Gaetano Massa – RaPortraits
In mostra, opere dalla recente produzione dell’autore.
Comunicato stampa
Kromìa è lieta di presentare RaPortraits, personale del fotografo Gaetano Massa.
In mostra, opere dalla recente produzione dell’autore.
Testimoniando l’intenso vissuto umano e artistico dei nuovi miti dell’hip hop, Gaetano Massa propone una carrellata di ritratti dei suoi protagonisti in cui contesto e personaggio divengono un tutt’uno. Come del resto è naturale per un genere che nasce proprio quale rivendicazione e riscatto delle proprie origini. Inclusive in particolare di provenienze geografiche e sociali ad alto tasso di difficoltà.
Non a caso, completano il progetto alcuni scatti di piccolo formato proposti a latere dell’esposizione sotto forma di cartoline in open edition, con immagini catturate dall’autore in centri di accoglienza per migranti che utilizzano l’attività musicale come strumento di integrazione ed espressione.
Il ricavato di vendita delle cartoline verrà devoluto interamente da Kromìa e l’artista a YouThink - Associazione di mediazione culturale, progettazione e ricerca sociale.
Dal testo critico di Diana Gianquitto (curatore della mostra, con la direzione artistica di Donatella Saccani): «Diretti. Quegli occhi guardano dritto. Senza peli sulla lingua. Esattamente come la schiettezza, ai limiti del salace, di un MC. E, appunto come un orgoglioso Maestro di Cerimonie, quei menti sono tutti alti. A fissarti fieri, nell’autopresentazione e autoesposizione magari un po’ sfacciata, ma accogliente, di chi ti presenta bold il proprio mondo, volendotici tirare dentro. Trascinante, come la sua musica. (…) Ben memore di come l’hip hop altro non sia che emersione ed espressione di un contesto e una cultura di appartenenza, Gaetano Massa fa sì che le immagini dei suoi protagonisti affiorino esattamente come un tutt’uno dagli ambienti in cui sono nati. (…) La costruzione di una mitologia per attributi, e per ambienti. E con pregnante consequenzialità, è per inquadrature ad asse centrale che Gaetano Massa edifica le sue composizioni. Spesso, addirittura, individuando due ali laterali d’ambiente che abbracciano il soggetto nel mezzo, a creare una tripartizione ottica in cui però il contesto è personaggio tanto quanto, e più che, il suo abitante. Una sorta di sacro trittico, dai colori spesso vividi come tags, per icone di nuovi miti sonori. Necessariamente esasperati, per una musica che è una mitologia ancora tutta da costruire, o meglio icastizzati. Con la stessa naïf - ma sentita - autoglorificazione di una civiltà agli inizi, come quella espressa da Omero. Eroi di battaglie musicali e sociali ancora tutte da vincere. Straight outta - direttamente da, come spesso si presentano - il loro ambiente, il loro hood - quartiere - e il loro popolo. Tutti Achille, dal flow veloce».