Gianluca Capozzi – Noisy
La mostra si sviluppa come un percorso tra successivi stadi meditativi “disturbati” e per questo rumorosi. Interferenze visive giocano sulla dicotomia tra astratto e figurativo in una continua tensione tra ratio e potenza creativa.
Comunicato stampa
La Galleria Paolo Erbetta Arte Contemporanea è lieta di presentare, sabato 8 ottobre 2011, Noisy personale di Gianluca Capozzi (Avellino, 1973) a cura di Antonella Palladino.
La mostra si sviluppa come un percorso tra successivi stadi meditativi “disturbati” e per questo rumorosi.
Interferenze visive giocano sulla dicotomia tra astratto e figurativo in una continua tensione tra ratio e potenza creativa.
Si parte dall’effetto Noise/rumore che emana dallo scambio tra queste due anime: la spontaneità del colore e l’armonia della pratica installativa adoperata dall’artista.
Come residui di memoria si dispongono visioni intervallate a grovigli di segni proliferanti in una pittura astratta che ammicca all’informale, quasi a mimare l’effetto neve in TV, disturbo da “rumore” dovuto ad interferenze esterne.
Gambe, volti, corpi, appaiono come fotogrammi visivi, note dissonanti che scandiscono il ritmo dell’intero percorso. Si costituisce una rete di relazioni tra sparizioni e comparse su cui viaggia l’unica possibilità di leggere il reale, reso come un ciclo mnemonico.
E’ la ratio che dà ordine al caos a creare un’armonia seppur disturbata, giocando sull’accostamento delle tele o la loro disposizione disordinata.
Tra stridori e armonie l’effetto è rumoroso, noisy.
La mostra suggerisce una percezione meno lineare che in passato, punta semmai alla ricerca di un equilibrio tra apollineo e dionisiaco, armonia e spontaneità. Senza di esso, nel mondo ci sarebbe un'esplosione di emozioni fuori controllo e bisognose di ordine. A invadere le pareti dello spazio è allora la durata, in cui fotogrammi del passato con tutti gli eventuali momenti di vuoto e confusione propri della memoria, si modificano nel presente del tempo del visitatore.
Come ricordano le parole di Bergson “E tuttavia non v’è stato d’animo, per quanto semplice che non muti ad ogni istante: perché non v’è coscienza senza memoria non continuazione di uno stato senza che si aggiunga al sentimento presente il ricordo dei momenti passati. In questo consiste la durata.”
Sul piano artistico il lavoro della memoria si traduce nella realizzazione di tele astratte o fotorealistiche che liberano l’artista dall’obbligo di mantenere un unico stile coerente. E’ un attraversare gli istanti del passato e continuare a modificarli nel tempo attuale.
Così l’immagine si dissolve, riaffiora, emerge, spesso imbrigliata in astratte pennellate.
Tra esplosioni di figure e ricomposizione di un ordine, non ha più senso rintracciare uno stile, non essendoci più evoluzione, ma solo interferenze che aprono nuove visioni e conoscenze. Per acciuffare l’animo del mondo contemporaneo.
Pitture spesso tratte da ritratti fotografici, frammenti di luoghi creano un senso di mistero. Gli stili ci sono tutti dalla pennellata espressionista alle colate di colore, dalla pittura materica a quella segnica. Si intravede tra sovrapposizioni di linguaggi la possibilità di toccare più vite. Un viaggio nella memoria attraverso apparizioni, scomparse, momenti di vuoto e colore su cui sembra scorrere questo rumore.
Mostre selezionate:
2010, Multipath fading, curatore: Pier Luigi Tazzi, galleria Warehouse, Teramo.
2009, Frame store, curatore: Alberto Mugnaini, galleria Artra, Milano.
2007, Relazione di viaggio, curatore: Alberto Mugnaini, galleria Artra, Milano.
2008, Biennale di Tehran, curatori: Amirali Ghasemi, Serhat Koksal, sedi varie, Tehran, Berlino, Istanbul,
Belgrado.
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Press release
Gianluca Capozzi
"NOISY"
Curated by Antonella Palladino
Opening Reception: Saturday 8, from 6:30 to 9:30 pm
8 october > 8 december 2011
Opening Times: Mon - Sat 11am - 1pm; 5pm - 8:30pm. Wed and Thu by appointment
The Gallery "Paolo Erbetta Arte Contemporanea" is glad to show the “Noisy” exhibition dedicated to Gianluca Capozzi (Avellino, 1973) Saturday, October 8, 2011 curated by Antonella Palladino.
The exhibition develops as a path of successive meditative and “confused” levels and for this noisy.
Visual interferences play on the abstract and figurative dichotomy in a continuous tension between ratio and creative power.
We start from the noise/rumore effect created by the exchange between these two souls: the spontaneity of the colour and the harmony of the installative art employed by the artist.
Visions arrange as residual of memory. They are broken up by a tangle of flourishing signs in an abstract painting that blinks at informal, as if to mime the snow effect on TV, that is a noise caused by an external interference.
Legs, faces, bodies seem like visual frames or jerring notes that beat the rhythm of the whole path. The only possibility of reading the real, conceived as a mnemonic cycle, is given by a network of relations between disappearances and appearances.
Ratio encourages the chaos to create a harmony even if confused, playing on the combination of canvas or their messy arrangement. Between clashes and harmonies the effect is Noisy.
The exhibition suggests a less linear perception than in the past, it points to a sort of balance between Apollonian and Dyonisiac, harmony and spontaneity. Without it, there would be an explosion of emotions out of control and in need of order in the world. Duration invades the space where the frames of the past, with all the potential lapses and confusions typical of the memory, change when the visitor arrives.
As Bergson’s words remember: “But, then, I cannot escape the objection that there is no state of mind, however simple, which does not change every moment, since there is no consciousness without memory, and no continuation of a state without the addition, to the present feeling, of the memory of past moments. It is this which constitutes duration”.
On an artistic level, memory materializes into the realization of abstract or photorealistic canvas, releasing the artist from the obligation to maintain just one linear style. Past moments are recalled and modified at the present time.
So, the image often dissolves, resurfaces, emerges and harnessed in abstract brushworks.
Between the explosions of the images and the recomposition of an order, it doesn’t make sense to find the style. There is no more evolution, just interferences that show the way forward to new visions and knowledges. All this for catching the eye of the contemporary world.
Both paintings often taken from photographic portraits and fragments of places create a sense of mistery. There are all the styles: from the expressionist brushworks to the colour casts, from the highly tactile paintings to the sign ones. There is the chance to touch more lives through the superimposition of languages. This noise seems to flow across appearences, disappearences, bad and good moments typical of a journey through the memory.
Selected exhibitions:
2010, Multipath fading, curated by Pier Luigi Tazzi, Galleria Warehouse, Teramo (I).
2009, Frame store, curated by Alberto Mugnaini, Galleria Artra, Milan (I).
2007, Relazione di viaggio, curated by Alberto Mugnaini, Galleria Artra, Milan (I).
2008, Biennial of Tehran, curated by Amirali Ghasemi, Serhat Koksal, various locations, Tehran, Berlin, Istanbul, Belgrade.