Gabrielle Goliath – Elegy
Elegy di Gabrielle Goliath è un atto di ricordo collettivo, un’invocazione alla presenza assente di donne o individui LGBTQIA+ violentate e uccise in Sudafrica.
Comunicato stampa
Il termine “elegia” indica un componimento malinconico di compianto per una condizione d’infelicità di varia origine, solitamente associato alla morte o alla lontananza di una persona cara. Il compianto è personale, mai anonimo.
Elegy di Gabrielle Goliath è un atto di ricordo collettivo, un’invocazione alla presenza assente di donne o individui LGBTQIA+ violentate e uccise in Sudafrica. Sviluppata a partire dal 2015 e rappresentata in diverse istituzioni internazionali, Elegy è una lunga performance commemorativa in cui un gruppo di sette interpreti vocali femminili sostengono il canto della medesima nota per la durata di un’ora. Il canto sembra affievolirsi, destinato a dissolversi nella scena buia, fino a quando la successiva performer ne ravviva la potenza. Il suono continuo generato rimarca la brutale persistenza della cultura endemica della violenza e dello stupro, così come di atteggiamenti transfobici, queerfobici o afrofobici. Ciascun lamento funebre è rivolto a una specifica persona, la cui memoria è tramandata, all’interno dell’installazione, da un testo scritto da madri, sorelle, familiari o persone vicine alla vittima. Vengono enunciati i loro nomi, le loro abitudini, le loro qualità, ma anche la violenza e gli atti di sopraffazione a cui sono state sottoposte.
Attraverso una visione affettiva e personale, Elegy è un'occasione di confronto con il radicamento della crisi normativa della violenza patriarcale, un’occasione in cui affermare la pienezza, la bellezza e la resistenza di ogni vita. Elegy è un invito a partecipare a un rituale collettivo di lutto che, in maniera simbolica, diventa un’azione politica di protesta contro qualsiasi forma di abuso razziale, sessuale e di genere.
Porta Santo Stefano
Porta Santo Stefano è situata di fronte ai Giardini Margherita, oasi verde della città. Questa Porta fu re-
alizzata nel XIII secolo e sottoposta a diverse modifiche nel corso del tempo. L’intervento architettonico più significativo avvenne nel 1843, quando si decise di demolire la struttura antica per costruire due piccoli edifici a pianta quadrata in stile neoclassico che ancora oggi compongono la porta. Dopo l’abbattimento delle mura, questi spazi ospitarono svariate attività, tra cui il comitato per Bologna Storica e Artistica, la sezione “Bentini” del Partito Socialista Italiano e il centro sociale Atlantide.