Gender Bender 2015
Oltre 70 appuntamenti in 9 giorni, 22 prime nazionali, 14 spettacoli, 25 film e documentari, 10 incontri con gli autori, 4 party, 2 esposizioni, progetti speciali per l’infanzia, laboratori per adolescenti.
Comunicato stampa
ltre 70 appuntamenti in 9 giorni, 22 prime nazionali, 14 spettacoli,
25 film e documentari, 10 incontri con gli autori, 4 party, 2 esposizioni,
progetti speciali per l'infanzia, laboratori per adolescenti
artisti, opere e lavori provenienti da
Cina, Danimarca, Spagna, Slovenia, Israele, Messico, Germania, Gran Bretagna, Marocco, Repubblica Ceca, Francia, Belgio, Italia, Argentina, USA, Australia, Paesi Bassi, Cile, Svizzera...
MOSTRE :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::
FOTOGRAFANDO L’INCANTO raccoglie in una mostra collettiva i lavori prodotti da madri-artiste e operatrici dell’infanzia, presentati in uno spazio comune come pillole visive ed emozionali. Non arte per l’infanzia, non arte sul tema dell’infanzia, ma arte creata con il sapere e le capacità di incantare proprie del bambino. La mostra è accompagnata da eventi performativi (a partire dalle ore 17) di Anna Albertarelli, Roberto Passuti, Thomas Passuti, Stefania Erriquez, Alice Orabona, Laura Matano, Cecilia Ferrari, Sabrina Naspi, Elena La Ganga, Penelope Reversi, Nicoletta Portavia, Leonardo Lambruschini, Livia Solmi, Andrea Fiorini, Cloe Fiorini.
Atelier Sì via San Vitale 69
Ingresso: offeta libera Sabato 7 novembre dalle ore 10 alle ore 22 Azioni performative a partire dalle ore 17
ARCHIVI MIGRANTI: SURROGATES FROM ELSEWHERE è un'esposizione itinerante curata dall’artista americana E. G. Crichton. Già ad Amsterdam e San Francisco, porta in città 13 differenti archivi, musei e biblioteche LGBT in una sorta di diaspora degli archivi queer mondiali: un dialogo tra le diverse organizzazioni invitate a inviare archivi che migrano attraversando le frontiere nazionali più facilmente di quanto gli esseri umani realmente possano fare. Per le persone LGBT, le cui tracce sono ancora frequentemente cancellate dalle famiglie, omesse dalla storia ufficiale o semplicemente perdute, questi archivi sono un modo per ricrearsi una genealogia, una storia. Dai British National Archives di Londra all’ungherese Labrisz, una risorsa per ricerche accademiche, ma anche per una vasta gamma di pratiche artistiche e militanti nelle forme emergenti della Archive Art, attraverso la performance, l’immagine in movimento, l’arte visiva. Nell’allestimento proposto, gli archivi viaggianti prendono voce in una conversazione postuma fra oggetti originali dalle collezioni del Cassero e oggetti da altre collezioni, ricreati per l’occasione.
Un progetto di Centro di Documentazione Cassero LGBT Center in collaborazione con Nosadella.due, MAMbo, Arts Research Institute and Committee on Research – University of California (USA), University of California EAP.
Archivi Migranti: surrogates from elsewhere
1– 8 novembre
MAMbo
Domenica 1 novembre ore 17.00 Inaugurazione
Lunedì 2 novembre ore 16.00 Visita guidata alla mostra (prenotazione obbligatoria 051.0957214)
ore 18.30
Incontro con E.G.Crichton
Centro di Documentazione “F. Madaschi”
Cassero LGBT Center
Esposizione itinerante curata dall’artista americana E. G. Crichton, già ad Amsterdam e San Francisco, porta in città 13 differenti archivi, musei e biblioteche LGBT in una sorta di diaspora degli archivi queer mondiali: un dialogo tra le diverse organizzazioni invitate ad inviare archivi che migrano attraversando le frontiere nazionali più facilmente di quanto gli esseri umani realmente possano fare. Per le persone LGBT, le cui tracce sono ancora frequentemente cancellate dalle famiglie, omesse dalla storia ufficiale o semplicemente perdute, questi archivi sono un modo per ricrearsi una genealogia, una storia. Dai British National Archives di Londra all’ungherese Labrisz, una risorsa per ricerche accademiche, ma anche per una vasta gamma di pratiche artistiche e militanti nelle forme emergenti della Archive Art, attraverso la performance, l’immagine in movimento, l’arte visiva. Nell’allestimento proposto, gli archivi viaggianti prendono voce in una conversazione postuma fra oggetti originali dalle collezioni del Cassero e oggetti da altre collezioni, ricreati per l’occasione.
Un progetto di Centro di Documentazione Cassero LGBT Center in collaborazione con Gender Bender Festival, Nosadella.due (Bologna), MAMbo (Bologna), Arts Research Institute and Committee on Research - University of California (Santa Cruz), University of California EAP (Bologna).
Col patrocinio del Comune di Bologna in collaborazione con Ufficio Pari Opportunità e Tutela delle Differenze.
Sono questi alcuni degli appuntamenti con cui si annuncia la tredicesima edizione di Gender Bender, il festival ideato e diretto da Daniele Del Pozzo, dedicato alle rappresentazioni del corpo e delle identità di genere e orientamento sessuale nella cultura e nelle arti contemporanee, che si svolgerà a Bologna dal 31 ottobre all’8 novembre 2015.
Gender Bender è prodotto da Il Cassero, il centro lgbt bolognese che da oltre trent’anni realizza progetti dedicati alle differenze di orientamento sessuale e identità di genere, sostiene l'autodeterminazione e mette in campo azioni di contrasto contro stereotipi e discriminazioni.
L'edizione di quest'anno apre a nuovi Paesi gettando uno sguardo curioso alla Cina, un luogo in cui, per storia e cultura, l'identità legata al genere innesca un dialogo serrato con la dimensione sociale in una maniera del tutto inaspettata, affermandosi in maniera vertiginosa come un osservatorio speciale sul paradigma dell'identità, del singolo e della intera collettività. Ambasciatore privilegiato sarà il giovane coreografo Er Gao, che presenta al festival in prima assoluta il suo Disco-teca, un'indagine sul fenomeno della disco music, simbolo per eccelenza della cultura occidentale capitalistica da un lato, e dall'altro un fenomeno sociale con una forte capacità di rottura dei rigidi ruoli maschili.
Il rapporto tra individuo e società, e quello tra tradizione e innovazione, sono infatti le due principali chiavi di lettura di questa edizione. Sul primo in particolare è scandito ad esempio lo straordinario dittico in prima nazionale che aprirà il Festival: la Sagra della Primavera di Igor Stravinsky, uno dei più popolari e rivoluzionari balletti del ventesimo secolo, si articola nel lavoro del coreografo danese Palle Granhøj in due distinte riletture di genere (Rite of spring extended e Rose) una completamente al maschile e l’altra al femminile. Sette danzatori nella prima e sette danzatrici nella seconda, alle prese con i riti di passaggio che li porteranno alla perdita dell’innocenza. Nelle categorie del maschile e del femminile si cala anche il dialogo tra corpi di All dressed up and nowhere to go, primo lavoro coreografico dell’italiana Giorgia Nardin. Viene invece dalla Repubblica Ceca la straordinaria performance dei Dot504, Collettive loss of memory in prima nazionale: cinque danzatori e danzatrici eccezionali indagano nel compiacimento dell’essere umano a praticare la violenza. La coreografa olandese Liat Waysbort mette in scena in Please me please un solo giovane danzatore: sarà lui a trasformarsi da uomo a donna, da oggetto di desiderio a soggetto desiderante, da ballerina a pornostar. Osservano invece la dimensione del duo maschile tanto Yellow place, prima nazionale, l’intesa istantanea tra due sconosciuti firmata dagli italiani Mattia Russo e Antonio de Rosa, quanto Ours il pluripremiato lavoro in prima nazionale dell’israeliano Idan Sharabi, con musiche di Joni Mitchell. Gli adolescenti delle periferie bolognesi saranno inoltre la materia prima con la quale lavorerà Chiara Frigo, coreografa italiana che attraverso Ballroom, un format sospeso tra la balera e lo speed date, crea una relazione tre generi e generazioni incentrata sullo scambio di memorie. "Per essere completo, devi sdoppiarti”: lo dice Rainer Werner Fassbinder nell’incredibile documentario Fassbinder: liebe ohne zu fördern realizzato dall’amico Christian Braad Thomsen che Gender Bender porterà sullo schermo del cinema Lumiére: un racconto intimo e del tutto inedito che attraversa le enormi contraddizioni di uno dei più grandi cineasti della storia. Ancora una biografia eccellente nel film The law di Christian Faure, prima nazionale che racconta la vita di Simone Veil, l'innovativa ministra francese alla Salute che nel 1975 condusse nel suo Paese la battaglia per la legalizzazione dell'aborto. Parla invece di Yvonne Rainer, l’artista lessica che nel 1966 rivoluzionò il mondo della danza moderna, il film Feelings are facts di Jack Walsh, prima nazionale. E ancora: omaggio a George Takei, attore e attivista cinese, famoso per aver vestito i panni del timoniere Sulu nella celeberrima serie Star Trek, con il documentarioin prima nazionale To be Takei di Jennifer M. Kroot. Un altro documentario, Gardenia: before the last curtain falls di Thomas Wallner, racconta la straordinaria tournée mondiale dell'omonimo spettacolo di Alain Platel, protagonista una compagnia di anziane transessuali e drag queen che per non rassegnarsi alla solitudine decidono di calcare ancora una volta il palcoscenico. La comunità trans e la scena drag sono protagoniste anche di Mala mala, il documentario in prima nazionale diretto da Antonio Santini e Dan Sickles che concentra lo sguardo su Portorico, dove il movimento di liberazione delle persone trans è riuscito a incidere in maniera importante sull’agenda politica del governo. Tra i lungometraggi in programma lo spietato The Duke of Burgundy del regista inglese Peter Strickland, che racconta il metodico rituale feticista di due donne, nel quale il masochismo dell’una guida e impone il sadismo dell’altra. È ambientato in un collegio femminile inglese The Falling, il lungometraggio di Carol Morley nel quale le tra le studentesse si propaga un’epidemia misteriosa. È invece la comunità dei Legionari di Cristo del Messico a far da contesto allo scandalo di padre Marcial Maciel Degollado, allontanato dal ministero del sacerdozio per pedofilia, raccontato nel film in prima nazionale Perfect obedience di Luis Urquiza Mondragón.