George Tatge – Italia Metafisica
Articolata in tre sezioni, la mostra è un viaggio alla ricerca delle tracce che l’uomo ha lasciato nel tempo sul territorio italiano attraverso l’architettura. George Tatge riesce magicamente a far convivere passato e presente nelle sue immagini così ricche di particolari, di sfumature, di effetti straordinari di luce.
Comunicato stampa
Nel nuovissimo spazio accogliente e luminoso del C2, Antonio Lo Pinto ospita la mostra del
fotografo italo-americano George Tatge, Italia Metafisica, un viaggio alla ricerca delle tracce che
l’uomo ha lasciato nel tempo sul territorio italiano attraverso l’architettura, la sua creazione più
monumentale e duratura.
Articolata in tre sezioni, la mostra ha come fil rouge il rapporto tra passato e presente. Nella
prima parte i monumenti antichi, ricordo della classicità, campeggiano maestosi ma sempre
dialogando con il mondo di oggi. Nella seconda è la geometria delle architetture contemporanee
che si confronta talora con l’antico, talora con la sua stessa possibilità di sopravvivenza. Nella
terza prendono il sopravvento costruzioni che declinano una forte precarietà, tema molto caro al
fotografo.
George Tatge riesce magicamente a far convivere passato e presente nelle sue immagini così
ricche di particolari, di sfumature, di effetti straordinari di luce (Ara Pacis, 2008), di ombre ora
morbide (Livorno, 2010), ora incredibilmente profonde (Autoritratto con cancello, 2008).
E’ un genere di fotografia che richiede tempi lunghissimi: la ricerca attenta dell’inquadratura,
l’attesa della luce giusta, la profondità di osservazione da grande artista sono il metodo di lavoro
di Tatge che usa una macchina di grande formato e segue personalmente la stampa di ogni
immagine.
Tatge ripercorre la storia dell’uomo attraverso l’architettura e la luce è il mezzo per mettere in
scena il racconto in cui gli edifici sono gli attori. E’ significativa l’analogia con il percorso del padre
dell’architettura moderna, Le Corbusier, che forse proprio il lungo viaggiare in Italia alla ricerca
delle architetture del passato portò a pensare che “l’architettura è il gioco sapiente, rigoroso e
magnifico dei volumi sotto la luce”: Le Corbusier aveva individuato proprio nel rapporto tra chiari e
scuri, tra luci e ombre l’elemento indispensabile per dare vita all’architettura.
Nelle straordinarie foto di questa mostra gli edifici sembrano vivere una loro vita metafisica ed
enigmatica perché creati dalla luce stessa e isolati come muti testimoni del passare del tempo.
Talvolta Tatge gioca con i suoi personaggi: una bicicletta abbandonata su un albero acquista
la nobiltà di una rovina (Bicicletta bianca 2007), un portale maestoso abbraccia la banale
stratificazione di manifesti strappati (Colonne di Sangallo, 1979), un silos drammaticamente
antropomorfo sorride ammiccando come in un quadro surrealista (Silos, 2004).
Solo uno straniero poteva indagare con tanto equilibrio e affetto le glorie e le vergogne del
nostro paese, senza mai voler criticare, ma riportando con sottile ironia ciò che vede: il fascino
di un edificio rurale trasformato in discarica (Due bianchi, 1999), la solitudine di un frigorifero
abbandonato in un prato accanto a un’antenna (Orto trasmettitore, 2007), il silenzio hopperiano di
uno spazio dove il tempo si è fermato (Perugia 1983).
Silvia Cangioli
George Tatge
Biografia
Nasce a Istanbul nel 1951 da madre italiana e padre americano. Trascorre l’adolescenza tra l’Europa e il Medio Oriente prima di trasferirsi negli Stati Uniti. Laureato in letteratura inglese, inizia a studiare la fotografia con l’ungherese Michael Simon. Si trasferisce in Italia nel 1973, impiegato a Roma come giornalista e quindi a Todi, dove ha scelto di vivere per dodici anni, collaborando a varie testate, sempre proseguendo le sue ricerche fotografiche. Ha realizzato la sua prima mostra in Italia presso la Galleria Il Diaframma di Milano nel 1973. Il primo libro, Perugia terra vecchia terra nuova, esce nel 1981. Dal 1986 al 2003, in qualità di dirigente tecnico-fotografico della Fratelli Alinari di Firenze, ha condotto svariate campagne fotografiche su tutto il territorio italiano, pubblicate poi in numerosi volumi. Ha tenuto workshops e ha presentato mostre in America e in Europa. Le sue opere sono presenti nelle prestigiose collezioni del Metropolitan Museum di New York, della George Eastman House di Rochester, dell’Houston Museum of Fine Arts, della Bibliothèque Nationale e della Maison Européenne de la Photographie di Parigi. Tra le numerose personali e collettive dell’artista: The American Academy of Rome, 1981; Archivio dello spazio, Palazzo Isimbardi, Milano, edito sei volte dal 1988 al 1997; Centre Canadien d’Architecture, Montreal,1999; Site seeing: photographic excursion, George Eastman House, Rochester, N.Y., 2004 e il MAXXI di Roma nel 2007. Nel 2010 è stato assegnato il Premio Friuili Venezia Giulia per la Fotografia. Vive ora a Firenze.
George Tatge è conosciuto al grande pubblico di Firenze per la mostra personale a Villa Bardini Presenze. Paesaggi italiani del
2008, mostra che poi ha proseguito per Trieste, Roma, La Spezia e l’anno scorso Perugia.