Giacomo Failla – Sublime peso della leggerezza

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO SANT'ELIA
Via Maqueda 81, Palermo, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

martedì al sabato 9.30 alle 13 e 16 alle 19.30

Vernissage
11/05/2012

ore 17.30

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Giacomo Failla
Generi
arte contemporanea, personale

L’esposizione presenta fotografie, stampe, sculture, quadri e istallazioni dell’artista catanese.

Comunicato stampa

Il Presidente della provincia Giovanni Avanti e l’Assessore alla cultura Pietro Vazzana sono lieti di invitarVi all’inaugurazione della mostra personale dell’artista catanese Giacomo Failla dal titolo “Sublime peso della leggerezza”. L’inaugurazione si terrà alle 17.30 presso il palazzo Sant’Elia, via Maqueda 81, venerdì 11 Maggio e sarà visitabile ogni giorno, dal martedì al sabato (lunedì giorno di chiusura) in due turni: mattutino dalle 9.30 alle 13; pomeridiano dalle 16 alle 19.30 . All’inaugurazione interverranno il Professore Francesco Gallo Mazzeo, curatore della mostra, che introdurrà le opere del Failla, l’Architetto Giacomo Fanale della Fanale Arte e Architettura. Prima dell’inaugurazione il Dott. Gallo presenterà due cataloghi, uno dedicato proprio a Failla, l’altro all’artista Franco Politano, in un intervento dal titolo “GIANO”. Durante l’inaugurazione l’organizzazione sarà lieta di offrirvi un cocktail di benvenuto.

Giacomo Failla:
Costantemente in cerca di nuove idee, metodi per realizzare i propri concetti chiari; visita musei, mostre, internet, ha sempre gli occhi aperti sull’ambiente contemporaneo. Non per imitare, ma per esprimere ciò che sta succedendo dentro se stesso. Con la sua spiccata conoscenza dei poteri spirituali che agiscono sul nostro mondo, sente (stranamente, a volte, per chi poco esperto) le energie positive e negative degli ambienti, di intere zone, sente un legame con culture diverse e i loro rappresentanti (aborigeni, indigeni dell’America, indiani); così viaggiare ha un valore speciale; non gli interessano le esperienze turistiche, ma quelle emozionali, spirituali. Tutto questo si può riconoscere nelle sue opere, fotografie, stampe, sculture, quadri, istallazioni, la cui espressività ha un fascino istantaneo per ogni spettatore.

Il suo potere creativo si esprime anche nelle sue poesia, la cui forza verbale, metaforicità intensa e densità emozionale, connessa con un contenuto spesso molto filosofico, creano nel pubblico un impatto fortissimo e provocano il desiderio di dedicarsi al testo ancora e ampiamente. Un'altra area in cui s’impegna è la musica. Già da giovane (grazie ai primi contatti con gli americani in Sicilia) ha dimostrato un interesse, un fascino per gli Stati Uniti in generale e per la loro musica in particolare. È stato per molto tempo membro di una band e ha avuto grande successo di pubblico con concerti dal vivo. Da questo periodo è nato il suo amore per il rock e, più forte dopo viaggi in USA, per il Country and Western. Quando suona questa musica per se stesso o per altri, gli serve come medium per esprimere il suo mondo di esperienze.

Creando le sue opere Giacomo Failla dimostra pazienza, determinazione e concetti interiori chiari: con l’effetto che può subito distruggere un’opera che non sembra riuscita bene (un ritocco succede solo in pochi casi quando un’opera è considerata non ancora completa). Questo modo di vivere, con l’ossessione per l’arte, ha delle conseguenze. Le circostanze della sua vita (orario fisso del lavoro, condizioni quotidiane: tempi lunghi negli uffici postali solo per sbrigare piccolezze, orari di apertura di uffici e negozi, blackout, internet spesso non affidabile) sono considerati impedimenti della vocazione vera; anche aspetti del benessere fisico e dalla vita sociale vengono relegati al secondo posto. Giacomo Failla rifiuta di cantare lodi per se stesso come artista, ritiene che le opere debbano essere d’ effetto, non vuole il facile condizionamento delle convenzioni sociali.

A volte tutto questo crea delle difficoltà per gli interlocutori, bisogna avere pazienza, far passare in secondo piano i loro temi. Più volte è stato chiamato egocentrico. (In fondo, non siamo tutti un po’ troppo occupati con noi stessi?) Ci sono poi momenti in cui lui, con molto amore, prepara piatti siciliani per i suoi ospiti o momenti in cui regala attenzione e supporto senza riserve; si comprende che tutto questo fa parte del suo carattere. Giacomo Failla vive nel momento, vive il momento. Ha la capacità di gioire sempre del nuovo, toccandoci il cuore. Condivide quest’energia non solo attraverso le diverse sfere delle sue creazioni artistiche, ma anche nel privato, con i contatti personali, arricchendo tanto le nostre vita.

‹‹ Non è possibile sottrarsi alla voglia di esternare le tensioni emotive che suscitano le tele tese di un intenso nervosismo coloristico delle opere ultime di Giacomo Failla. Non è possibile sottrarsi al coinvolgimento di questa informale espressione che lascia lo spettatore privo di difese, soggetto ad un coinvolgimento totale di emozionalità esasperata. Giacomo Failla è una scoperta continua , un ricco contenitore inesauribile , un istrione che non riesce a frenare la forza creativa che lo pervade, artista tout court , poeta di una poesia unica che si avvale del colore come della parola. Un lavoro continuo ed inesauribile di ricerca formale che ha pochi eguali , sempre nuovo e nel contempo identico, di una identità che va ricercata malgrado la diversità delle tecniche, nei colori e nel linguaggio ›› – Giacomo Fanale.

‹‹ La dimensione interpretata da Giacomo Failla vive in uno spazio senza tempo, in un “non luogo”, fatto di frammenti di autentica spiritualità, l’unione di voci antiche e nuove immagini. Sintomatico di un sentire che tende all’armonizzazione tra “io” e “sé”, come un testo poetico in continua evoluzione, riesce a toccare i sensi, le emozioni, i sentimenti. Nel suo ultimo lavoro è evidente la volontà di non cercare nessuna risposta, ma la consapevolezza di riuscire a porsi delle domande ›› - Simona di Bella

‹‹ Giacomo Failla compilatore fantastico, di una sorta di alfabeto segreto, agisce come un maestro della manipolazione colore, liberato dal suo peso immaginario e mitico, con grande freschezza gestuale e facendolo giocare in modo da potere entrare nelle sue valenze intime di trasparenza, nella luminosità e nella umbratilità, in un gioioso movimento verticale e orizzontale, trasversale, circolare, che gli consente di creare delle fitte tessiture tematiche, individuabili, di volta in volta, in una dilatazione del segno dominante, che diventa il diffusore di una tonalità vincente, che nella tempesta del movimentismo, del tutto contro tutto, si trasforma nel bandolo della metafora, di cui l’opera finisce con l’essere portatrice, nella sua essenzialità antropologica e culturale, ma sempre nel vorticare di una grande libertà, che è la manifestazione di una grande disciplina esteriore […] ›› – Prof. Francesco Gallo Mazzeo