Giancarlo Limoni – I fiori dell’impero

Informazioni Evento

Luogo
BIBLIOTECA STATALE ISONTINA - PALAZZO WERDENBERG
Via Goffredo Mameli 12 (34170) Gorizia, Gorizia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

7.45 - 18.45 da lunedì a venerdì; 7.45 - 13.30 il sabato

Vernissage
07/10/2015
Artisti
Giancarlo Limoni
Curatori
Lorenzo Canova
Generi
arte contemporanea, personale

La Biblioteca Statale Isontina di Gorizia presenta una mostra personale di Giancarlo Limoni (Roma, 1947) a cura di Lorenzo Canova, che raccoglie cinquanta acquerelli di recente esecuzione.

Comunicato stampa

La Biblioteca Statale Isontina di Gorizia presenta una mostra personale di Giancarlo Limoni (Roma, 1947) a cura di Lorenzo Canova, che raccoglie cinquanta acquerelli di recente esecuzione.

Per questo progetto, Limoni è disceso a ritroso alle origini della pittura occidentale, dialogando con i grandi e magnifici cicli decorativi dell’arte dell’età augustea, dove la rappresentazione dei giardini, dei fiori e delle piante aveva una precisa finalità simbolica che celebrava in chiave mitologica la Pax Augusta, attraverso le allusioni al ritorno dell’età dell’oro di pace e di giustizia, dove tutto si rasserena in un’edenica visione bucolica di armonia, ordine e serenità.

Il ritorno del regno di Saturno e il ritorno della Vergine Giustizia cantati nelle Egloghe di Virgilio come annuncio di questa nuova era pacifica e fiorente sono riletti da Limoni come un viaggio compiuto attraverso la pittura, per superare le vegetazioni ctonie di Plutone e di Persefone e per giungere allo stadio alchemico dell’oro solare di Apollo, nume tutelare dei trionfi di Augusto e divinità che con la sua luce rigenera l’intero mondo in una messe rigogliosa di fioriture. Come già in passati cicli pittorici, Limoni si vede come un viandante alla ricerca, attraverso la sua arte, dell’Eden smarrito che percorre mitologie, religioni e culture di tutto il mondo, nel rimpianto di un luogo che l’umanità ha perduto conservandone però una reminiscenza che assume molte fattezze. Il pittore ricostruisce la memoria di questa terra archetipica in una grande tessitura pittorica fatta di trame liquide e di vegetazioni sospese tra acqua, cielo e terra, nella nostalgia di un hortus conclusus dove le corrispondenze tra colori e profumi si animano di vibrazioni e armonie segrete, uno spazio luminoso risvegliato dalla pulsazione vitale della pittura. Giancarlo Limoni ha realizzato così un vero e proprio viridarium composto da fogli in cui il colore si addensa per tracciare le forme sfuggenti di piante, di frutti e di fiori, componendo un giardino che si distende sulle pareti dello spazio espositivo. Nel sua concezione colta e aperta della pittura, Limoni unisce allora continenti, visioni ed epoche molto distanti tra loro, facendo dialogare l’arte romana con la pittura cinese, la Villa di Livia e l’Ara Pacis con la materia di de Stäel e la sintesi icastica della calligrafia orientale, gli immensi imperi di Roma e della Cina grazie all’uso dell’acquerello nelle sue variazioni.

In occasione della mostra è stato stampato un catalogo di ottanta pagine a colori edito da Lithos Editore di Roma con testi del direttore della Biblioteca Marco Menato e del curatore Lorenzo Canova.