Georges Rousse – L’Etoile du Nord
Le storiche sale di Palazzo Biscaretti non saranno soltanto sede espositiva, ma contemporaneamente oggetto stesso di un nuovo intervento pittorico ispirato all’artista dal celebre romanzo di Saint Exupery.
Comunicato stampa
Inaugura Giovedì 11 aprile alla Galleria Zabert, Piazza Cavour 10 Torino, la mostra “L’Etoile du Nord…ovvero non tutto il male vien per nuocere” di Georges Rousse, a cura di Roberto Grasselli e Valerio Tazzetti.
Per l’occasione, le storiche sale di Palazzo Biscaretti non saranno soltanto sede espositiva, ma contemporaneamente oggetto stesso di un nuovo intervento pittorico ispirato all’artista dal celebre romanzo di Saint Exupery. Colpita da un allagamento nella primavera del 2012, infatti, la galleria ha subito gravi danni che hanno reso necessaria la sospensione dell’attività e la progettazione di una complessa opera di ristrutturazione degli spazi espositivi. Il fascino dell’antico palazzo, intriso di arte e cultura ha ceduto lo spazio a pareti permeate da acqua, cedimento di stucchi, polvere e confusione, tipici di luoghi fatiscenti e cantieri edilizi: location perfetta per stimolare la creatività dell’artista che gira il mondo ridando vita a tale genere di spazi e donando loro una nuova dimensione percettiva. Ed è così che la sorte e la rinascita della galleria Zabert sono state segnate dall’incontro con l’artista che vi ha realizzato il suo ultimo progetto italiano.
In mostra, oltre all’intervento in galleria che verrà successivamente cancellato dalla ristrutturazione definitiva, saranno visibili 7 fotografie di grandi dimensioni ed alcuni disegni preparatori. A completare l’esposizione, il video in time-lapse dell’artista all’opera durante la realizzazione.
L’artista francese, classe 1947, le cui opere sono state esposte nei più importanti musei internazionali, è noto al pubblico per i suoi interventi pittorici realizzati in luoghi abbandonati, in corso di demolizione o ricostruzione. Ambienti deserti e fatiscenti che riacquistano, nel lavoro dell’artista, una nuova dimensione attraverso la sua opera.
Lo spazio è trasformato da una tecnica complessa e sorprendente, con un sottile gioco prospettico di volumi e colori, poi rappresentato nella sue nuove sembianze dall’immagine finale, unica testimonianza della sua opera, poiché i luoghi prescelti sono destinati ad essere ristrutturati o demoliti.
L’opera di Georges Rousse è realizzata dunque in due momenti inscindibili: pittura e fotografia.
Il primo rimodella gli ambienti: superfici dipinte, forme geometriche, iscrizioni monumentali, carte topografiche creano nuovi volumi illusori, richiamando alla mente le cupole immaginarie ed i falsi corridoi degli affreschi barocchi. La fotografia poi esplora e rivela questa nuova realtà in cui si confondono ambiente originario ed illusione pittorica.
Ciò che appare nelle immagini di Georges Rousse è in sostanza un’anamorfosi; la scena in deformazione prospettica permette la sua visione corretta da un unico punto di vista: quello dell’obiettivo fotografico. Uno spazio virtuale offerto alla riflessione ed al sogno dell’osservatore.
Le forme sembrano volersi liberare dal “peso terrestre”, i colori puri e accesi si frappongono tra noi e lo spazio insinuandosi nei volumi e contrastano l’opacità dei luoghi.