Gianfranco Pardi – Archipittura
In occasione del 90° anniversario dalla nascita dell’artista, pioniere della scena milanese dell’arte
astratta di respiro architettonico, inaugura una retrospettiva che intende ripercorrere le principali
tappe all’interno del percorso creativo dell’artista.
Comunicato stampa
GIANFRANCO PARDI. ARCHIPITTURA è la nuova mostra dedicata a Gianfranco Pardi in programma dal
30 Marzo al 31 Maggio 2023 presso Cortesi Gallery Milano.
Realizzata in collaborazione con l’Archivio Gianfranco Pardi e la Galleria Gió Marconi, essa si pone
come un ideale proseguimento della ricerca sul lavoro dell’artista precedentemente esposto
nell’importante mostra Gianfranco Pardi. Autoarchitettura del 2018.
In occasione del 90° anniversario dalla nascita dell’artista, pioniere della scena milanese dell’arte
astratta di respiro architettonico, inaugura una retrospettiva che intende ripercorrere le principali
tappe all’interno del percorso creativo dell’artista, evidenziando il rapporto tra gli esiti finali di questa
ricerca e i primi progetti realizzati negli anni Sessanta.
Il percorso espositivo, infatti, inizia dagli ultimi due decenni di produzione di Pardi e procede a ritroso,
raggruppando tre grandi nuclei di opere, nelle tre sale della galleria.
Il titolo della mostra Archipittura, come spiega il curatore Marco Meneguzzo, riprende un termine
creato da Osvaldo Licini e poi riutilizzato da diverse figure vicine a Gianfranco Pardi negli anni Settanta.
Esso indica l’intento dell’artista di realizzare una costruzione “architettonica” dello spazio tramite la
pittura, è il desiderio di libertà che l’architettura può vivere solo nella pittura, che è priva di costrizioni
temporali o fisiche. Da sempre interessato alla costruzione “architettonica” dello spazio, Pardi elabora
questi temi e soggetti, che sono sia universali che atemporali, in modo totalmente personale.
Questa importante mostra illustra l’eclettismo e la complessità di un grande artista che a tutti gli effetti
risulta difficile, poter incasellare in un unico paradigma artistico, eleggendolo a viaggiatore solitario.
Fin dagli anni ‘60 la ricerca di Gianfranco Pardi si è interessata allo studio dello spazio e al rapporto tra
astrazione e costruzione, tramite una personale rilettura delle avanguardie storiche come
l'Astrattismo, il Suprematismo, il Costruttivismo e il Neoplasticismo. I primi risultati di questa indagine
sono i Giardini Pensili, rappresentazioni di esterni architettonici contraddistinti da un grande rigore
formale e una semplificazione delle forme e dei volumi. Veri e propri progetti che l’artista prima
studiava tramite disegno e poi traduceva in pittura e forme simil-scultoree, evidenziando il legame tra
questi diversi ambiti, riunendoli e dando a ciascuno un esito artistico differente e inedito. Pardi rivela
dinamiche e rapporti di forma e materia, in questo caso anche attraverso una lettura più pop che
tuttavia non si traduce in una rappresentazione di oggetti immediatamente riconoscibili, ma lascia
spazio a visioni curiose che determinano uno spazio prospettico insolito.
Quest’organizzazione costruttivista della superficie pittorica sfocia negli anni Settanta nel ciclo delle
Architetture dove l’architettura prende il sopravvento sulla natura, di fatto eliminandola dal contesto
dell’opera. È il momento in cui Pardi introduce elementi reali – come cavi d’acciaio, arridatoi e leggere
strutture metalliche – con precise funzioni simboliche volte a delimitare lo spazio. La realtà (i cavi)
irrompe nello spazio della finzione (la tela). Questa nuova relazione costringe a ripensare il senso della
pittura così come quello dell’architettura, determinando possibilità espressive estremamente originali
e autonome.
Nei primi anni Ottanta si nota un accentuato interesse per la pittura e per la simbolizzazione, e ancor
più in là per lo spazio che si libera del suo aspetto fisico-costruttivo. A questo periodo appartengono
le opere intitolate Casa e Museo caratterizzate da una forte astrazione che tuttavia non dimentica i
riferimenti architettonici. Qui ampie superfici bianche lasciano spazio a sottili lembi colorati con
campiture monocromatiche gialle, rosse e nere, che potrebbero essere reminiscenze di disegni
progettuali.
Questa liberazione dalle convenzioni fisico-costruttive trova il suo apice in una ricerca ancora più
radicata, il rettangolo regolare della tela dei lavori precedenti assume ora una forma irregolare,
abbandonando così ogni residuo architettonico. Nagjma, una meravigliosa opera su larga scala (dal
titolo in arabo che significa appunto “stella”), accoglie il visitatore all’ingresso dello spazio e rimanda
ai lunghi soggiorni di Pardi a Tangeri.
La stessa irregolarità e libertà espressiva si trova in Box, scultura iconica che deriva da una celebre
serie di opere realizzate a partire da scatole di cartone. Questo esemplare realizzato in corten, un
metallo industriale dalla colorazione bruna, esemplifica perfettamente quella scomposizione delle
forme e dei volumi che tanto affascina l’artista e che ricerca in ogni suo lavoro.
GIANFRANCO PARDI. ARCHIPITTURA per concludere, è un progetto presentato alla Cortesi Gallery
Milano che intende mostrare i momenti e le idee chiave che attestano il ruolo di Gianfranco Pardi
all’interno della scena dell’arte italiana del dopoguerra, esaltando la versatilità. Artista capace di
inserirsi nel panorama del suo tempo, seppur mantenendo sempre una coerenza individuale nel
proprio linguaggio, grazie alla quale si classifica tra i viaggiatori solitari, i quali non sono tali perché
sono pochi, ma perché vanno da soli.
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Gianfranco Pardi nasce nel 1933 a Milano.
Nel 1959 tiene la sua prima personale alla Galleria Alberti di Brescia e l'anno successivo alla Galleria Colonna di Milano. Nel
1965 partecipa alla mostra collettiva La figuration narrative dans l'art contemporainin a Parigi. Nel 1967 inizia la
collaborazione con lo Studio Marconi di Milano concentrandosi sulla creazione di opere che rappresentano una rilettura delle
avanguardie storiche, come l'Astrattismo, il Suprematismo, il Costruttivismo e il Neoplasticismo.
Prima nel 1974, poi nel 1993, partecipa alla Biennale al Palazzo della Permanente di Milano. Nel 1981 il suo lavoro viene
presentato in due grandi mostre collettive: Linee della ricerca Artistica in Italia 1960/1980 al Palazzo delle Esposizioni di
Roma, e Il Luogo della forma al Museo di Castelvecchio di Verona. Nel 1984 l'Università di Parma organizza una grande
retrospettiva del suo lavoro e due anni dopo tiene mostre personali alla Biennale di Venezia, alla Triennale di Milano e alla
Quadriennale di Roma.
Nel 1998 tiene una personale a Palazzo Reale di Milano. L'anno seguente in Germania furono organizzate numerose mostre
importanti: al Frankfurter Kunstverein di Francoforte, al Museo Bochum di Bochum e al Museo Kulturhistorisches di
Stralsund. Nel 2000 la sua personale Homeless tiene alla Galleria Giò Marconi di Milano. Nel 2002 la retrospettiva Sheets
viene ospitata dalla Galleria Fumagalli di Bergamo e nel 2003 espone nuovamente alla Galleria Giò Marconi con una serie di
opere dal titolo Danza e Restauro.
Nel corso della sua carriera ha realizzato numerose sculture per spazi pubblici e privati in tutta Italia e dal 2008 è membro
dell'Accademia Nazionale di San Luca.
Gianfranco Pardi muore a Milano il 2 febbraio 2012. Nell'ottobre 2013, l'Archivio Gianfranco Pardi è stato istituito in memoria
dell'artista con l'obiettivo di promuovere e diffondere il suo lavoro e la sua reputazione.
Gianfranco Pardi ha esposto le proprie opere in mostre personali in importanti istituzioni quali: Frankfurter Kunstverein,
Francoforte, Museum Bochum, Bochum e Kulturhistorisches Museum, Straslund (1999), Palazzo Reale, Milano (1998),
Palazzo Comunale, Venzone, Udine (1993), Galleria Comunale di Arte Contemporanea, Arezzo (1986), Università di Parma,
Parma (1984), Galleria d’Arte Contemporanea, Suzzara (1983), Università di Pescara, Pescara (1974), Salone Annunciata,
Milano (1970). Tra le più recenti mostre personali troviamo Fondazione Marconi, Milano (2014, 2018), Galerie Balice Hertling,
Parigi (2015) e Cortesi Gallery Lugano (2016), Londra (2017) e Milano (2018).