Germano Serafini – Camere Oscure
Interno 14_lo spazio dell’AIAC – Associazione Italiana di Architettura e Critica presenta “Camere Oscure”, un progetto di Germano Serafini a cura di Lorenzo Canova, in cui l’artista attraverserà una parte del suo lavoro sulla fotografia in bianco e nero con un’installazione ideata appositamente per lo spazio espositivo.
Comunicato stampa
Il giorno 7 giugno 2016 alle ore 18.30 Interno 14_lo spazio dell’AIAC – Associazione Italiana di Architettura e Critica presenta “Camere Oscure”, un progetto di Germano Serafini a cura di Lorenzo Canova, in cui l’artista attraverserà una parte del suo lavoro sulla fotografia in bianco e nero con un’installazione ideata appositamente per lo spazio espositivo.
“Il titolo Camere Oscure si riferisce infatti, in modo duplice, alle affascinanti sale di Interno 14 che saranno il teatro della mostra e alla vera e propria camera oscura che l’artista allestirà in una di esse per stampare le sue fotografie, che Serafini scatta ancora in pellicola, per comporre un viaggio attraverso la propria opera pensato come un vero e proprio evento performativo, un work in progress dove le immagini verranno alla luce come dati affioranti alla coscienza dal profondo.
Il pubblico si troverà difronte ai risultati ottenuti così come l’artista li ha prodotti, in un allestimento spontaneo nato dalla necessità del momento e non calcolato come si farebbe in una normale mostra in galleria. La camera oscura resterà allestita per offrire la possibilità agli osservatori di vedere l’intimo ambiente di lavoro in cui, nella settimana precedente all’inaugurazione, sono state realizzate le opere.
Le camere di Serafini rappresentano dunque la metafora di una discesa nell’inconscio e nelle sue tenebre per trovare gli archetipi iconici del suo personale dialogo tra memoria e percezione, dove lo sguardo e l’azione dell’artista si fanno strada nell’oscurità per fornirci le coordinate di una possibile ricostruzione del mondo, di una sua forma rinnovata proprio grazie alla fotografia, filo d’Arianna attraverso il labirinto della complessità in cui i paesaggi e gli oggetti del quotidiano vengono non solo fissati dallo scatto, ma in un certo senso trasformati e ricostruiti dalla rigorosa e metamorfica azione dell’artista.
Scrive Serafini: Stampare da sè le proprie fotografie conclude il ciclo della fotografia stessa. Tutto nasce dall’osservazione di un esterno, si evolve nell’emozione percepita e raccolta dallo scatto e termina con la stampa dell’immagine nella camera oscura, che vuol dire, in un certo senso, fotografare all’inverso e restituire alla realtà quella stessa emozione iniziatica.”
(Lorenzo Canova)