Gianfranco Sergio – Ricostruzione (Li)Sergica dell’universo
La mostra Ricostruzione (Li)Sergica dell’universo, a cura di Elisabetta Longari, vedrà esposte ventidue opere di grandi e medie dimensioni, dal 2006 al 2016.
Comunicato stampa
La Galleria Artepassante stazione Repubblica inaugura martedì 6 settembre 2016 alle ore 18,30 la personale di Gianfranco Sergio, artista nato a Rende (Cosenza) nel 1961 che attualmente vive e lavora a Como.
La mostra sarà vistabile dal 6 al 17 settembre
La mostra Ricostruzione (Li)Sergica dell'universo, a cura di Elisabetta Longari, vedrà esposte ventidue opere di grandi e medie dimensioni, dal 2006 al 2016. Accompagna l'esposizione un catalogo con testo critico della curatrice, di cui si riporta un estratto:
L’opera di Gianfranco Sergio mette sotto gli occhi di tutti una verità, ovvero che la pittura può essere una festa per gli occhi e nel contempo un’arma sociale.
Un mondo alterato da una lente che acuisce i colori e riconnette l’osservatore allo stato di meraviglia dell’infanzia: sulle sue tele i motivi figurativi proliferano come la pianta di fagiolana che cresceva smisuratamente fino al cielo in quella fiaba di cui ormai in me si è smarrito il titolo ma non le immagini.
Le bizzarre creature composite, immerse in ambientazioni fatate, molte delle quali create con gli strumenti propri della pittura, ovvero tele e telai con tanto di chiodi laterali a vista, sono decisamente anfibie, a metà strada tra il mondo umano e l’universo meccanico.
Un aspetto tutt’altro che secondario di questa pittura consiste nel ritmo, spesso sincopato e tagliente, delle porzioni cromatiche che scandiscono con vivezza le superfici. E il colore ha sempre una sua natura tersa, brillante ed energetica, che soddisfa ogni forma di golosità cromatica. Non c’è un colore che funziona meglio di un altro, è il coro di rosa, viola, gialli e verdi pistacchio a riempire gli occhi.
Uno spirito ludico insufflato di sottile ironia è una delle componenti essenziali per la sopravvivenza individuale e dell’intera specie umana. Sergio ci regala un salvagente contro l’omologazione dei costumi e del pensiero, contro la mediocrità dilagante dei modelli proposti dai mass media. Ogni sua tela sembra dare forma al motto “Immaginazione al potere”, che ricorda tempi relativamente recenti, connotati da una maggiore spinta utopica ma non meno difficili dei nostri.