Giacinta Villa – On the Humanity of Abstract Art
La personale è un omaggio ed una riflessione sull’opera dell’artista torinese a dieci anni dalla scomparsa e ripercorre quarant’anni di ricerche sul tema della luce-colore, a partire dai primi tentativi espressionistici per approdare rapidamente all’astrazione, non come fuga dalla realtà, ma come esaltazione della razionalità che non ha bisogno di giustificazioni esterne, ma solo della propria interna coerenza.
Comunicato stampa
La personale è un omaggio ed una riflessione sull’opera dell’artista torinese a dieci anni dalla scomparsa e ripercorre quarant’anni di ricerche sul tema della luce-colore, a partire dai primi tentativi espressionistici per approdare rapidamente all’astrazione, non come fuga dalla realtà, ma come esaltazione della razionalità che non ha bisogno di giustificazioni esterne, ma solo della propria interna coerenza.
Passando attraverso momenti di parziale recupero dei riferimenti al reale, specie nei più ‘politicizzati’ anni ’70, approderà, nella seconda metà degli anni ’80, ad una astrazione assoluta fatta di soli rapporti fra il colore e la luce. L’acquarello è stato lo strumento principale di questa ricerca.
Negli anni ’90 si compie la ‘svolta materica, con l’inserimento del legno nelle sue molteplici essenze e colori, prima nelle opere pittoriche e poi come composizione autonoma. Sono di questo periodo le ‘sculture da indossare’: complesse composizioni di elementi lignei naturali e colorati che diventano spille, orecchini, collane, cinture.
Negli ultimi dieci anni porta il colore nella dimensione territoriale, producendo una serie di opere di grandi dimensioni, la maggior parte delle quali sarà realizzata.
Esse riguardano gli studi effettuati per l’inserimento ambientale di alcuni tratti della linea ferroviaria ad Alta Velocità Torino-Milano, a Novara ed in Lombardia, la grande scultura nell’atrio della Scuola del Restauro all’Arsenale della Pace al Sermig, gli interni del Poliambulatorio a Volpiano (To), la vetrata della Cappella nella Casa della Misericordia di via Assietta angolo via Gioberti a Torino, le facciate dell’edificio che ospita la Fondazione Giorgio Amendola in via Tollegno e soprattutto la grande vetrata che copre il presbiterio della Cappella della Clinica della Memoria per gli ammalati di Alzheimer a Collegno.
Le immagini di quest’ultima opera sono servite per l’installazione/multi-proiezione visibile nella Quadrisfera del Museo.