Giada Fiorindi / Federico Floriani – Best Before
Dimora Artica presenta Best Before di Giada Fiorindi e Federico Floriani che, ispirandosi alla fabulazione speculativa della scrittrice eco-femminista Donna J. Haraway, analizza la possibilità di contenere il drammatico affermarsi dell’Antropocene riproponendo la minaccia delle Gorgoni, creature mitologiche note per la capacità di pietrificare chiunque osi guardarle negli occhi.
Comunicato stampa
Dimora Artica presenta Best Before di Giada Fiorindi e Federico Floriani che, ispirandosi alla fabulazione speculativa della scrittrice eco-femminista Donna J. Haraway, analizza la possibilità di contenere il drammatico affermarsi dell’Antropocene riproponendo la minaccia delle Gorgoni, creature mitologiche note per la capacità di pietrificare chiunque osi guardarle negli occhi.
Gli scienziati stimano che la Terra diventerà quasi inabitabile entro la fine di questo secolo e l’avverarsi di antichi presagi sembra non sconvolgere l’opinione mainstream. Il duo di artisti riflette con sarcasmo su queste tematiche dando forma ad una serie di oggetti ibridi tra il mondo industriale e quello organico, tra scienza e superstizione, tra passato e futuro, avvolti da un’aura kitsch.
Figlie di divinità marine primordiali, le Gorgoni rappresentano la perversione nelle sue tre forme: intellettuale, morale e sessuale. Ognuna corrisponde ad uno dei tre acquari in mostra, i cui paesaggi artificiali sono virtualmente sradicati dalle vasche e riprodotti su sculture dalle forme fluide attraverso una tecnica di stampa industriale solitamente utilizzata nel settore dell’automotive. Il diorama diventa quindi digitale e si stratifica come in una roccia strutturando fotografia, modelli 3D e disegno a matita con diversi livelli di significato.
Fin dall’antichità osservare i fenomeni atmosferici è percepito come un atto profetico: a Dimora Artica le statuine segnatempo, gadget turistici per eccellenza, indicano il cambiamento climatico in atto, ma sulla base delle loro variazioni cromatiche poco attendibili sono in realtà portavoce di un caos ecologico e intellettuale. Nella mostra a sfumare dall’azzurro al rosa non sono però le classiche statuine del Colosseo, di delfini o madonnine ma la simulazione di un ritrovamento fossile di Anthropos.
Il progetto viene proposto come un ipotetico studio stratigrafico in un’era geologica del futuro prossimo, immaginando una formazione del terreno non solo alterata dalle attività umane, causa incontrastata di modifiche climatiche, ma ottenuta attraverso la mineralizzazione dello stesso protagonista di questo disfacimento.
Ed è quindi così che si compie la catastrofe: l’uomo inesorabile e noncurante continua ad abusare di combustibili fossili, a riscaldare il pianeta, ad incrementare l’acidificazione degli oceani, a succhiare via ogni ultima goccia di sangue di Medusa: subendo la sua vendetta, trasforma sé stesso a sua volta in materiale fossile pur di non interrompere mai il devastante ciclo economico.
Le opere esprimono l’appropriarsi di un’arte di vivere in un pianeta danneggiato o di life in the ruins, citando l’antropologa Anna Tsing e, insieme, formano un’installazione apotropaica che definisce una realtà domestica in cui la figura di Medusa è ancora presente come le antiche Gorgoneion nelle case greche del passato, fungendo però oggi da memento verso il pericolo della sesta estinzione di massa.
La dimensione del mito di Best Before si inserisce in un contesto contemporaneo di crisi ecologica rappresentando uno stato di decadenza culturale, morale ed estetica nella società seppur con un tono ironico, nichilista e provocatorio.
Entrambi provenienti da un background in design e una formazione olandese, Giada Fiorindi (1988, Treviso) e Federico Floriani (1988, Treviso) uniscono nell’ultimo anno le loro priorità narrative e i rispettivi mezzi espressivi in una produzione eclettica dove le immagini si applicano a superfici inconsuete, la ricerca sui materiali si combina con creazioni digitali e forme nuove allo storytelling. Mossi dall’interesse comune di esplorare il potenziale comunicativo e simbolico degli oggetti fisici, Fiorindi e Floriani sviluppano una ricerca formale sull’elemento decorativo, creando un parallelo tra il valore dell’ornamento in passato e il conseguente significato attuale, concentrandosi sulla dimensione di crisi culturale che si sta manifestando nel contesto contemporaneo. Insieme, i due artisti puntano a sviluppare un’identità critica e un linguaggio speculativo nella percezione dei beni di consumo che, ai loro occhi, sono proiezione estetica e funzionale di un’epoca di decadenza.
---
Opening: Friday, January 26th at 18:30
The exhibition will be open: From January 26th to February 24th, 2018 by appointment only
Location: DIMORA ARTICA, via Matteo Maria Boiardo 11 – Milano (MM1 Turro)
Dimora Artica presents Best Before by Giada Fiorindi and Federico Floriani. Inspired by the speculative fabulation of the eco-feminist writer Donna J. Haraway, the exhibition emphasises the idea of containing the dramatic establishment of the Anthropocene with the threat of the Gorgons, mythological creatures with the power to turn anyone who set eyes on them to stone.
Many scientists say that the Earth will become close to uninhabitable by the end of this century and even ancient prophecies coming true don’t seem to affect the mainstream opinion. The artistic duo reflects with sarcasm on these topics and gives shape to a collection of hybrid objects that juxtapose industrial and organic, science and superstition, past and future, all in a halo of kitsch.
The Gorgons, daughters of primordial sea divinities, stand for the three forms of perversion: intellectual, moral and sexual, each one is represented by the three fish tanks in the show. The artificial landscapes are virtually eradicated from the basins to be reproduced on fluid shaped sculptures with an industrial printing technique commonly used in the automotive industry. Then the diorama becomes digital and stratifies like a rock, using photography, 3D models and pencil drawings each with a contrasting layer of meaning.
Since ancient times, changes in the weather have always been perceived as prophetic. The barometric figurines at Dimora Artica, typical touristic gadgets, reveal the climate change with wavering chromatic variations, metaphors of an ecological and intellectual chaos. Instead of the traditional Colosseum, dolphin or Virgin Mary statuettes, surprisingly it is a fossil relic of Anthropos instead that turns from blue to pink in the exhibition.
The project is presented as an hypothetical stratigraphic study of a geological era in the near future. The speculation focuses on a soil formation, which nature is the result of both human activities and the mineralisation of the protagonist of this epic climate destruction himself.
This is how the catastrophe fulfils. Relentless and unconcerned, humans carry on exploiting fossil fuel, boosting global warming, increasing the ocean acidification and sucking every last drop of Medusa’s blood. Even when faced with her revenge, accepting his transformation into fossil material is inevitable, as long as the devastating economic cycle does not have to stop.
The pieces convey the idea of the arts of living in a damaged planet or of life in the ruins, quoting the anthropologist Anna Tsing, and together form an apotropaic installation. Medusa is still present in a domestic context as the ancient Gorgoneions were in the Greek houses of the past, reminding us today of the danger of the sixth mass extinction.
The mythical vision of Best Before sits within a contemporary frame of ecological crisis, portraying today’s society in a condition of cultural, moral and aesthetic decadence while provoking the audience to think with an ironic and nihilistic tone of voice.
Giada Fiorindi and Federico Floriani’s work places itself within an interdisciplinary artistic practice. Both coming from a Design background and a Dutch formation, they joint their narrative priorities as well as their medias during the last year. The result is an eclectic production where images apply to unexpected surfaces, material research combine with digital works and new shapes to storytelling. Moved by the interest on the communicative and symbolic potential of commodities, the newborn duo is engaged in a formal exploration on decoration. The two initiated a reflection upon the ancient ornament value and its resulting present meaning, with a focus on the contemporary cultural crisis. Together, the two artists aim to develop a critical standpoint and a speculative language around the perception of commercial products that are, according to their view, aesthetic and functional projection of a time of decadence.