Giancarlo Magri – Fra creazione e restauro
Doppia mostra a Pordenone dedicata all’artista e al restauratore. Protagonista dell’arte friulana degli ultimi 60 anni.
Comunicato stampa
Si inaugura martedì 3 gennaio alle 17.30 nella sala consiliare della Provincia in corso Garibaldi la mostra dedicata dal Centro culturale “Augusto Del Noce” - con la collaborazione di Comune e Provincia e il sostegno di Regione assieme ad alcuni privati in particolare Fineco - a Giancarlo Magri, personalità di assoluto rilievo culturale, che in più di 50 anni di attività è stato ed è punto di riferimento per il patrimonio artistico di tutta la provincia. Una mostra doppia (con una sezione documentale sull’attività di restauro allestita nel Convento di san Francesco fino al 29 gennaio e una sezione antologica ospitata negli spazi espositivi della Provincia fino al 26 febbraio) che coglie la splendida sintesi realizzata da Magri tra conservazione delle opere d’arte del passato e creazione di nuove forme pittoriche, attraverso un percorso che lo rende protagonista indiscusso dell’arte friulana degli ultimi sessant’anni, durante i quali ha saputo coniugare impegno professionale e attenzione al bene della comunità, contribuendo tra l’altro a salvare buona parte del patrimonio d’arte del Friuli occidentale durante e dopo il terremoto (anche attraverso il Laboratorio di Restauro del Museo Civico di Pordenone, di cui è responsabile dal 1970).
Un omaggio dunque all’artista e al professionista, ma anche alla stessa arte del recupero e della conservazione artistica, che implicano non solo competenze tecniche, ma anche sensibilità e intuizione. Giancarlo Magri ha vissuto il proprio lavoro come una vera e propria missione: ha ridato vita a opere dimenticate o addirittura neglette, ha ricercato pitture dove tutti vedevano solo vecchi muri da abbattere, ha decorato e illustrato chiese, come si faceva un tempo, ha svelato nella loro verità profonda paesaggi, uomini e donne, incontrati nella sua bella Pordenone, fino a testimoniare il dolore, l’attesa e la speranza dell’uomo d’oggi.
Nato a Pordenone in località Borgocampagna, nel 1937, fin da giovane si è destreggiato con colori e pennelli nella bottega del pittore e affreschista Tiburzio Donadon, dove ha imparato anche l’arte del restauro. Nel 1953 ha iniziato un proprio percorso creativo, documentato da oltre 400 mostre tra personali e collettive, e da una ricca bibliografia critica, che evidenzia un modo di dipingere legato sia alla terra e alle genti pordenonesi sia alla formazione in bottega legata ai nostri pittori del Rinascimento. A lui si deve non solo il recupero, quando non la scoperta, di buona parte dei cicli sacri presenti nelle chiese della Destra Tagliamento, ma anche una notevole produzione di arte religiosa, presente in oltre quaranta chiese della Diocesi di Concordia-Pordenone.
Il catalogo in due volumi è stato curato da Stefano Aloisi per la parte antologica e da Angelo Crosato, con la collaborazione di Alberto Magri, per la parte del restauro; sono presenti contributi critici della responsabile del Museo di Arte Contemporanea di Udine, Vania Gransinigh, del direttore dei Musei Civici di Pordenone, Gilberto Ganzer e dello storico dell’arte Fulvio Dell’Agnese. Alessandro Olivetto e Laura Guaianuzzi hanno curato rispettivamente la grafica dei cataloghi e della mostra. L’ingresso è libero, tutti i giorni tranne il lunedì, dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 18.30.