Gareth Long – From the dilettante’s library
In questo progetto Gareth Long continua a sviluppare il suo interesse per i libri, l’apprendimento, il dilettantismo, la
riproduzione e la copia, il soggetto dell’artista come dilettante.
Comunicato stampa
SpazioA gallery ha il piacere di presentare sabato 25 maggio 2013, alle ore 18, From the dilettante’s library (with
notations), prima mostra personale in Italia dell’artista canadese Gareth Long, nel project space NextSpazioA.
In questo progetto Gareth Long continua a sviluppare il suo interesse per i libri, l’apprendimento, il dilettantismo, la
riproduzione e la copia, il soggetto dell’artista come dilettante, accumulando una stratificazione associativa di citazioni
che compongono una riflessione sulla produzione artistica contemporanea.
From the Home & Garden Section of the New York Times (2013) ha come soggetto la Loeb Classical Library, collana
editoriale in cui vengono pubblicati i più importanti testi letterari greci e latini. Con le sue traduzioni in inglese semplice e
la distinzione cromatica (verde per i greci e rosso per i latini), la collana non è mai stata destinata allo studio accademico,
ma si propone di rendere accessibile il mondo della letteratura classica al profano. Nel 1917, Virginia Woolf scrisse: «La
pubblicazione di questa collana ha ammesso l’esistenza del dilettante, rendendola in larga misura rispettabile».
Oggi, però, fuori dai circoli accademici, la Loeb Classical Library è diventata un simbolo di raffinatezza, più che di
dilettantismo. Grazie alla distribuzione di massa e alla grafica molto riconoscibile, si è fatta apprezzare come articolo di
collezionismo. Come indica il titolo di Long, i libri sono diventati oggetti di design destinati ad abbellire la casa, oltre a
esibire la cultura ed erudizione del proprietario. Al punto che, nel centesimo anniversario della Loeb Classical Library, la
Harvard University Press ha invitato i lettori a spedire fotografie delle loro librerie occupate dagli inconfondibili volumi, con
lo slogan: “Mostrateci i vostri Loeb!”.
Il lavoro di Long, che ha coperto di mattonelle rosse e verdi una vasta porzione del pavimento della galleria, gioca sul fatto
che questi libri – la biblioteca del dilettante – sono arrivati a simboleggiare tutto ciò su cui poggia il pensiero occidentale.
Le 520 piastrelle sul pavimento della galleria sono disposte in modo da evocare il dorso di ogni libro finora pubblicato
nella collana (in ordine di uscita). Il lavoro, coprendo solo parzialmente il pavimento della galleria, allude alla intrinseca
incompletezza della collezione di testi antichi, ma anche alla insufficiente comprensione di questi testi da parte dell’artista
stesso.
Il titolo suggerisce inoltre che la collana è corredata di note. Le note a cui Long si riferisce, tuttavia, non si trovano a margine
dei libri della Loeb Classical Library, ma piuttosto nel pensiero di Leon Battista Alberti (1404-1472). Alberti, tipica figura
di studioso eclettico del Rinascimento, è noto soprattutto per le sue idee sulla prospettiva e la pittura, l’architettura e la
grafica. La mostra comprende lavori che ruotano attorno a un congegno da lui progettato. Questo congegno – chiamato
definitor o finitorium –, pur essendo stato concepito a metà del ‘400, assomiglia quasi a un procedimento ‘digitale’ per
produrre copie ‘perfette’ di statue. Il definitor misurava su tre assi gli innumerevoli punti rilevati sulla forma tridimensionale
di una scultura, trasformando le curve e i contorni della statua in una sequenza di numeri. Questi dati potevano poi, in
teoria, essere comunicati a un altro artefice che aveva, a sua volta, la possibilità di tradurli in una copia ‘perfetta’.
Il dispositivo di Alberti (che non fu mai realizzato e conteneva alcuni grossi difetti di progettazione) funziona in base agli
stessi principi che oggi governano la manifattura digitale: il sistema di notazione su tre assi dei punti mappati corrisponde
proprio al metodo in cui i modelli 3D vengono calcolati al computer, e al procedimento con cui le fresatrici CNC, le
macchine per il taglio laser e le stampanti 3D fabbricano oggetti.
La riproduzione del congegno voluta da Long è una copia imperfetta di uno strumento imperfetto destinato a realizzare
copie perfette. Proprio per questo, Long ha avuto cura di far produrre lo strumento usando le tecnologie prefigurate da
Alberti.
Lo stesso Alberti, naturalmente, era in genere considerato un dilettante (sia dai suoi ammiratori che dai suoi detrattori). E
la cosa interessante è che tradusse dal latino il libro in cui veniva descritto il definitor, un anno dopo la sua pubblicazione,
rispecchiando per molti versi l’approccio della Loeb Classical Library, il tentativo di rendere i testi accessibili al profano.
Il ‘dilettante’ del titolo della mostra non è per forza Alberti, ma un insieme di figure: Alberti, certo; ma anche il bibliofilo; il
collezionista e lettore della Loeb; l’artista; e questo artista in particolare, Gareth Long.
Gareth Long (*1979, Toronto. Vive e lavora a Londra) è nato a Toronto, Canada. Ha conseguito un BA in Visual Studies and
Classical Civilizations all’Università di Toronto e un MFA alla Yale University. Long ha ha tenuto mostre personali a: Oakville Galleries,
Leo Kamen Gallery (Toronto); the Southern Alberta Art Gallery (Lethbridge); Kate Werble Gallery (New York); Michael Bevento (Los
Angeles) and Torri (Paris). Il suo lavoro è strato inoltre esposto al Badischer Kunstverein (Karlsuhe); Musée d’art contemporain
Montréal (Montreal); Museum of Contemporary Art Denver (Denver); Flat Time House, Cartel (London), Spike Island (Bristol); Wiels,
Establissement d’en Face (Brussels); NICC (Antwerp) Witte de With (Rotterdam); Telemark Kunstnersenter (Skien); Artists Space, Casey
Kaplan Gallery, and MoMA PS1 (New York). Long è attualmente il primo curatore in residenza alla Kunsthalle di Vienna.