Gian Polo Lazzarini – L’ultimo quadro

Informazioni Evento

Luogo
GLI ORTI BORROMAICI
Viale Lungo Ticino Sforza 46 (27100), Pavia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da lunedì a domenica dalle ore 11.00 alle 15.00 e dalle 18.00 alle 20.00, martedì chiusura settimanale

Vernissage
04/12/2011

ore 18

Artisti
Gian Paolo Lazzarini
Curatori
Flavia Chieregati
Generi
arte contemporanea, personale

Una panoramica del percorso artistico ispirato da due figure di grande rilievo: Kafka e Morlotti. Il mondo poetico del primo, scrittore collegato alle affascinanti atmosfere metafisiche dei racconti e romanzi, il secondo, pittore conterraneo, ha dato un impulso straordinario per la rappresentazione di affascinanti paesaggi nei colori della istintualità e delle emozioni.

Comunicato stampa

L’artista: Gian Paolo Lazzarini, vive e lavora in Brianza. Dopo una formazione tecnica, consegue
il diploma alla Scuola d’arte di Brera a Milano e prosegue gli studi, diplomandosi in Relazioni
Pubbliche e Programmazione allo IULM e laureandosi in Scienze Politiche alla Statale di Milano.
La sua curiosità intellettuale gli consente di aprire e approfondire la ricerca artistica, attraverso
differenti stimoli culturali, verso una sintesi tra pensiero e gesto artistico.
Nel corso degli anni le mostre più significative le ha presentate: all’Arengario di Monza, a Milano
alla Fondazione D’Ars Oscar Signorini, Società Umanitaria e alla Libreria Bocca.

La mostra: Una panoramica del suo percorso artistico ispirato da due figure di grande rilievo:
Kafka e Morlotti. Il mondo poetico del primo, scrittore collegato alle affascinanti atmosfere
metafisiche dei racconti e romanzi, il secondo, pittore conterraneo, ha dato un impulso
straordinario per la rappresentazione di affascinanti paesaggi nei colori della istintualità e delle
emozioni.
Poi la svolta con l’incontro che ha modificato i suoi rapporti con la cultura e le sue immaginifiche
rappresentazioni: la frequentazione dei corsi di Silvio Ceccato allo IULM di Milano. La cibernetica
applicata al modello mentale in modo tanto innovativo e coinvolgente, consentendogli di esprimere
nuove ipotesi in ambito che non gli era congeniale: la storia dell’arte. L’esperienza maturata in
questo ultimo percorso ha dato vita a tre quadri: il primo è tratto da un racconto di Dino Buzzati
ed è leggibile decodificando i colori e la disposizione delle singole tessere di cui è composto. Il
secondo è dedicato all’amico Giorgio Koan eseguito con identiche modalità. Il fulcro della mostra
è però rappresentato dall’ ”Ultimo quadro” costituito da ottanta settori ispirati all’ “Ingegneria della
felicità” di Silvio Ceccato, l’opera ha richiesto due anni di progettazione ed esecuzione, realizzando
un quadro logonico.