Game Arthritis
Game Arthritis si fonda sul presupposto che le ipotesi, mai scientificamente provate, secondo cui l’uso troppo frequente dei videogiochi produca non solo danni psicologici, ma anche danni fisici, siano fondate. Più fantascienza che falso mediatico, Game Arthritis si avvale di una cornice narrativa secondo cui le autorità e le software house avrebbero coperto per anni questa verità, che ora viene alla luce grazie a una serie di fotografie che documentano alcuni casi studio, supportate da citazioni provenienti da studi scientifici e articoli di giornale.
Comunicato stampa
Fabio Paris Art Gallery è lieta di presentare Game Arthritis, un progetto realizzato dal collettivo italiano IOCOSE in collaborazione con Matteo Bittanti, a cura di Domenico Quaranta. Game Arthritis si fonda sul presupposto che le ipotesi, mai scientificamente provate, secondo cui l'uso troppo frequente dei videogiochi produca non solo danni psicologici, ma anche danni fisici, siano fondate. Più fantascienza che falso mediatico, Game Arthritis si avvale di una cornice narrativa secondo cui le autorità e le software house avrebbero coperto per anni questa verità, che ora viene alla luce grazie a una serie di fotografie che documentano alcuni casi studio, supportate da citazioni provenienti da studi scientifici e articoli di giornale.
Se le immagini sono in realtà il frutto di un paziente lavoro di make-up e di post-produzione, le citazioni sono autentiche. Verso la fine degli anni Novanta, la comunità scientifica diffuse una serie di studi scientifici sul cosiddetto “Nintendo Thumb”, noto anche come “Playstation Thumb”. Secondo questi studi l’uso frequente del joypad poteva determinare forme di ipertrofia muscolare e malformazioni, tra cui la crescita eccessiva del pollice o infiammazioni gravi ai tendini del polso. Prevedibilmente, i media si avventarono affamati su questi studi, servendosene nel loro lavoro di demonizzazione dei videogame, già accusati – su basi un po' più solide – di causare dipendenza e di indurre alla violenza i giocatori troppo accaniti. IOCOSE e Bittanti si divertono a portare all'estremo questo fenomeno di paranoia mediatica. Secondo Game Arthritis, ci troveremmo di fronte a una piaga sociale di immani proporzioni. Considerata la loro diffusione, i videogiochi costituirebbero oggi la più seria minaccia alla salute fisica della nostra società, causando alterazioni fisiche, provocando forme di artrite incurabile, deformazioni e danni permanenti a muscoli e legamenti.
Game Arthritis si serve della satira e della manipolazione mediatica per affondare il dito in alcune piaghe reali: il potere manipolatorio dei media; l'eccessiva fiducia nella scienza; la difficoltà della nostra società a fare i conti con uno dei più significativi fenomeni culturali dell'ultimo quarto di secolo.
Il gruppo IOCOSE (iocose.org) è nato nel 2006. Nel corso della sua breve carriera si è appropriato di una mostra alla Tate Modern, ha inventato una campagna elettorale a base di spam per il PD, creato una ghigliottina IKEA, sperimentato una droga ricavata da floppy disc e organizzato un concorso per il video di minor valore su YouTube. Il suo lavoro è stato presentato in diverse sedi nazionali e internazionali, tra cui: Biennale di Venezia, 2011; Aksioma Project Space, Ljubljiana 2011; Jeu de Paume, Paris 2011; HTTP Gallery, London 2010; Shift Festival, Basel 2010; The Gallery at Goldsmiths, London 2010.
Matteo Bittanti (www.matteobittanti.org) è Professore Aggiunto presso il California College of the Arts di San Francisco e Oakland nel programma di Visual Studies. Scrive di tecnologia, cinema, videogiochi e pop culture per numerose riviste (Wired, Rolling Stones, Link, Duellanti)
Fabio Paris Art Gallery is proud to present Game Arthritis, a project by the Italian collective IOCOSE in collaboration with Matteo Bittanti, curated by Domenico Quaranta. Game Arthritis is based on lending credit to the hypothesis, never scientifically proven, that frequent use of videogames causes not only psychological damage but also physical impairment.
More science fiction than media fake, Game Arthritis deploys a narrative framework which asserts that the authorities and software companies have covered up this fact for years, and that the truth has now come to light thanks to a series of photos documenting various case studies, supported by quotes from scientific studies and newspaper articles.
While the images are actually the result of skilful make-up and post production, the quotes are authentic. Towards the end of the 1990s, the scientific community published a series of studies on so-called “Nintendo Thumb”, also known as “Playstation Thumb”. According to these studies, frequent use of a joypad could cause muscular hypertrophy and malformations, including swelling of the thumb or serious inflammation of the tendons in the wrist. Predictably, the media eagerly pounced on these studies, using them as ammunition in their demonization of videogames, already accused – on more solid bases – of being addictive and inducing more compulsive players to violence. IOCOSE and Bittanti have had a ball taking this media frenzy to extremes. According to Game Arthritis, we are facing a social pandemic on a vast scale: given their popularity, videogames now represent the most serious threat to physical health in our society, giving rise to physical disfigurement, causing incurable forms of arthritis, deformations and permanent damage to muscles and ligaments.
Game Arthritis deploys satire and media manipulation to address some authentic ills: the truth-twisting power of the media, our inordinate faith in science, and the problems that society is having coming to terms with one of the most significant cultural phenomena of the last quarter of a century.
The group IOCOSE (iocose.org) formed in 2006. In its brief career it has appropriated an exhibition at the Tate Modern, invented a spam-based election campaign for the Italian Democratic Party and an IKEA designed guillotine, tripped out on a drug extracted from floppy disks and organised a competition for the worst video on YouTube. Their work has been presented in various national and international venues, including the Venice Biennale, 2011; Aksioma Project Space, Ljubljana 2011; Jeu de Paume, Paris 2011; HTTP Gallery, London 2010; Shift Festival, Basel 2010 and The Gallery at Goldsmiths, London 2010.
Matteo Bittanti (www.matteobittanti.org) is an adjunct professor on the Visual Studies programme at the California College of the Arts in San Francisco and Oakland. He writes about technology, film, videogames and pop culture for numerous magazines (Wired, Rolling Stones, Link, Duellanti).