Gianfranco Maranto – Sinapsi
Comunicato stampa
Un concetto chiave delle neuroscienze è la plasticità: la capacità del cervello di riformarsi e di modificarsi. La continua trasformazione del cervello costituisce un fattore che permette alle neuroscienze e all’arte di incontrarsi e di influenzarsi, ponendo, in modo diretto e coinvolgente, interrogativi e intenti che sono centrali per il pensiero umanistico[1].
L’obiettivo è quello di guidare lo sguardo di chi fruisce l’opera verso interpretazioni immaginative[2], visioni e infinite letture possibili del reale nel rapporto tra impressioni, stimoli e nuove strutture interne dalle quali è possibile attivare nuove connessioni. Creando, e sottolineando, questo schema stimola il pensiero astratto e apre una conoscenza nella facoltà di ipotizzare non solo l’ignoto, l’invisibile, ma quello che non è percepibile dai sensi, e nemmeno più riconducibile alla rappresentazione.
Da una sistematizzazione delle immagini analoga, Gianfranco Maranto struttura lo spazio dando vita a un’architettura dentro un’architettura, stimolando dei punti di contatto che producono un nuovo impulso.
Ispirandosi al funzionamento e alle connessioni delle sinapsi che strutturano due unità neuronali, Maranto mette in relazione due elementi architettonici mostrando le strutture fisiche dell’invisibile, costruendo una nuova architettura all’interno della stessa. Come nelle sinapsi, l’artista connette gli elementi dello spazio attraverso l’utilizzo di materiali plastici, come lo scotch giallo e argento, tracciando linee di colore e intervalli di luce e ombra scaturiti da valenze simboliche e collegamenti visivi, che persistono come impressioni mnemoniche di un tessuto geografico. Si tratta, dunque, di costruzioni di segni poetici, che vanno oltre il semplice dato materiale, oltrepassando la fitta trama della propria condizione esistenziale.
Nelle sue composizioni la luce, il colore e il ritmo amplificano sino a ridefinire la struttura dell’architettura. Così, la congiunzione degli elementi strutturali crea un nuovo ambiente, esso stesso fulgido cammino sul sentiero dello stare al mondo, per comprenderne il senso profondo.
Nell’intreccio tra visibile e invisibile, tra luce e ombra, si ravvisa una sottile ipotesi dell'impercettibile, da leggere come un racconto immaginario denso di reticoli intellettuali ed emozionali che non possono non fare riferimento a «una visione centrata su alcuni valori estetici ed etici che provengono da uno specifico sguardo sulla cultura mediterranea»[3]. Un modus operandi che attraversa il rapporto tra l’uomo, lo spazio e il proprio sentire. Un luogo apparentemente comune, come la navata, dove è possibile identificarsi attraverso uno spostamento temporale, tra suggestione della realtà e visionarietà. In questo modo, attraverso lo stimolo percettivo della luce, che invade anche lo spazio interno, si afferma una concezione spirituale, che insieme al colore e ai tagli geometrici, restituisce simbolicamente una dimensione sacra, propria dell’arte.
Mentre Sinapsi si fa diario di una conoscenza del mondo, l’opera assume la valenza del viaggio come compimento. Al contempo, Gianfranco Maranto tenta di imprimere la sua memoria nel bianco della parete, come a simulare il processo del disegno e di una scrittura che trova poi, nei valori pittorici della superficie del piccolo e del grande formato, il proprio contesto referenziale.
Carlo Corona
Gianfranco Maranto (Petralia Sottana, 1983) vive e lavora tra Palermo e Torino. Si forma all’Accademia di Belle Arti di Palermo conseguendo il diploma di I e II livello in Pittura.
Utilizzando nella sua ricerca varie tipologie di materiali, tra cui nastro adesivo, carta, tetrapack, ceramica, legno e alluminio, indagandone le proprietà visive e materiche, l’artista riflette sul concetto di struttura, architettonica e luminosa. Nelle sue opere la sintesi geometrica incontra la precisione e la pulizia del segno, in una costante riflessione sul tempo del fare pittorico e sul dialogo che scaturisce tra l’opera e l’ambiente con il quale essa si relaziona. Nel 2022, è stato selezionato per il progetto Panorama (a cura della Quadriennale di Roma) con uno studio visit condotto da Daniela Bigi.
Tra le mostre più recenti: Secondo Tempo, Galleria d’Arte Moderna, Palermo, 2022; INTERSPAZIO: la distanza minima, REContemporary, Torino, 2022; Moving whit_In the complex: independent curating, a cura di Co_atto, Passante Ferroviario Porta Garibaldi, Milano, 2022; Esse, a cura di Marta Matilde Acciaro, Studio Maranto, Palermo, 2020; Spina, a cura di Daniela Bigi e Gianna Di Piazza, Palazzo Ziino, Palermo, 2019; Level, L’Ascensore, Palermo, 2018; Tutto Porto. Lo spazio cristallino del tungsteno, a cura di Daniela Bigi, Palazzo Briuccia, Palermo, 2018; Il ruggito della velocità, a cura di Laura Barreca e Francesco Piazza, Reale Albergo delle Povere, Palermo, 2017; Attraverso i punti #1 e #2, a cura di Toni Romanelli, Daniela Bigi e Gianna Di Piazza, Palazzo Ziino, Palermo, 2016 e 2017; Rilevamenti#1, a cura di Daniela Bigi, Bruno Corà, Tommaso Evangelista, Aldo Iori, Federico Sardella e Marco Tonelli, CAMUSAC - Cassino Museo Arte Contemporanea, 2016.
https://www.instagram.com/gianfrancomaranto/
ENG:
A key concept in neuroscience is plasticity: the brain's ability to reform and change. The continuous transformation of the brain constitutes a factor that allows neuroscience and art to meet and influence each other, posing, in a direct and engaging way, questions and intentions that are central to humanistic thought[4].
The aim is to guide the gaze of those who enjoy the work towards imaginative interpretations[5], visions and infinite possible readings of reality in the relationship between impressions, stimuli and new internal structures from which it is possible to activate new connections. By creating, and emphasizing, this pattern stimulates abstract thought and opens up knowledge in the faculty of hypothesizing not only the unknown, the invisible, but what is not perceptible by the senses, nor can it be traced back to representation.
From a similar systematization of images, Gianfranco Maranto structures the space giving life to an architecture within an architecture, stimulating points of contact that produce a new impulse.
Inspired by the functioning and connections of the synapses that structure two neuronal units, Maranto relates two architectural elements showing the physical structures of the invisible, building a new architecture within it. As in synapses, the artist connects the elements of space through the use of plastic materials, such as yellow and silver scotch, tracing lines of color and intervals of light and shadow resulting from symbolic values and visual connections, which persist as mnemonic impressions of a geographical fabric. We are dealing, therefore, with constructions of poetic signs, which go beyond the simple material fact, going beyond the thick web of one's existential condition.
In his compositions light, color and rhythm amplify up to redefine the structure of the architecture. Thus, the conjunction of the structural elements creates a new environment, itself a shining path on the path of being in the world, to understand its profound meaning.
In the interweaving between visible and invisible, between light and shadow, we recognize a subtle hypothesis of the imperceptible, to be read as an imaginary tale full of intellectual and emotional networks that cannot fail to refer to «a vision centered on certain aesthetic and ethics that come from a specific look at the Mediterranean culture»[6]. A modus operandi that crosses the relationship between man, space and his own feelings. An apparently common place, like the nave, where it is possible to identify oneself through a time shift, between the suggestion of reality and visionary. In this way, through the perceptive stimulus of light, which also invades the internal space, a spiritual conception is affirmed, which together with color and geometric cuts, symbolically restores a sacred dimension, proper to art.
While Sinapsi becomes a diary of knowledge of the world, the work assumes the value of the journey as a fulfilment. At the same time, Gianfranco Maranto tries to imprint his memory on the white of the wall, as if to simulate the process of drawing and writing which then finds its referential context in the pictorial values of the surface of the small and large formats.
Carlo Corona
Gianfranco Maranto (Petralia Sottana, 1983) lives and works between Palermo and Turin. He studied at the Academy of Fine Arts in Palermo obtaining MA and BA in Painting.
Using various types of materials in his research, including tape, paper, tetrapack, ceramic, wood and aluminum, investigating their visual and material properties, the artist reflects on the concept of structure, architecture and light. In his works, geometric synthesis meets the precision and purity of the sign, in a constant reflection on the time of painting and the dialogue that arises between the work and the environment with which it builds a relationship. In 2022, he was selected for the Panorama project (curated by the Quadriennale di Roma) with a studio visit by Daniela Bigi.
Recent exhibitions include: Secondo Tempo, Galleria d'Arte Moderna, Palermo, 2022; INTERSPAZIO: la distanza minima, REContemporary, Turin, 2022; Movingwhit_In the complex: independent curating, curated by Co_atto, Passante Ferroviario Porta Garibaldi, Milan, 2022; Esse, curated by Marta Matilde Acciaro, Studio Maranto, Palermo, 2020; Spina, curated by Daniela Bigi and Gianna Di Piazza, Palazzo Ziino, Palermo, 2019; Level, L'Ascensore, Palermo, 2018; Tutto Porto. The Crystalline Space of Tungsten, curated by Daniela Bigi, Palazzo Briuccia, Palermo, 2018; The Roar of Speed, curated by Laura Barreca and Francesco Piazza, Reale Albergo delle Povere, Palermo, 2017; Attraverso i punti #1 and #2, curated by Toni Romanelli, Daniela Bigi and Gianna Di Piazza, Palazzo Ziino, Palermo, 2016 and 2017; Rilevamenti#1, curated by Daniela Bigi, Bruno Corà, Tommaso Evangelista, Aldo Iori, Federico Sardella and Marco Tonelli, CAMUSAC - Cassino Museo Arte Contemporanea, 2016.
https://www.instagram.com/gianfrancomaranto/
[1] Cfr. Kandel E. R., Arte e neuroscienze. Le due culture a confronto, Raffaello Cortina Editore, Milano 2017.
[2] Cfr. Bachelard G., La poetica dello spazio, Edizioni Dedalo, Bari 1994.
[3] Bigi D., Gianfranco Maranto, in «Quadriennale di Roma», 2022, https://quadriennalediroma.org/gianfranco-maranto/.
[4] See E. R. Kandel, Art and neuroscience. Comparing the two cultures, Raffaello Cortina Editore, Milan 2017.
[5] See G. Bachelard, The poetics of space, Edizioni Dedalo, Bari 1994.
[6] D. Bigi, Gianfranco Maranto, in «Quadriennale di Roma», 2022, https://quadriennalediroma.org/gianfranco-maranto/.