Giacomo Ceccagno – Cultural Landscapes / Visioni Urbane

Informazioni Evento

Luogo
GRIM GRAFFITI ITALIAN MUSEUM
Via Malcanton, 1, Trebaseleghe , Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Sabato 25 Maggio 2013, dalle 18.00 alle 24.00
Domenica 26 Maggio, dalle 11.00 alle 21.00

Vernissage
25/05/2013

ore 18

Artisti
Giacomo Ceccagno
Generi
inaugurazione, personale, street art

Festa inaugurale del museo e mostra personale di Giacomo Ceccagno intitolata “Cultural Landscapes / Visioni Urbane”. A cura dell’Associazione Jeos.

Comunicato stampa

L’Associazione Jeos da due anni si prefigge lo scopo di promuovere la creatività urbana nelle forme del Writing e della Street Art, ponendosi come un punto di riferimento per lo sviluppo della ricerca sull’argomento, la realizzazione di progetti site specific e il sostegno ad artisti e creativi che si muovono in quest’ambito. In particolare vi è l’intenzione di studiare in maniera approfondita il tema, rendendo visibili le sue connotazioni storiche e critiche, andando a definire una storicizzazione del fenomeno in Italia e, nello specifico, nella città di Padova, dove l’associazione è nata.
Fin dai suoi esordi l’Associazione Jeos ha collaborato attivamente con istituzioni ed enti universitari, realtà comunali, critici e curatori d’arte contemporanea, andando a realizzare delle mostre come Vita-Mine e Fuoriluogo Exhibition in spazi dedicati, che avessero la capacità di non snaturare l’essenza vitale del Writing, una disciplina che nasce e si mantiene viva attraverso la sua relazione con la strada. In particolare esiste una cooperazione con i writers del territorio, sia con le crew più note come gli EAD, che anche con giovani writers, promuovendo e finanziando la loro creatività in diverse forme.

Con l’inaugurazione della sede del GRIM, Graffiti Italian Museum, il giorno Sabato 25 Maggio, si vuole avviare una fase di maturazione del progetto, andando ad operare in un luogo ben preciso, che divenga una fucina culturale per il Writing e una project room dove poter realizzare ricerca, mostre, convegni e scambi culturali. Si apre, così, al pubblico Villa Tomé Guelfi, una villa veneta del Settecento, che l’Associazione Jeos ha avuto in gentile concessione, sita nella località di Trebaseleghe. La splendida cornice del luogo dà la possibilità di creare un connubio proficuo tra la storicità dell’edificio e l’arte contemporanea cui l’Associazione si indirizza, che inizialmente vuole riferirsi principalmente alle forme dell’arte urbana, ma che successivamente si può aprire anche ad altri progetti.

La villa è costituita da due piani, il primo dedicato a delle mostre temporanee ed il secondo invece per una esposizione permanente, attualmente in progress e non visibile, che vuole presentare la storicità del fenomeno a livello locale, con la possibilità di creare delle residenze d’artista e di aprire il luogo ad ospiti nazionali e internazionali. E’ già previsto un calendario fitto di mostre personali di alcuni writers padovani, noti a livello internazionale come: Axe, Dask, Yama, Made e Zagor. Il giorno dell’inaugurazione viene, invece, dedicata una personale a Giacomo Ceccagno, esclusivamente visibile per il solo weekend di apertura.

La personale dal titolo CULTURAL LANDSCAPES / Visioni Urbane, realizzata in collaborazione con la curatrice Giada Pellicari, vuole rendere tangibile la ricerca sullo spazio della città e sulla dualità della pratica dell’autore come writer e come artista in studio, focalizzandosi sul dialogo esistente con i paesaggi urbani ritratti nelle sue opere pittoriche, scultoree e fotografiche. Vengono esposti per l’occasione alcuni lavori inediti e il suo blackbook, raccolta di schizzi, foto e documenti, che rispecchiano il connubio dell’esperienza dell’artista e si pongono come testimonianza della realtà padovana inerente alle discipline del Writing e della Street Art. Nelle mostre precedenti a lui dedicate ci si è spesso indirizzati a uno dei due aspetti, privilegiando la ricerca in studio e la tecnica originale adottata, nata dalla realizzazione di “bassorilievi postdinamici”, mentre questa volta si vuole rendere evidente come in realtà tutti i lavori realizzati in studio parlassero proprio del paesaggio urbano dove l’artista si muoveva ogni giorno come writer.