Gianni Asdrubali – Antiforma d’azione
Il titolo scelto dall’Artista per questa mostra indica la sua contrapposizione ad una “forma” svuotata di tensioni interne e di energia, ormai diventata a sua volta tradizionale e quindi scarsamente significante, con l’impulso del gesto pittorico che aggredisce la superficie per stringerla in una trama che è piuttosto una rete, quasi in una sfida con l’artista che lotta per dominare il vuoto, scompaginandolo e ricomponendolo liberamente.
Comunicato stampa
Il titolo scelto dall’Artista per questa mostra indica la sua contrapposizione ad una “forma” svuotata di tensioni interne e di energia, ormai diventata a sua volta tradizionale e quindi scarsamente significante, con l’impulso del gesto pittorico che aggredisce la superficie per stringerla in una trama che è piuttosto una rete, quasi in una sfida con l’artista che lotta per dominare il vuoto, scompaginandolo e ricomponendolo liberamente. Per Asdrubali però il vuoto ha una sua solidità, oppone una sua resistenza, è l'equivalente dell'antimateria, che ha una consistenza non meno reale di quella che noi attribuiamo alla materia. Il vuoto è il suo punto di partenza, e con la trama della sua pittura crea lo spazio. La rete diventa così la forma dell’opera, la sua immagine finale. Ma nell’uso di questa parola, l’artista ci tiene a precisare: “Per immagine io intendo un corpo di qualcosa che non ha corpo, una "figura" che si dà e si nega contemporaneamente, perché la forma dipende dall'antiforma. Azione e negazione, forma e antiforma, pieno e vuoto ... tutto questo è connesso. L'ambiguità è che quest'immagine non ha immagine, è qualcosa che ha a che fare con l'inizio”.