Gerolamo Giovenone – Due momenti

Informazioni Evento

Luogo
PINACOTECA DI BRERA
Via Brera 28, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

8.30 -19.15 da martedì a domenica
(la biglietteria chiude 45 minuti prima)
chiuso lunedì

Vernissage
15/12/2011

dalle ore 18.00 alle ore 19.15

Biglietti

ingresso libero

Editori
SKIRA
Artisti
Gerolamo Giovenone
Uffici stampa
STUDIO LUCIA CRESPI
Generi
arte antica, personale

L’ultimo appuntamento dell’anno di Brera mai vista, a cura di Cristina Quattrini e realizzato come di consueto con il generoso sostegno di Intesa Sanpaolo, fa conoscere al pubblico della Pinacoteca due dipinti su tavola di Gerolamo Giovenone (Vercelli, c. 1490–1555).

Comunicato stampa

Brera mai vista
Due momenti di Gerolamo Giovenone
Pinacoteca di Brera, sala XXXI
15 dicembre 2011 – 18 marzo 2012
L’ultimo appuntamento dell’anno di Brera mai vista, a cura di Cristina Quattrini e
realizzato come di consueto con il generoso sostegno di Intesa Sanpaolo, fa conoscere al
pubblico della Pinacoteca due dipinti su tavola di Gerolamo Giovenone (Vercelli, c. 1490 –
1555).
Le due opere, un’Assunzione della Vergine e una grande ancona raffigurante la Madonna
con il Bambino e i santi Giacomo, Giuseppe, Marta e donatore, rappresentano due
successivi momenti della carriera del pittore, ripercorsa nel catalogo-dossier da Simone
Baiocco.
Gerolamo Giovenone è il rappresentante più noto di una famiglia di artisti attiva a Vercelli
durante tutto il Cinquecento. Il padre Amadeo era maestro di legname, come pure il
fratello Giovan Pietro (documentato dal 1508 al 1562), mentre furono pittori il fratello
minore Giuseppe (notizie dal 1519 al 1533), allievo e poi collaboratore di Gaudenzio
Ferrari, e i figli di Gerolamo Giuseppe il Giovane (1524-morto fra il 1599 e il 1591) e
Giovanni Paolo (1541 – morto entro il 1609). Tutta la carriera di Gerolamo si svolge in un
contesto caratterizzato da relazioni fra botteghe familiari e di intrecci stilistici e
professionali con alcuni importanti artisti esterni.
Si è ipotizzata una sua formazione presso il casalese Martino Spanzotti, documentato a
Vercelli fra il 1481 e il 1498, e il suo discepolo Defendente Ferrari, con il quale collabora in
diverse occasioni fra il primo e l’inizio del secondo decennio del Cinquecento. Presto
l’evoluzione dello stile di Giovenone viene condizionata dall’incontro con Gaudenzio
Ferrari, che aveva operato a Vercelli per la prima volta nel 1508. L’influenza di Gaudenzio
si avverte nelle opere di Gerolamo a partire della metà degli anni Dieci, ma diventa
particolarmente importante in quelle del decennio successivo, quando sono ripetutamente
documentati i rapporti di consuetudine del maestro valsesiano con i Giovenone. A questa
fase appartiene l’Assunzione della Vergine, giunta a Brera nel 1903/1904 con il dono della
collezione del mercante Casimiro Sipriot e che si ipotizza dipinta per la cappella
dell’Assunta in San Marco a Vercelli, della quale nel 1525 il testamento di Nicolino de
Lancis disponeva la decorazione, destinando agli eredi duecento fiorini per la realizzazione
di un’ancona entro sei anni.
A partire dai primi anni Trenta, sulla scena pittorica vercellese dominata dai Giovenone si
impone rapidamente Bernardino Lanino, giovane pittore che diviene presto consapevole e
prolifico divulgatore della poetica gaudenziana, stimolando a un confronto lo stesso
Gerolamo. I rapporti di Lanino con Gaudenzio e i Giovenone sono documentati dal 1530,
anno in cui è testimone in un atto di affari che coinvolge Gaudenzio e suo figlio Gerolamo,
mentre successivamente vi sono varie attestazioni della sua presenza in casa Giovenone,
anche prima del matrimonio nel 1540 con la figlia di Gerolamo, Dorotea. Inizia da questo
momento un intenso rapporto di scambio tra suocero e genero, del quale è esempio la
Madonna con il Bambino e i santi Giacomo, Giuseppe, Marta e donatore (c. 1543),
entrata in Pinacoteca nel 1808 con le soppressioni napoleoniche degli ordini religiosi e già
in Santa Maria delle Grazie a Novara. L’impostazione ha infatti numerosi punti di contatto
con la pala dipinta da quest’ultimo per la cappella della Maddalena in San Francesco a
Vercelli su commissione di Francesco Strata (1543, ora alla National Gallery di Londra). Il
motivo del baldacchino, inoltre, si trova nella Madonna con il Bambino, santi e angeli di
Lanino nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Borgosesia (1539). Nel paesaggio si riconosce
il Sacro Monte di Varallo Sesia come si presentava all’epoca, con il complesso di Nazaret,
quello di Betlemme, la cappella del Calvario, la fontana, le cappelle della Apparizione alla
Vergine e dell’Apparizione alla Maddalena.