'Finale di partita' – ripercorrono le pagine più buie della storia mondiale, cercando di ricostruire e restituire l’identità alle troppe vittime delle stragi che la storia ha trasformato in numeri. Caiazzo, Ustica, Cermis, il canale di Sicilia, Oslo, nella memoria dei più trasformate in lutto collettivo di morti senza nome né storia, sono pezzi monocromi di un puzzle. Ogni tessera è una vittima, una storia, un mondo, cancellato dal concetto aziendale del bilancio delle perdite. Le tessere – insieme – compongono il disegno di quel “Romanzo delle stragi” che pasolinianamente aspira a «rimettere insieme Il i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico». Uno scenario viziato dalla narrazione ideologica e falsa che negli ultimi dieci anni ha provato a raccontare un mondo in cui il conflitto di classe non esiste più, la classe stessa si è liquefatta in un unico indistinto, tribale magma sociale. «Lungi dall'essersi estinta – spiega Fusaro - la lotta di classe si è ridisposta nell'inedita forma del massacro di classe: il Signore sta gestendo unicamente il conflitto, il quale si dà oggi come 'rivolta delle èlites' (C. Lasch). Il Signore in rivolta si sta riprendendo tutto, a partire dai diritti sociali e dalle garanzie guadagnate un tempo dal Servo sul campo di battaglia». È questo il ‘Finale di partita’ immaginato e realizzato da Morleo come una scacchiera gigante – omaggio all’esplorazione artistica di Marcel Duchamp – su cui si muovono le pedine delle classi sociali, rappresentate solo dai propri abiti o arnesi, vestigia ultime di un’identità che non sanno più o non vogliono più rivendicare. Re e regine, uniche figure antropomorfe della scacchiera, immobili, increduli si guardano, cristallizzati nel rimanere fedeli a se stessi. Perché oggi – spiega ancora Fusaro - «il tema è la diserzione, lo sciopero, la rinuncia alla guerra da parte del Servo». Tra arte e filosofia, la mostra affronta i conflitti sopiti del presente interrogando il passato ed i suoi errori, declinati nell’unico linguaggio che oggi sia in grado di attraversare e probabilmente risolvere il divorzio sociale della classe dalla sua idea di sé. Le due maxi-installazioni di Morleo sono la chiave interpretativa di un mondo che si vuole raccontare come caos, ma tale non è. Le opere – in mostra fino al prossimo 21 febbraio - sono espressione di un percorso che per Fusaro «dà fortemente voce alle istanze gramsciane e marxiane del conflitto e della resistenza nel mondo dell'insensatezza divenuto unico senso».