Gabriele Stabile – Refugee Hotel
“Refugee Hotel” è il racconto di un viaggio dei rifugiati appena sbarcati negli Stati Uniti che inizia con la prima notte americana, passata in un motel sulla strada dell’aeroporto.
Comunicato stampa
STORIE DI MIGRANTI
“REFUGEE HOTEL” di Gabriele Stabile
con la proiezione del documentario “LAMPEDUSA IN BERLIN” di Mauro Mondello
L’inaugurazione si terrà il 28 maggio alle ore 17.00 con un’introduzione al tema dal titolo “Prima i migranti, poi gli scafisti” di Monica Ricci Sargentini, giornalista del Corriere della Sera
(Firenze, 25 maggio 2015) – La Robert F. Kennedy Human Rigths International House ospita dal 28 maggio al 12 giugno 2015 la mostra “Refugee Hotel” del fotografo Gabriele Stabile, promossa da Roma Capitale Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica-Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con la curatela di Silvana Bonfili. Prodotta da Gabriele Stabile col supporto di CESURA, l’esposizione presenta una selezione di 50 scatti realizzati dal 2006 al 2012 in bianco e nero e kodachrome.
"Refugee Hotel" è il racconto di un viaggio dei rifugiati appena sbarcati negli Stati Uniti che inizia con la prima notte americana, passata in un motel sulla strada dell'aeroporto.
Un rifugiato è per definizione una persona che ha attraversato un confine per sfuggire a persecuzione religiosa, politica, sessuale o etnica. Ogni anno decine di migliaia di rifugiati vengono reintegrati negli Stati Uniti. Per sei anni, in collaborazione con l'Organizzazione Internazionale delle Migrazioni e altri importanti gruppi umanitari, Stabile ha lavorato in diversi Stati dell'Unione per fotografare rifugiati cubani, africani, asiatici e mediorientali, dal momento in cui entravano in America attraverso il cruciale e doloroso processo di reinserimento.
Una volta in America, infatti, i rifugiati si scontrano con le difficoltà legate all'inserimento in nuove comunità e l'adattamento a nuove regole di convivenza, imparare una lingua straniera, adeguarsi a una cultura drammaticamente diversa.
Oltre a queste battaglie quotidiane, i più soffrono e si perdono nella rielaborazione dei propri traumi, delle proprie memorie e delle proprie nostalgie.
Nelle piccole città in cui vivono, nel cuore della middle America, realtà urbane come Fargo, Charlottesville, Erie o Amarillo alienazione e estraneità sono tanto più evidenti quanto irrisolvibili. Da italiano che per anni ha vissuto e lavorato in un paese straniero, Stabile ha cercato di affrontare in questo lavoro il sentimento di isolamento e di separazione di cui si fa esperienza quando si parte senza promessa di ritorno.
Alla luce, infine, dei recenti flussi migratori che investono le nostre coste, questo lavoro offre un'opportunità di riflessione sulle possibilità, le difficoltà, i limiti e i successi di una mirata politica di accoglienza.
La mostra sarà inaugurata giovedì 28 maggio alle ore 17.00 alla Robert F. Kennedy International House di Firenze, in Via Ghibellina 12/A. Sarà presente per un’introduzione al tema dal titolo “Prima le vite umane, poi gli scafisti” la giornalista del Corriere della Sera, Monica Ricci Sargentini, e seguirà la proiezione del documentario “Lampedusa in Berlin” del giornalista Mauro Mondello, che sarà visibile per tutta la durata della mostra. Il documentario racconta la storia di migliaia di migranti sbarcati a Lampedusa dopo lo scoppio della guerra civile in Libia. Abbandonati a se stessi dalle istituzioni italiane, in molti hanno deciso di dirigersi verso Berlino: peccato che secondo la legge europea l'Italia sia l'unico Paese autorizzato ad accoglierli.
Biografia.
Gabriele Stabile è un fotografo italiano che vive tra Roma e New York. Membro di CESURA dal 2010 e docente dell' ICP, International Center of Photography di New York, ha lavorato per anni su temi legati all'immigrazione.
Mauro Mondello, reporter free lance e corrispondente di guerra, collabora, fra gli altri, con Repubblica, Avvenire, Panorama, Radio Rai, Radio 24, Il Reportage, The Atlantic e Zeit Online.