Gianluigi Colin – Sudari
Terza stagione di Visionarea Art Space, progetto che, per il terzo anno consecutivo, vede il prezioso sostegno della Fondazione Cultura e Arte, ente strumentale della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F.M. Emanuele.
Comunicato stampa
Si inaugura il 12 Marzo prossimo la quarta mostra della terza stagione di Visionarea Art Space, progetto che, per il terzo anno consecutivo, vede il prezioso sostegno della Fondazione Cultura e Arte, ente strumentale della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F.M. Emanuele. Visionarea ha sede al secondo piano dell’Auditorium Conciliazione, ed ospita questa volta un progetto espositivo di Gianluigi Colin.
La mostra comprende un corpus di tre monumentali lavori, completamente inediti e realizzati
appositamente per il progetto espositivo di Visionarea Art Space di Roma.
I Sudari di Colin sono una sequenza di opere astratte, cariche di sedimentazioni cromatiche, di striature ripetute, di campiture dilatate nello spazio. La particolarità di questa nuova serie risiede nell’origine di questi lavori e mette in luce la storia personale e la radice concettuale della recente ricerca dell’artista: Gianluigi Colin, infatti, si appropria di grandi tessuti utilizzati per pulire le rotative di quotidiani e di stabilimenti di arti tipografiche. Si tratta di “roto-pitture” su tessuti in poliestere, usati per “rimuovere” simbolicamente le parole e le immagini nella produzione editoriale.
Le opere in mostra nascono nel complesso magma della realtà tipografica, portatrice della memoria di giorni, mesi, anni di informazioni, intrise di inchiostri ed energie collettive. Autentici “stracci di parole”: il grado zero di ogni forma di scrittura.
Gianluigi Colin pone al centro della propria ricerca la mitologia dei quotidiani, dei libri, della cultura, riflettendo sul sistema dei media, operando nel dialogo tra immagini e parole e affrontando il tema dello sguardo e della memoria. L’artista, dal suo punto di vista privilegiato, osserva il mondo attraverso il suo farsi storia a partire dal flusso infinito delle immagini della cronaca quotidiana, che arrivano a depositarsi nella memoria individuale solo dopo il filtro dei media. Il “capitale” iconografico della nostra storia presente è il punto di partenza dell’indagine, che mette da parte una lettura ideologica per porre al centro la ricerca sulle trasformazioni tecnologiche che in questi anni hanno mutato i processi conoscitivi, la cultura della rappresentazione e, soprattutto, l’atteggiamento progettuale.
Per queste ragioni, la mostra Sudari rappresenta un capitolo del tutto nuovo, inatteso e sorprendente nel percorso di Gianluigi Colin.
Afferma il Prof. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale: «Il sudario, come sappiamo, è un lenzuolo funebre, ma in questo caso diventa metafora di una traccia tangibile di qualcosa che è stato e che non è più. Gianluigi Colin decide di applicare la sua ricerca sul tempo che passa, e sull’oblio che è sempre in agguato, ad un tema quanto mai attuale e controverso: quello dell’informazione. In una società “liquida” com’è la nostra, in cui tutto scorre e viene rapidamente dimenticato, per lasciare il posto al nuovo, le vestigia della produzione editoriale – gli inchiostri e colori in cui si sfaldano le parole e le immagini – che Colin imprime sui suoi lavori diventano, insieme, memoria e monito.».
Racconta Gianluigi Colin: «In questi object trouvé ho trovato la simbolica rimozione di infinite storie, la stessa che coinvolge ognuno di noi, e che rischia di condurci alla dimenticanza, all’oblio. E’ la traccia di un tempo dissolto, inattesa testimonianza del dialogo con la complessità dell’esistenza. Tele prelevate nel cuore del mondo della produzione culturale che si manifestano come sudari laici del nostro tempo.».
BIOGRAFIA
Nato a Pordenone nel 1956, Gianluigi Colin conduce da molti anni una ricerca artistica intorno al dialogo tra le immagini e le parole. Il suo lavoro nasce come investigazione sul passato, sul senso della rappresentazione, sulla stratificazione dello sguardo. Si tratta di una poetica densa di richiami alla storia dell’arte e alla cronaca, che tende a porre sul medesimo piano memoria e attualità, facendo sfumare i confini tra le epoche. Una poetica dal forte impegno civile ed etico, che vuole restituire all’esperienza artistica forti valenze militanti.
Personalità eclettica, Colin è stato per molti anni art director del Corriere della Sera, attualmente è cover editor del supplemento culturale la Lettura di cui è stato co-fondatore. Tiene conferenze, seminari e corsi universitari. È autore di numerosi saggi, articoli e interviste dedicati alla fotografia e all’arte contemporanea. Sue personali si sono tenute in numerose città italiane e straniere: tra le sue mostre, da segnalare quelle all’Arengario di Milano, nel 1998, al centro Cultural Recoleta di Buenos Aires, nel 2002, al Museo Manege di San Pietroburgo, nel 2003, al MADRE di Napoli, alla Bienal del Fin del Mundo a Ushuaia, al Museo IVAM di Valencia nel 2011, alla Fondazione Marconi a Milano nel 2012, alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Pordenone nel 2013, al museo MARCA a Catanzaro, nel 2016, alla Triennale di Milano, nel 2018, a Matera, capitale europea della Cultura, nel gennaio del 2019. Protagonista di performance (organizzate in varie parti del mondo), è stato invitato a Valencia09 (presso l’IVAM di Valencia nel 2009) e selezionato per il Padiglione Italia della 54a esposizione d’Arte Internazionale della Biennale d’arte di Venezia. Sue opere sono presenti in collezioni private, musei e istituzioni pubbliche in Italia e all’estero. Vive e lavora a Milano.