Gian Luca Perrone – Balere
La ri-scoperta dell’architettura di interni delle Balere appartiene a un’analisi attenta del fotografo Perrone, le cui radici riprendono in modo analitico il filone del deadpan photography presentandoci una serie dai tratti documentaristici.
Comunicato stampa
Dal catalogo Balere
“(...) Luoghi nei quali l’effimero dialogava con le maglie più svariate della società (dall’operaio, all’imprenditore, al medio borghese), senza ghettizzazioni sociali, anzi portando intere regioni e provincie (dall’Emilia Romagna, al nord delle Marche, alla Toscana, la Liguria e al Veneto) a socializzare; fino a rendere questi luoghi luccicanti sacrari di un’estetica e di una crescita sociale nella quale il rito del folklore scandiva la rottura del ritmo lavorativo settimanale e apriva nuove modalità nelle quali usi e consumi decretavano la loro entrata nelle case degli Italiani.
La ri-scoperta dell’architettura di interni delle Balere appartiene a un’analisi attenta del fotografo Perrone, le cui radici riprendono in modo analitico il filone del deadpan photography presentandoci una serie dai tratti documentaristici. Contraddistinta da una neutralità apparente, dall’assenza dell’uomo e da una totalità della visione di proporzioni epiche. Il risultato del suo approccio sistematico ci rivela un mondo fatto di spazi, indipendentemente dalla natura delle attività
ludiche, trasmettendoci i valori che ogni balera attribuisce a se stessa nella delimitazione dello spazio.
Queste includono le sale da ballo, suggerendoci un immaginario fatto da un preciso pensiero e da una progressiva presentazione e narrazione dello svago (come siano ripartiti i tavoli, i divani, dove viene collocata l’orchestra, le luci, la pista da ballo). C’è un senso nelle sue immagini che ci permette di vedere in modo chiaro ed esteso la scena dall’interno, scegliendo una prospettiva che non modifica le stranezze e le contraddizioni dello spazio.
A volte questo avviene semplicemente attraverso un punto di vista, che guarda solo a volte sulla vista centrale, così vediamo lo spazio sottilmente fuori forma rispetto alle simmetrie architettoniche. Perrone enfatizza il senso del colore, regalandoci una serie di gradazioni accese degli interni. C’è una magia mozzafiato in ciò che ci suggerisce la fotografia, quel qualcosa che è impossibile da vedere; sia da vicino o nel movimento in tempo reale della società, o della città frenetica e nei cambiamenti dell’architettura di interni, il suo segreto è celato nella sua osservazione maestosa. (...)”
( estratto dal testo “We have never been modern as now” Camilla Boemio dal Balere book)
Gian Luca Perrone nasce a Bologna nel 1971 e all’età di 14 anni si appassiona alla fotografia, iniziando il suo percorso personale di studio e sperimentazione. Dopo un lungo periodo di fotografia di piccolo formato approccia al medio e poi al grande formato, dedicando anni all’utilizzo di pinhole camera (foro stenopeico). Nel 2004 partecipa al suo primo corso sulle tecniche fine art in camera oscura presso il TPW (Toscana Photografic Workschop), condotto da Andrea Calabresi. Nel 2005 partecipa al secondo corso TPW di stampa fine art e tecniche archival e continua il suo percorso formativo lavorando a un secondo progetto dal titolo Visioni stenopeiche, esposto nell’aprile del 2010 a Roma presso l’Oblomov e presso Spazio d’Arte, e nell’agosto 2011 in occasione del Festival della Val d’Orcia organizzato dal Comune di Bagno Avignoni. All’interno del processo formativo e di perfezionamento delle tecniche di ripresa, nasce un nuovo progetto dal titolo Balere, eseguito su lastra diapositiva con banco ottico. A gennaio del 2013 espone il progetto Balere a Bologna, presso il Padiglione Esprit Noveau del circuito ArtCity White Night, e nel giugno dello stesso anno a Ravenna, in occasione di Ravenna Festival (con pubblicazione nel catalogo ufficiale della manifestazione). A novembre del 2013 è finalista nella seconda edizione del Premio Francesco Fabbri per le arti contemporanee.
Camilla Boemio è un curatore indipendente ed un critico d’ arte contemporanea.
Tra le numerose mostre curate ed i progetti universitari sviluppati: è stata Deputy Curator del Padiglione delle Maldive alla 55.Biennale di Venezia e curatore di ‘ APPREHENSION. GLOBAL SOCIETY AND CONTEMPORARY ART ON THE TWITTER GENERATION ‘ Symposium / un Parallel Event alla 6. Biennale di Bucharest. E’ Co- editor di Portable Nation book pubblicato da Maretti editore.