Gianluca Negrini – Frammenti
Nel filo narrativo della nostra vita, in costante movimento e costantemente modificabile, sembrano aprirsi delle voragini o degli interstizi che non si lasciano interpretare come semplici ellissi in una trama piuttosto coerente e compatta, che non sono banalmente dei buchi refrattari ad ogni significato e a ogni forma di ricordanza, ma si fanno veicolo di un’altra forma del senso che ha la natura dell’immagine.
Comunicato stampa
FRAMMENTI - PITTURE E INCISIONI
personale di Gianluca Negrini
Gianni Crippa sui frammenti di Gianluca Negrini
Secondo Jerome Bruner: «La forma tipica di strutturazione dell’esperienza (e del nostro ricordo di essa) è narrativa, e […] ciò che non viene strutturato in forma narrativa non viene ricordato. La strutturazione fa proseguire l’esperienza nella memoria dove […] viene sistematicamente modificata per conformarsi alle nostre rappresentazioni canoniche del mondo sociale» (J. Bruner, La ricerca del significato; p. 65): tutto giusto; ma sembra che qualcosa non torni. Nel filo narrativo della nostra vita, in costante movimento e costantemente modificabile, sembrano aprirsi delle voragini o degli interstizi che non si lasciano interpretare come semplici ellissi in una trama piuttosto coerente e compatta, che non sono banalmente dei buchi refrattari ad ogni significato e a ogni forma di ricordanza, ma si fanno veicolo di un’altra forma del senso che ha la natura dell’immagine. Régis Debray (ma potremmo citare molti altri, da Kantorowicz a Freedberg): «L’immagine […] rientra nell’ambito di un tempo immobile, che è quello dell’affettivo, del religioso e della morte»: (R. Debray, Vita e morte dell’immagine; p.95) e della vita, viene da aggiungere; secondo la psicoanalisi infatti la prima forma di identità unitaria viene raggiunta attraverso l’identificazione e il riconoscimento in un’immagine, di matrice materna. Dipendiamo dunque da un momento fuori-dalla-memoria, non ricordabile eppure strutturante, ed è per questa ragione che l’identità come costruzione narrativa e la strutturazione dei ricordi che ne consegue lasciano dei varchi di insoddisfazione, lasciano schiuse delle fessure da cui emergono e insorgono le immagini come luoghi metaforici, ma dalla profonda coerenza realistica, in cui più eventi e situazioni confluiscono – all’improvviso, per frammenti e senza che ne siamo consapevoli – anche da momenti differenti della nostra vita per permetterci di avere l’istintiva sensazione di essere noi-stessi anche in una dimensione immobile: immodificabile. È per questa strada che il cinema può diventare, com’è stato detto a più riprese, una macchina di riconoscimento: non perché racconta le storie «del mondo sociale» che ci riguardano e ci aiutano a vivere, ma perché un’inquadratura può re-insediarci nel momento originario a partire dal quale abbiamo iniziato a riconoscerci e a riconoscere il mondo soltanto guardando. Ciò che manca al Funes del raccontino borgesiano, ossessionato e paralizzato da una perfetta capacità di ricordare, è proprio tale capacità di risalire al fantasma di un’origine che gli impone di irrigidire tutta una vita in tanti momenti originari e concreti; la redenzione che insegue il Marcel della Recherche è proprio il rifiuto di una simile ricostruzione dell’esistenza. Scrive Octave Mannoni: «Marcel Proust si è costruito una teoria personale, la quale non è altro che una delle tante manifestazioni della credenza nei fantasmi, sulla possibilità non tanto di ricordare, quanto di risuscitare il tempo. Questa teoria detta della memoria involontaria non ha in fondo altra utilità se non quella di rendergli possibile l’impresa impossibile di descrivere il desiderio inconscio» (O. Mannoni, Le funzioni dell’immaginario; p. 61). Viviamo – e amiamo vivere – come Marcel e non come Funes, è per questa ragione che Bruner in parte sbaglia: è per questo che dipendiamo dalle immagini. Purtroppo, l’intero apparato commerciale che ha nel marketing la propria forza vitale lo sa; per questo l’arte figurativa non deve rinunciare all’immagine, ma deve ripensarla per farne avvertire le risonanze più profonde e riportare ognuno di noi al desiderio con cui coincide che non può essere soltanto quello di possedere ma anche quello di possedersi. Per questo nelle opere di Gianluca Negrini la fissità dell’immagine si impone pressoché sempre in una forma stereotipica, che spesso ha proprio nel cinema la propria origine: per ristrutturare la pienezza e la complessità sociale ed esistenziale che ha potuto condurre un’immagine allo svuotamento di uno stereotipo soddisfacente per gli occhi e rassicurante per lo spirito; per consegnare ad ogni persona la coscienza che tale sicurezza ha il fondamento nella propria – propria e di nessun’altro – vita-vissuta-nel-mondo senza né consapevolezza né la possibilità di averne memoria; per fare ritornare a se stessi attraverso una coincidenza, senza scarti e senza slanci verso il mondo – senza racconti, perciò, in balia del «mondo sociale» –, con il proprio sguardo, e non con una propria memoria che è sempre e troppo memoria di altri; per confortare per un istante almeno la disperazione di tutti che Nanni Moretti in Palombella rossa esprime in una battuta che trascende la semplice per quanto drammatica realtà di lutto: «Mia madre, non tornerà più»
GIANLUCA NEGRINI
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Gianluca Negrini è nato nel 1975 a Sondrio. E' diplomato in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Brera - Milano. Vive e lavora a Milano.
MOSTRE PERSONALI
2014 Frammenti - pitture e incisioni - Rossosegnale Lab, Milan 2012 Leogalleries Monza – ‘Glocal’ – with Paolo Buzzi, Gabriele Coi 2010 Works, Studio Apeiron, Macherio (MB). - N.o.a, with Paolo Buzzi and Andrés David Carrara – N.o.a. Milan 2002 Rosa canina morbida, Galleria Santabarbara, Milan – curated by Giulio Santabarbara
MOSTRE COLLETTIVE
2013 Artèvita - Mostra collettiva di arti grafiche - a cura di Deborah Grosso, Palazzo Pretorio - Sondrio 2013 Inchiostro Festival – Chiostro di Santa Maria di Castello - Alessandria 2012 Alice in the Sky, Binario7, Monza (MB) - LILLE ART FAIR, Lille Art Fair, Foire européenne d’art contemporain – Lille Grand Palais - AAF MILAN – Galerie Eric & Valérie Galea 2011 AAF – Affordable Art Fair Milan – EVENTI, Stamperia 74B – Milan 2009 Studio Apeiron, Macherio (MB) - The Skull – La Contemporanea Art Gallery – Torino 2008 Premio Celeste 2008, Fabbrica Borroni, Bollate, Milan – curated by Gianluca Marziani. 2005 Under Urban Mask, Thini Club, Milan – curated by State Of Art. 2003 Inside the art, Galleria Santabarbara, Milan – curated by Giulio Santabarbara. - 20 X 20, Venti Correnti Laboratorio, Galleria Venti Correnti, Milan. - Zodiaci, Castello Visconteo, Centro Civico, Binasco (MI). - Gourmet Festival 2003, Livigno (SO). - Galleria d’Arte Contemporanea Cascina Roma, San Donato (MI). 2001 5° Premio Ricas, Arese (MI) – curated by Rotary Club “Gruppo Visconteo Distretto 2040″. - Salon Primo, Palazzo della Permanente, Milan – promoted by Brera School of Art. 1995 Studio Fortman’s, Florence – curated by Bernadette Lee.
RICONOSCIMENTI
2009 Acknowledgementof merit at Premio Agazzi (Engraving section), Bergamo. 2008 Finalist at Premio Celeste (Painting section), Fabbrica Borroni, Bollate, Milan – curated by Gianluca Marziani, works selected by Ivan Quaroni. 2005 Finalist at Concorso Under Urban Mask / state of art, Milan. 2001 Second prize at 5°Premio Ricas, Arese (MI) – curated by Rotary Club “Gruppo Visconteo Distretto 2040″.
PUBBLICAZIONI
2013 Grafica d'Arte - Rivista specializzata in storia del disegno e dell'incisione - N.95 - Suppl. "L'occhio nel segno" - Le vedute metropolitane di Gianluca Negrini - a cura di Francesca Mariano 2009 Dependtendency, An exhibition during the 53rd Visual Arts Biennal, Isola della Certosa, Venice – catalogue – Siena: Carlo Cambi Editore – works selected by Mark Gisbourne, Adrienne Goehler and Victoria Lu. -The Skull – La Contemporanea Art Gallery – Torino – catalogue 2008 Premio Celeste 2008 – catalogue – Dogana, RSM: Christian Maretti Editore. 2003 Gourmet festival 2003 – catalogue – Livigno (SO) 2002 Rosa Canina Morbida – catalogue – Cologno Monzese (MI): Silvia Editrice. - Come andò che Pinocchio finì…sotto torchio – Limited edition of engravings, curated by Associazione Boccafogli, Milan. 2001 Il profilo di Sumi, Osnago (LC): Edizioni Pulcinoelefante.