Gastone Biggi – Antologica
L’antologica di Gastone Biggi ricalca il progetto del 2011 presso l’Urban Planning Exhibition di Shanghai. Anche a Spoleto si seguirà un andamento per cicli tematici, distribuiti con la progressione temporale della sua lunga carriera, coprendo un arco che parte dagli anni Sessanta e attraversa i decenni fino al presente. A chiudere la mostra il grande ciclo dedicato a New York, allestito nella lunga Galleria del Piano Mostre.
Comunicato stampa
La storia della pittura italiana disegna costellazioni complesse e affascinanti. Se poi quella storia tocca Spoleto con le sue memorie evocative, le presenze informali, le mostre, il Premio Spoleto, il Festival dei Due Mondi, allora il passato diviene materia viva su cui disegnare una speciale galassia del presente. Gastone Biggi appartiene alle vicende metamorfiche del Dopoguerra, al momento in cui le diatribe tra figurazione e astrattismo tenevano banco teorico. Non è un caso che l’artista abbia sempre usato la scrittura come atto di sintesi critica e memoria dinamica, a conferma di una generazione che alimentava la pratica del dipingere con una seria militanza morale. Come artista della pittura Biggi si è affidato al concetto primordiale di punto, sviluppato in forma elastica, con profetica veggenza su stili e temi ancora oggi diffusi. Nei decenni quel punto si è trasformato in una matrice aperta da moltiplicare, colorare, vestire, allungare, costruire, spogliare, decostruire... in sintesi, un codice sorgente per ricalcare simbolicamente le azioni generali di una società civile, usato come modello espressivo per dare superficie, volume e pelle al punto da cui tutto si genera. Pensateci: cellula e punto sono le due partenze primordiali, gli elementi generativi che danno struttura alla vita (cellula) e alle esperienze che, durante la vita, determinano la nostra storia (punto). Dalla cellula si crea un organismo complesso, così come dal punto si edificano linee, curve, parallele, volumi e altre geometrie che nella traslazione incarnano i fatti del reale. L’esperienza di Biggi implica il metabolismo della vita nella sua trasposizione pittorica: come se ogni ciclo nascesse da un’istanza organica del punto, da una spinta espansiva di un organismo monocellulare che ambisce ad organizzare strutture complesse. Il punto come segno inquieto, sintesi diaristica di un’ambizione evolutiva, archetipo mentale della mimesi davanti al mondo. Partire dall’informe per arrivare alla civiltà iconografica, ad un paesaggio pittorico che del punto conservi la trama originaria.
L’antologica di Gastone Biggi ricalca il progetto del 2011 presso l’Urban Planning Exhibition di Shanghai. Anche a Spoleto si seguirà un andamento per cicli tematici, distribuiti con la progressione temporale della sua lunga carriera, coprendo un arco che parte dagli anni Sessanta e attraversa i decenni fino al presente. A chiudere la mostra il grande ciclo dedicato a New York, allestito nella lunga Galleria del Piano Mostre.
Gastone Biggi nasce a Roma nel 1925. Diplomatosi al Liceo Artistico di Roma, insegna materie artistiche nello stesso Liceo fino al 1984. Inizia la sua attività di pittore nel 1947. Nel 1962 fonda (con Nicola Carrino, Nato Frascà, Achille Pace, Pasquale Santoro e Giuseppe Uncini) il GRUPPO UNO, redigendone le due dichiarazioni di poetica (assieme a Frascà). Alla pittura affianca l’attività di scrittore d’arte. Collabora dal 1970 al 1980 con il quotidiano L’Umanità e le riviste d’arte Art Leader e Terzocchio. Nel 1975 tiene tre mostre antologiche a Torino, Roma e Milano. Nel 1988 è la volta di una mostra antologica a Palazzo Ruspoli di Nemi dal titolo “Biggi: Percoso d’artista 1958-1988”. Nel 1992 pubblica “BISNY. Da Bisanzio a New York (riflessioni critiche di un artista sull’arte antica, moderna e contemporanea)”. Nel 1994 è la volta del libro “Io, gli anni Sessanta e il Gruppo Uno”. Nel 1999 esce un'ampia monografia dal titolo “Autoritratto 1947-1999”; nello stesso anno ecco la mostra antologica nel Palazzo Ducale di Colorno. Nel 2001 pubblica il volume “Oltre l’orizzonte Le cosmocromie” (a cura di Elena Pontiggia). Nel 2004 inaugura un’antologica presso il Salone delle Scuderie del Palazzo della Pilotta di Parma: per l’occasione esce il libro, firmato da Carlo Arturo Quintavalle, “Gastone Biggi” (Skira). Nello stesso anno espone alla Galleria Art Time a Brescia, che pubblica il libro “Testimoni a favore”. Nel 2005 con l’Editore Maretti pubblica il volume “Incursioni d’artista”, esponendo le sue opere a Montecarlo e alla GAM di Faenza, pubblicando il manifesto del Realismo astratto, concetto già anticipato nel 1949, presente in diverse serie, ed esposto con il ciclo "Eventi". Nel 2006 inaugura a Venezia, presso la Fondazione Riva, la mostra “New York-New York 1990-2006” (catalogo Christian Maretti Editore). Nel 2006 è protagonista di un cortometraggio, realizzato da Giorgio Kiaris, dal titolo Art in Progress. Il film riprende Biggi mentre dipinge un'opera del ciclo “Guerra e Pace”, ispirata al gioco del calcio. Nel 2008 inaugura un’antologica, “Biggi 1948-2008”, alla Casa del Pane di Milano (catalogo Christian Maretti Editore). Nello stesso anno pubblica il libro d’artista “Minimilano”, un taccuino di poesie e gouaches su Milano, oltre al romanzo “Anelio”, entrambi con la Silvia Editrice. Nel 2009 partecipa alla 53a Biennale di Venezia e pubblica il libro “Tutta un’altra storia...” (edito da Studi Uniti), una rivisitazione ironica della Storia dalle origini ai nostri giorni. Nel 2010 espone a Palazzo Sant'Elia di Palermo con la mostra “Attraversamenti” (catalogo Maretti Editore); nello stesso anno pubblica il libro “Anni ’50, la svolta” (Maretti Editore), la storia del decennio che Biggi ha vissuto a Roma. Nel 2011 porta una mostra antologica a Shanghai nello spazio museale Urban Planning Exhibition. L'esposizione è organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Shanghai (catalogo Maretti Editore). Nel 2012 scrive il libro "Il Realismo astratto, fenomenologia e cause" (Maretti Editore). Attualmente vive e opera a Langhirano (Parma).