Gian Marco Capraro / Giovanni Cerri

Informazioni Evento

Luogo
MANFREDO FANTI 2
via Manfredo Fanti 2 (metro Crocetta) , Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
26/11/2022

ore 18,30

Artisti
Giovanni Cerri, Gian Marco Capraro
Generi
arte contemporanea, doppia personale

Mostra doppia personale.

Comunicato stampa

LA PIOGGIA E LA NEBBIA. MILANO (QUASI) IN BIANCO E NERO 

 

C’era una volta la nebbia a Milano. E anche la pioggia insistente, che durava intere giornate, insistendo per settimane intere, intervallata da brevi pause ma tenace nella sua presenza appena percettibile. L’atmosfera umida, con quel grigio velo che non faceva vedere oltre qualche decina di metri, era come un sipario protettivo dal resto del mondo. Nebbia e pioggia finissima costituivano le nostra “mura” difensive, quasi impercettibili e caratterizzate dal non – colore tipico della nostra terra padana meridionale, quella sconfinante nelle province pavesi e lodigiane. Il cambiamento climatico ci ha quasi del tutto privato ormai di quel clima a noi così famigliare, direi quasi caro, nonostante fosse un po’ malinconico. Così quando Gian Marco mi ha proposto una mostra nelle sale della “bottega antiquaria” di suo padre, che richiama la Vecchia Milano (quella vera, di una volta, non quella edulcorata dai moderni rifacimenti di antiche case), si è pensato insieme di esporre dei quadri “milanesi” che richiamassero quei tempi, da noi vissuti in età assai giovanile. Una memoria che risale a quegli anni Settanta nebbiosi e piovosi, e anche certamente non sereni nel clima sociale teso di quel periodo “color piombo”. Eravamo bambini, ma abbiamo percepito quelle tensioni che aleggiavano nella nostra città, una delle più “calde” sotto quell’aspetto. Gian Marco ha lavorato sulle immagini “liquide” che ci offre la strada bagnata con i suoi riflessi, con i bagliori delle scritte luminose che interrompono il nero della notte. Le gocce che cadono da un cielo plumbeo, i vetri appannati, le prospettive di lontananze sfuggenti. Il sottoscritto ha invece dipinto la nostalgia di quella nebbia avvolgente che silenziava ambienti difficili da percorrere, luoghi periferici dove ci si poteva perdere, ponti appena riconoscibili, tram che sembravano provenire dal nulla, da una sorta di aldilà terreno. La Milano che non vedremo più. 

 

Giovanni Cerri 

Dal 1946 prima mio nonno poi mio padre e adesso anche mio fratello portano avanti l’attività di restauro di dipinti antichi nella bottega di via Fanti. 

Sulle pareti oggetti e decori dei secoli passati coperti dalla polvere che, come diceva Giacometti, si fa testimone del tempo che passa. 

Lì, circondato da grandi tele di tutte le epoche, ho iniziato a conoscere fin da piccolo il profumo dell’olio di lino e della trementina. E’ un lavoro antico e fuori dal tempo, basti pensare che mio padre e mio fratello quando lavorano su un dipinto hanno bisogno della luce naturale che arriva attraverso la vetrina, e non di quella artificiale che falsa le tonalità. 

Quando il giorno va a finire inevitabilmente si smette, il lavoro segue il ciclo della luce solare. 

Alcuni anni fa, mio padre ha aperto questo spazio antiquario, che però ha deciso di pensarlo sempre legato anche al contemporaneo, sicuro che antico e moderno siano sempre stati due aspetti della stessa realtà. E così in questa mostra come nelle precedenti, trovano spazio opere contemporanee in costante dialogo con l’antico. 
Gian Marco Capraro 

https://www.gianmarcocapraro.it/ 

Giovanni Cerri 

http://www.lapermanente.it/socio/giovanni-cerri/