Gianfranco Chiavacci / François Morellet – rigorosi rigolards…
La mostra, ospitata a Prato da Artforms e dalla galleria Die Mauer, presenta per la prima volta il confronto tra due artisti che, in maniera diversa, rivestono un ruolo d’eccezione nel panorama artistico italiano, francese e internazionale
Comunicato stampa
La mostra, ospitata a Prato da Artforms e dalla galleria Die Mauer, presenta per la prima volta il confronto tra due artisti che, in maniera diversa, rivestono un ruolo d'eccezione nel panorama artistico italiano, francese e internazionale: Gianfranco Chiavacci (Pistoia, 1936-2011) e François Morellet (Cholet, 1926). Chiavacci, negli anni Cinquanta, in margine agli impegni lavorativi, inizia a dedicarsi a una ricerca artistica dai tratti eterogenei. Sin dai primi lavori, infatti, si orienta verso un linguaggio astratto/geometrico che traduce con uno stile minimale. Dal suo vivo interesse per la rivoluzione tecnologica nasce un'attenta ricerca sul sistema del codice numerico binario con il quale, a partire dal 1963, si confronta direttamente grazie all'utilizzo degli elaboratori elettronici. In margine ai rendez-vous mondani, consacra il suo tempo libero alla creazione e alla formulazione dei suoi postulati artistici. Con un percorso simile, ma contraddistinto da una celebrità indiscussa, Morellet, pur gestendo l'attività industriale di famiglia (fino al 1975), è uno dei primi artisti dell'astrazione geometrica francese a spingere la sua analisi fino a risultati radicali. Co-fondatore del G.R.A.V. (Groupe de Recherche d'Art Visuel), si è interessato alle possibilità espressive dell'arte cinetica frequentando gli italiani Gruppo T, Gruppo N e Bruno Munari. Come Chiavacci, nel 1963 decide di far uso di materiale tecnologico e inizia a realizzare le sue prime opere al neon Presente nelle collezioni dei più importanti musei internazionali, ha anche realizzato delle opere su commissione per istituzioni quali il Louvre. Il titolo della mostra prende spunto da un'espressione utilizzata da Morellet per descrivere con orgoglio il suo ruolo d'artista: rigoureux (rigoroso) rigolard (divertente). Questa definizione, valida anche per Chiavacci, permette di presentare il lavoro dei due artisti attraverso un corpus di opere contraddistinto da ricerche che, pur nella loro rigorosa sistematicità, sono contraddistinte da uno spirito ludico. Per questo si è deciso di utilizzare un dispositivo espositivo dispiegato su due sedi, destinato ad invitare lo spettatore a un incontro itinerante e partecipativo.