Get Rid of Yourself (Ancora Ancora Ancora)
Fondazione Baruchello inaugura la terza edizione del Summer Show, in cui è data carte blanche a giovani curatori che hanno la possibilità di ideare e realizzare una mostra. Questa edizione prolungherà l’estate fino alla soglia dell’autunno divenendo per l’occasione Late Summer Show 2019.
Comunicato stampa
Fondazione Baruchello
presenta
Get Rid of Yourself (Ancora Ancora Ancora)
A cura di Lucrezia Calabrò Visconti
in collaborazione con ALMARE
23 settembre - 8 novembre 2019
Opening: lunedì 23 settembre 2019 ore 19.00
Via del Vascello 35, Roma
La durata consigliata della visita è di circa 100 minuti.
Dafne Boggeri | Teresa Cos | Ambra Pittoni | Elena Radice | Radna Rumping | Erica van Loon
Il 23 agosto 1978 il volto di Mina viene registrato per l’ultima volta nelle immagini di “Ancora Ancora Ancora”, girate alla Bussola di Viareggio. È l’anno del rapimento di Aldo Moro e l’inizio del “riflusso”, il ritorno al privato che segna la conclusione della stagione di rivolta del Movimento del ‘77 in Italia. Per i 23 anni seguenti la “Tigre di Cremona” rifiuterà tutte le offerte di apparire in pubblico, diventando per il mondo solo ed esclusivamente voce. La cantante non dichiarerà mai i motivi della sua scelta.
Il 23 settembre 2019 alle ore 19.00 presso la Fondazione Baruchello inaugura la terza edizione del Summer Show, in cui è data carte blanche a giovani curatori che hanno la possibilità di ideare e realizzare una mostra. Questa edizione prolungherà l’estate fino alla soglia dell’autunno divenendo per l’occasione Late Summer Show 2019.
Get Rid of Yourself (Ancora Ancora Ancora) è il progetto ideato da Lucrezia Calabrò Visconti e selezionato da un comitato costituito da Edoardo Bonaspetti, direttore artistico della Fondazione Henraux; Alessandra Mammì, storica dell’arte e giornalista presso L'Espresso; Roberta Tenconi, curatrice di HangarBicocca e Gianfranco Baruchello, Presidente onorario e Direttore artistico della Fondazione Baruchello.
Quella presentata negli spazi della Fondazione è una mostra sonora collettiva che prende forma nel buio. Il progetto indaga la produzione di un immaginario in assenza, riflettendo sulle possibilità politiche di abitare l’invisibilità. Disseminate in un percorso sonoro costruito in collaborazione con il collettivo ALMARE, le narrazioni degli artisti invitati agiscono nell’oscurità, tramutandone l’accezione privativa in luogo per la condivisione attiva di pratiche.
L’edificio sembra vuoto, eppure è abitato in ogni suo spazio, angolo, intercapedine: ribaltando sui suoi piedi una strategia tradizionalmente operata dalla critica istituzionale, la fondazione ospita una molteplicità di voci, suoni e situazioni, che impongono nelle sue stanze un tipo di presenza a tratti sussurrata intimamente, a volte spettrale e affilata, e infine reclamata con grandiosità. Gli spazi della Fondazione Baruchello possono diventare così una camera da letto, una navata maestosa e poi le strade di una città in rivolta; trasformarsi nell’aula di un’università di anatomia dove un cervello viene sezionato e poi nelle vene e corpi cavernosi di quello stesso cervello, dove pensiero e sensazione si compenetrano fino a diventare indistinguibili dall’ambiente circostante. Lo spazio può venire incarnato grazie alle storie personali e alle grandi narrazioni politiche che lo attraversano, attivando processi di disidentificazione che rimescolano le nozioni di coscienza individuale e di corpo collettivo, in una progressiva negoziazione dei concetti di tempo lineare, individualità storica e raziocinio umano.
Secondo Giorgio Agamben, può dirsi contemporaneo soltanto chi non si lascia accecare dalle luci del secolo e riesce a scorgere in esse la parte dell’ombra, la loro intima oscurità.
Get Rid of Yourself (Ancora Ancora Ancora) riceve in pieno viso il fascio di tenebra che proviene dal suo tempo, proponendo un Late Summer Show che porta i visitatori dal caldo e assolato spazio urbano al buio fresco e straniante dello spazio espositivo. La durata della mostra è la stessa che impiegano gli occhi ad abituarsi all’assenza di luce, in cui il limite tra consapevolezza e incoscienza si fa labile. Come suggerisce Erica van Loon nella traccia in mostra : “Quanto tempo serve al tuo cervello per realizzare che non sei stato tu a sbattere le palpebre ma che sono stata io a spegnere per un attimo la luce?”